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Agipro: Speciale bando scommesse sportive  
Autore: unagt
Pubblicato: 4/9/2006
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Pubblicato il 4 settembre 2006 ore 10:10

SPECIALE BANDO SCOMMESSE SPORTIVE

I COLOSSI INGLESI PRONTI A SBARCO DEFINITIVO IN ITALIA

(n.t.) I maestri inglesi verranno presto a dare lezioni di betting in Italia: il bando di gara per 16.300 punti vendita di scommesse sportive e ippiche appena lanciato da Aams – e offerte da consegnare entro il 20 ottobre – sembra infatti destinato a ridisegnare la “mappa” degli operatori del gioco nel nostro paese. Praticamente tutte le major d’oltremanica saranno in grado di gestire, accanto alle tradizionali scommesse, anche lotterie, giochi al totalizzatore e, in un futuro non lontano, prodotti da casinò, magari on-line. Proprio il gioco via Internet è una delle strade più dirette per l’approdo in Italia: basterà infatti staccare un assegno da 300 mila euro e possedere una licenza per attività connesse al gioco, rilasciata nel proprio paese d’origine (in Europa e nel mondo) e verificata dalla Commissione nominata da Aams, per assumere lo status di operatore riconosciuto dal governo italiano. Molto più complessa e finanziariamente onerosa appare invece la gara per l’assegnazione delle 1900 agenzie e dei 4400 “corner” che venderanno scommesse sportive: la base d’asta è stata fissata rispettivamente in 25 mila e 7500 euro (suscettibili però di rialzi anche clamorosi: le stime del Governo parlano di un +30% medio ma le gare sono tutte da giocare) ma, accanto alle offerte, vi è da tener conto delle garanzie, sia provvisorie che definitive, da prestare per ottenere il diritto ad aprire un punto scommesse. Nel primo caso, occorre costituire una cauzione di 100 mila euro; nel secondo, una volta esaurita la preselezione, si tratta di 70 mila euro di fideiussione bancaria per ciascuna agenzia da attivare e 25 mila per ciascun corner. Come a dire che, a parte l’offerta per aggiudicarsi il diritto all’esercizio delle scommesse e alle spese di allestimento, personale, marketing e altro, per una “mini-rete” da 100 agenzie vanno messe in previsione garanzie (bancarie, quindi con deposito di contanti) per oltre 7 milioni di euro. Un’operazione onerosa e che spaventa molti, non tutti: un breve viaggio nelle multinazionali inglesi delle scommesse conferma come l’Italia sia, praticamente ad ogni costo, nel mirino dei nomi più prestigiosi del betting internazionale.

LADBROKES E CORAL, FINO A 100 MILIONI DI EURO DA INVESTIRE

(n.t.) Ladbrokes, ad esempio, non nasconde di aver mire ambiziose, dimostrate dall’importante accordo ufficializzato qualche settimana fa con Pianeta Scommesse. Il Ceo Chris Bell dichiara infatti che “la previsione di investimento è pari a 100 milioni di euro per sviluppare le scommesse via Internet, telefono e in agenzia nei prossimi 5 anni, appena il nuovo regime annunciato dal Governo italiano sarà lanciato”. Ciaran O’Brien, capo della comunicazione del marchio di scommesse più famoso del mondo (oltre 2400 negozi in Europa, un giro d’affari di circa 9 miliardi di euro nel primo semestre 2006) conferma ad Agipronews che “l’investimento sarà cospicuo ma non abbiamo ancora definito il nostro obiettivo finale di punti vendita, sia “dedicati” che misti”. Pochi dubbi anche da Woking, sede di Eurobet, il “braccio” internazionale di Coral, terzo allibratore britannico da poco entrato nella galassia di gala, un vero colosso di Bingo e Casinò: 1400 i negozi gestiti in Inghilterra, ben 12 i miliardi di euro di turnover annuale. Il managing Director di Eurobet, Domenico Giovando, precisa che la società è già un operatore autorizzato per l’on-line dal Governo italiano, avendo acquistato una concessione circa un anno fa, e conferma il “forte interesse al bando, che stiamo valutando attentamente. L'obbiettivo in numero di shops o corner non è quantificato ancora, ma abbiamo allocato un budget di circa 100 milioni di euro per il progetto. Se dunque avallato dai nostri consulenti ed avvocati, potremmo vederci in corsa in prima fila".

