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Lo Sportsman: Nessun allarmismo (9.09.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/9/2006
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ESCLUSIVO: INCHIESTA SUL BILANCIO UNIRE

Nessun allarmismo

 

N.T.

Non sono solo rose e fiori, naturalmente, ma la situazione dell’Unire è ben lontana dalle notizie che circolano in questi giorni e che tanto allarme hanno destato in tutto il settore. E’ quanto emerge dalla lettura, che questo giornale ha potuto effettuare, del bilancio consuntivo 2005 dell’ente, attualmente alle ultime battute della fase di certificazione da parte dei tecnici di Price-Waterhouse. Non è possibile alcuna analisi senza la premessa che, naturalmente, pesano sui bilanci Unire degli ultimi anni le complesse vertenze con le agenzie ippiche che, a partire dal 2002 (anno in cui il disavanzo economico-patrimoniale era stato pari a 78 milioni di euro), hanno condizionato lo stato finanziario e patrimoniale dell’ente, almeno fino all’emanazione della legge 200 del 2003 che, lo ricordiamo, ha ridotto l’entità dei minimi garantiti e “spalmato” i pagamenti sul quinquennio successivo. Al 31 dicembre 2004, il disavanzo dell’Unire era sceso a 69 milioni, nonostante il recepimento degli effetti della suddetta legge 200. Nel frattempo, continuava a incombere il nodo del segnale tv ippico, una vicenda incerta e mal impostata sin dall’inizio della concessione ippica, nel 2000. Per questo, l’Unire ha provveduto alla svalutazione dei relativi crediti con le agenzie ippiche per il periodo 2001-2004; al 31 dicembre 2005, secondo il documento in fase di certificazione, i crediti ammontano a 74 milioni di euro, mentre è pari a 64 milioni il fondo svalutazione appositamente accantonato. Se andasse in porto la transazione con le agenzie ippiche, per la quale si attende l’ok dei ministeri vigilanti competenti, il versamento nella casse dell’ente ammonterebbe a 10 milioni di euro. Il bilancio 2005 dell’Unire chiuderebbe così con una perdita che si aggira attorno ai 20 milioni di euro, da riassorbire almeno parzialmente attraverso l’incasso dei crediti vantati con le agenzie ippiche sul segnale tv: il disavanzo economico complessivo dell’ente finirebbe per ammontare a 89 milioni di euro. Secondo quanto risulta dal documento in fase di approvazione (e che viene verificato, nell’ordine, dal collegio sindacale dell’ente presieduto da un esponente del Tesoro, dalla Corte dei Conti e dalla società incaricata della certificazione, prima della firma per approvazione dei ministeri dell’Economia e delle Politiche Agricole), infine, la situazione dei crediti verso le agenzie ippiche non è naturalmente immune da aree di criticità ma, contemporaneamente, non lascia immaginare oscuri scenari. Il totale dei crediti con i concessionari delle scommesse è infatti pari a 190 milioni, di cui 100 per minimi garantiti e 90 per quote di prelievo. Partendo dal primo dei due capitoli, va detto che 88 milioni di euro sono incassabili in base al piano di rateizzazione previsto fino al 2011 per i concessionari secondo le modalità previste dalla legge 200. I restanti 90 milioni di euro, al 31 dicembre 2005, sono composti per 37 milioni da crediti che sono stati incassati nel corso dell’anno in corso, 23 milioni da crediti verso agenzie ippiche che hanno vinto il lodo arbitrale (e che l’Unire – che non è stata parte in causa ma solo soggetto passivo nella battaglia legale – ha già provveduto a richiedere all’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) e 30 milioni da crediti in corso di riscossione. L’ippica, insomma, continua a cercare di farsi del male, anche quando i segnali di un riequilibrio finanziario complessivo sono concreti e si fondano, ad esempio, sul successo delle nuove scommesse ippiche, che qualcuno si ostina a voler negare. Le puntate sull'ippica hanno raccolto, nei primi otto mesi del 2006, circa 1,9 miliardi di euro. Sono stabili le scommesse in agenzia "classiche", dopo anni di lenta erosione, coadiuvate nella raccolta dall'apertura anche in ricevitoria di "Vincente" e "Accoppiata": nei primi due quadrimestri la raccolta è stata di 1,4 miliardi.
Dal 1 gennaio al 31 agosto la cosiddetta "ippica nazionale" ha totalizzato circa 469 milioni di euro, in aumento del 27% rispetto ai 368 milioni totalizzati dalla sola Tris nei primi otto mesi del 2005, considerando accanto alla Tris anche Quarté e Quinté, che sono prodotti - come è noto - "derivati" della scommessa ippica più popolare, adesso raddoppiata.
Il vero segnale di preoccupazione, piuttosto, proviene - in prospettiva - dall’articolo 38 del decreto Bersani, attraverso il quale l’Esecutivo ha definitivamente escluso dalla “stanza dei bottoni”, in cui si progettano e governano le nuove reti di raccolta, il mondo ippico, Mipaf e Unire in testa.

 
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