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Prima pagina: Corriere della Sera: Panzironi - Una grande festa, così l'Unire amplia il pubblico  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/9/2006
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CORRIERE DELLA SERA mar 05/09/2006

Panzironi: «Una grande festa, così Unire amplia il pubblico»

Corse di cavalli notturne anche a Roma, come nelle grandi capitali del Nord. Una novità resa possibile dall’impegno di Unire (Unione nazionale incremento razze equine), che da tempo lavora alla diffusione della cultura del cavallo, come sottolinea il segretario generale Franco Panzironi.
Capannelle apre di notte, come crede sarà accolta dal pubblico romano questa novità?
«Penso bene, perché comunque i romani hanno dimostrato interesse ai cambiamenti: per esempio, ormai a Tor di Valle la gente frequenta tutta l’estate, le ferie sono cambiate, più corte - la città vive anche in luglio e agosto - e i romani gradiscono avere un ippodromo aperto. Le notturne a Capannelle potrebbero risultare ancora più apprezzabili per la qualità dell’offerta ippica».
La Capitale è città che ha un legame storico con le corse ippiche: com’è cambiato questo rapporto in trent’anni da quando, nel ‘76, uscì il film di Steno «Febbre da cavallo»?
«Febbre da cavallo raccontava la parte simpatica dell’ippica ma non ne rispecchia il contesto. L’ippica italiana ha due facce: il galloppo, che è d’elite, e il trotto che è più popolare, ma interessa una minoranza. A Capannelle forse non si trova il personaggio de core, il cavallaro da film, ma c’è più il gentlemen di stampo inglese, che ama il lato sportivo e anche le scommesse. E' un ambiente molto più pulito di quel che certi vorrebbero far credere. In Italia Unire effettua 40 mila prelievi l’anno anti—doping».
Come spiegarlo ai non esperti?
«Il nostro intervento a Capannelle serve anche a far capire che non c’è un pubblico di soggetti assatanati; sull’Appia vengono persone come Giulio Andreotti, che è grande frequentatore dell’ippica. L’ippica vera è un mondo un po’ da club, che sembra chiuso ma ultimamente è cambiato, fino a portare le sfilate di moda dentro gli ippodromi».
C’è chi sostiene che, finalmente, il «salotto buono» dell’ippica sta aprendo le porte al pubblico...
«Sì, è un processo che iniziò con i bagni di folla di Varenne (ndr: foro sopra) e prosegue: lo si vedrà bene dalla serata di festa che abbiamo voluto a Capannelle per la Notte bianca».
Che cosa, oltre le corse, può avvicinare la gente ai cavalli?
«Studiamo spettacoli di qualità. Con la nuova Capannelle, Unire ha chiesto ai gestori alcuni impegni: Capannelle avrà un palazzo in grado di ricevere al coperto più di mille persone, dove si faranno anche musica e mostre. Eppoi spingiamo per diffondere la cultura del cavallo anche fra chi non segue corse e scommesse: da venerdì, a Città di Castello, promuoviamo la grande Mostra nazionale del cavallo; a novembre si torna alla Fiera dei cavali di Verona, che l’anno scorso ha registrato ben 150 mila spettatori. Un segno che l’affetto e l’attenzione della gente per i cavalli crescono. Stiamo migliorando la comunicazione di un mondo un tempo elitario:negli ultimi tre anni Unire ha conquistato alla passione per i cavalli un numero sempre più alto di giovani».
L. Za.

 
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