SPORTINGBET PUNTA IN ALTO, WILLIAM HILL ANCORA PERPLESSA

(n.t.) Nella classifica delle major, Ladbrokes è inseguito da vicino da William Hill, bookmaker storico con sede a Leeds e oltre 2000 betting shop nel Regno Unito. Il Direttore degli affari Internazionali, Julian Graham-Rack, conferma che si “sta guardando con grande attenzione alla situazione in Italia: stiamo valutando le opzioni possibili ma non possiamo ancora svelare le nostre intenzioni”. Voci ben informate indicano comunque per Hill un interesse ben più che superficiale per il mercato italiano. Chi punta al 10% delle licenze in palio è Sportingbet, altra multinazionale del betting, che amministra ogni anno scommesse per circa 1.6 miliardi di euro. Aurelio Vandelli, country manager per l’Italia, dichiara che la società “parteciperà sia alle gare per le scommesse sportive che per l'ippica. Per quanto riguarda l'on-line credo che sarà sufficiente la licenza di cui siamo già in possesso dopo l’acquisizione di Puntobet. I nostri obiettivi sono quelli di assicurarci almeno il 10% della distribuzione in Italia”.

STANLEY STUDIA LA GARA MA…PREPARA IL RICORSO

(n.t.) Tra le grandi società di scommesse britanniche, la posizione di Stanley – attiva con 40 casinò e molte sale bingo in Inghilterra, dove però non ha più betting shop dopo la cessione a William Hill della propria rete di oltre 600 negozi – è senza dubbio la più originale. Stanley International, oltre 700 punti vendita in Europa (di cui circa 250 in Italia) e un movimento di oltre mezzo miliardo di euro, ha infatti scelto da tempo la strada della battaglia in tribunale ai sistemi monopolistici che ancora vigono in buona parte d’Europa e che impediscono il libero stabilimento sul territorio di agenzie di scommesse. Così è stato anche per il mercato italiano, le cui contraddizioni sono finite già per due volte (casi Zenatti e Gambelli) davanti alla Corte di Giustizia Europea. “Stanley sta esaminando il testo del bando di gara – affermano fonti dell’allibratore di Liverpool – che contiene spunti interessanti ma anche norme discriminatorie, sia verso bookmaker esteri che nei confronti dei piccoli operatori italiani. Non possiamo però non stupirci della fretta con la quale l’operazione è stata avviata: l’effetto più curioso è che la data di scadenza (il 20 ottobre, ndr) per la consegna della documentazione è fissata proprio pochi giorni prima dell’emanazione della sentenza Placanica da parte della Corte del Lussemburgo, che potrebbe liberalizzare il mercato. Faremo presenti gli spunti di illegittimità contenuti nel testo in ogni sede ma in ogni caso non è esclusa una nostra partecipazione come candidati”. 

BETFAIR, ATTESA PER REGOLAMENTAZIONE DEL PEER-TO-PEER

(p.g.) Per Massimiliano Bancora, Country Manager di Betfair (piattaforma di scambio scommesse con 158 milioni di euro di turnover e 33 milioni di utile nel 2005), il bando per il rilascio di nuove concessioni "era da noi già previsto e atteso" come logica conseguenza del Decreto Bersani, che "ha rappresentato un passo in avanti verso la completa liberalizzazione del mercato delle scommesse". "Crediamo - prosegue ancora Bancora - che la strada intrapresa da questo governo sia a senso unico, non solo nel settore delle scommesse: portare concorrenza per assicurare dei benefici al consumatore finale.  Una strategia politica che si sposa in pieno con la nostra offerta che favorisce lo scommettitore con quote migliori, una vastità incredibile di mercati e la possibilità di bancare. C'è ancora tanto da fare nel settore delle scommesse in Italia; nei prossimi mesi anche noi capiremo se e come Aams recepirà le indicazioni contenute nel decreto Bersani perchè, come già detto in passato, il modo in cui sono calcolate le tasse in Italia è una barriera che ci impedisce l'ingresso nel settore con il nostro modello di business. Un  modello che è identico a quello dei bookmaker tradizionali ma che grazie alla tecnologia è in grado di ridurre il rischio a zero, con enormi benefici per il consumatore finale". Betfair sta puntando su diversi mercati e sta beneficiando di una crescita globale. In Europa l'Italia è uno dei mercati più importanti, insieme a Germania, Grecia, Spagna e ai Paesi scandinavi.

