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La Gazzetta dello Sport: Unire collasso da 129 milioni (7.9.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/9/2006
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Unire collasso da 129 milioni
Pesantissimo disavanzo patrimoniale accumulato dell’ente che inoltre non ha incassato dalle agenzie 300 milioni Lo avrebbe accertato anche una commissione del Mipaf

MICHELE FERRANTE
Siamo molto vicini alla resa dei conti sulla spericolata gestione dell’Unire che fu del ministro Alemanno e che ancora «appartiene» ai suoi uomini (Saverio Abate commissario, Franco Panzironi segretario generale) nonostante il cambio della guardia alla guida del dicastero agricolo, affidato ora a Paolo De Castro.
COMMISSIONE D’INCHIESTA L’ente pubblico che dovrebbe promuovere l’incremento delle razze equine e delle corse sta collassando sotto il peso di un disavanzo patrimoniale quantificato, al 31 dicembre 2005, in 129 milioni di euro. Lo avrebbe accertato anche una commissione ministeriale d’inchiesta istituita da De Castro, per fare luce sulla gestione dell’antidoping e, successivamente, sui bllanci dell’ente di questi ultimi anni. La commissione era composta da Gian Luca Autorino (presidente), Stefano Cinotti, Paolo Luigi Rebecchi e Francesco Scala. Ha chiuso i lavori e ha consegnato i risultati l’altro ieri al Ministro competente.
ESCALATION Il disavanzo patrimoniale da bancarotta si ottiene facendo la differenza tra attivo (immobiizzazioni, disponibilità liquide-cassa, depositi bancari e postali, crediti da riscuotere) e passivo patrimoniale (fondi ammortamento, debiti verso istituti previdenziali, verso dipendenti, verso banche e fornitori, fondi accantonamento vari). L’impennata si è verificata nel 2005, perchè alla fine del 2004 il buco, seppure già larghissimo, ammontava a 69 milioni, ovvero la somma tra deficit patrimoniale a fine 2003 (39,195 milioni, imputabile in gran parte a crediti cancellati per minimi garantiti e quote di prelievo dovuti dalle agenzie, relativi a esercizi antecedenti allo stesso 2003) e un ulteriore disavanzo economico (29,85 milioni) maturato nel 2004, per minori entrate (calo del prelievo sulle scommesse) e accantonamenti per la svalutazioni di crediti di difficoltosa esigibilità.
Nel 2005, l’Unire ha esagerato, accumulando altri 60 milioni di deficit, a causa di minori entrate, mancate riscossioni e puntuali accantonamenti a fondo svalutazione crediti che si trasformano in passività.
300 MILIONI E a che cosa si riferiscono questi crediti svalutati? In gran parte ovviamente alle quote di prelievo, ai minimi garantiti e alle quote di canone televisivo (Unire Tv) mai versate dalle agenzie ippiche.
Senza contare la bellezza di 190 milioni di crediti da riscuotere sul primo fronte (altri 129 milioni erano stati scontati in precedenza) e di 110 sul secondo, ancora caldo a causa del protocollo d’intesa tra l'Unire e agenzie, in base al quale arriverebbe (se firmato da Mipaf e Finanze) uno sconto di 89 milioni. In tutto 300 milioni, messi a bilancio nel 2006 e probabilmente destinati a trasformarsi in altre passività.
COMMISSARIO Se l’Unire fosse una società privata sarebbe pronta per il fallimento, che nel caso di un ente pubblico diventa commissariamento giudiziale.
Se il Mipaf, come sembra, è in possesso di questi dati non ha altra scelta: procedere alla nomina di un nuovo commissario, affidandogli il compito di smantellare la struttura capace di una simile amministrazione. Pena la morte di uno sport.

 
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