Impeto Grif senza rimpianti Smorgon: «Rifarei tutto. Battuto perché in testa non si impegna»
SANDRO CEPPARULO Per Varenne stallone il piccolo bilancio di 50 giorni — da quando cioè esordì la prima figlia Ira del Rio — non è brillante: solo 3 vittorie (e almeno una «regalata» da un rivale in rottura nella fase finale) raccolte dai 12 figli che hanno corso producendo 31 tentativi. Ma solo il tempo sarà il vero giudice del nuovo e remuneratissimo (15 mila euro a monta) «lavoro» del campione e dei risultati che ne usciranno con il fatale vantaggio che a Varenne sono state riservate solo «spose nobili». In realtà il marker di questo avvio non travolgente è Impeto Grif, il puledro che in luglio andò a New York, centrò il terzo posto nella qualificazione al Peter Haughton Memorial e falli poi la finale per problemi fisici, ovvero un risentimento al nodello posteriore sinistro. Il fatto è che domenica a Torino neppure al rientro sulle nostre piste Impeto Grif ci ha preso. E il secondo posto è addirittura largo vista la rottura in arrivo di Ispanico Wise che l’avrebbe battuto. Pentimenti, rammarichi? Marco Smorgon, il suo trainer e driver difende cavallo e scelte. «E’ tornato un po’ zoppo dagli Stati Uniti, è stato curato e ha riposato qualche giorno. Mancava di lavoro e questo, unito al fatto che lui in testa si impegna poco, sono stati fattori determinanti per la sconfitta». Sospira. «In quanto alla trasferta negli Stati Uniti la rifarei. E’ come quando andavo le prime volte in Francia e tornavo deluso. Ma questo mi ha permesso di correggere alcune cose, di ritornare e di vincere. E’ chiaro che se tornassi con un puledro al Meadowlands dovrei augurarmi di trovare un clima che mi consenta di lavorare al mattino e non la sera perché il caldo ti ammazza». «E poi come avrei potuto uccidere un sogno ai tanti proprietari di Impeto Grif. Se fossimo tornati con un piazzamento tutto sarebbe stato magnifico»
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