BWIN, UNA SFIDA TUTTA VIRTUALE

(p.g.) Bwin, secondo quanto risulta ad Agipronews, sembra intenzionata a mantenere la sua natura di società improntata al gioco on-line e quindi non dovrebbe partecipare al nuovo bando per le agenzie. Potrebbe però essere interessata a collaborare con altri operatori, in modo da ottenere reciproca visibilità: per gli eventuali partner un brand forte pubblicizzato ormai ovunque, per Bwin la possibilità di essere anche presente sul territorio. Al 31 dicembre 2005, Bwin aveva oltre due milioni di clienti registrati: oltre un milione di nuove registrazioni sono state segnalate nel corso del 2005 rispetto alle 372.000 nuove registrazioni del 2004. Nel 1° trimestre del 2006, Bwin ha realizzato un fatturato di 485 milioni di euro e utili lordi derivanti dai giochi (somma degli utili lordi derivanti da scommesse, poker, casinò e altri giochi). Attualmente il gruppo annovera diverse sponsorizzazioni sportive, in Italia il logo campeggia sulle maglie del Milan.

BENAGLIO (BETWAY): "INTERESSE PER INIZIATIVA DEL GOVERNO ITALIANO"

(p.g.) "Betway guarda con interesse a questo nuovo bando, oggi già in esame presso i nostri uffici legali per verificare la bontà di un’eventuale operazione". Questo il commento di Giuliano Benaglio, Country Manager di Betway in Italia. "Pensiamo che questa iniziativa dello Stato italiano dimostri una reale apertura verso questo nuovo mercato. Al momento Betway ha rinnovato la licenza numero 3114 valida fino al 2012 che costituisce per noi una posizione di privilegio rispetto a tanti altri player”.  Betway è controllato dal gruppo internazionale “Carmen Media Group Ltd”, uno dei più importanti gruppi di “online gaming” americani presenti al mondo, che ha deciso di entrare anche in Europa attraverso il marchio Betway.com. Contemporaneamente al lancio in altri 11 paesi europei (Inghilterra, Svezia, Norvegia, Danimarca, Germania, Polonia, Francia, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Lettonia) Betway è giunta nel nostro paese, ad aprile 2006, aprendo una società italiana, Betway Italia Srl. Al momento il sito italiano non è ancora attivo.

CHALEPLIS (BETSHOP): "30 MILIONI DI INVESTIMENTO PER LA GARA"

(p.g.) "Siamo sicuramente interessati al nuovo bando di gara. L'obiettivo è espanderci creando migliori condizioni e individuando una rete ottimale per le scommesse" E' quanto dichiara Gabriel Chaleplis, A.D. Betshop Italia. "Riteniamo sia un punto di inizio per penetrare ancora di più nel mercato, siamo di certo pronti a nuove collaborazioni. Arriviamo a questo appuntamento forti dell'esperienza fin qui maturata. Il budget iniziale per partecipare alla gara sarà di 30 milioni di euro". Betshop, da poco facente parte del gruppo Leisure&Gaming, si presenta all'appuntamento con 11 mila nuovi contratti di gioco sottoscritti durante i Mondiali di Germania 2006, per un totale di circa 50 mila clienti in Italia (+25% grazie ai Mondiali), un evento che ha avuto però due facce: un grosso volume di gioco a cui però è corrisposto un forte pay out. Betshop Italia al momento possiede due concessioni, a cui sono collegati 1.023 punti di commercializzazione.

 
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