Lady d’Auvrecy è la regina russa A Kazan la francese travolgente nella finale della World Cup In rottura Kazire e Mara Bourbon, il nostro Malabar Circle 50
MATTEO PIERELLI Tribune affollate, scudene all’avanguardia e tanta, tanta ospitalità. I protagonisti della finale della World Cup, disputata a Kazan (capitale del Tatarstan, Repubblica della Federazione russa) nell’avveniristico impianto costato più di 50 milioni di euro, hanno trovato un’accoglienzadabrividi, anche se la corsa è stata tutt’altro che irresistibile. Grazie a una retta travolgente, ha vinto la transalpina Lady d’Auvrecy, al primo impegno fuori dai confini francesi, che ha concluso a media di 1’13’ sui 2400 metri davanti a Isn’t it Pacha e L’Amiral Mauzun, protagonista di un allungo impressionante sull’ultima curva che poi ha pagato nel finale. In rottura invece gli attesissimi Mara Bourbon (sull’ultima curva) e Kazire de Guez (all’ingresso in retta). Il nostro Malabar Circle As, invece, è finito 5 dopo essere andato al comando e aver lasciato strada a Kazire de Guez, scavalcato poi da L’Amiral Mauzun e Mara Bourbon. Per Andrea Guzzinati l’esperienza in Russia è stata comunque positiva. «Per quanto riguarda il risultato — ha detto il driver di Malabar— non potevamo fare di più. La partenza è stata strana, siamo stati gli unici ad avviarci bene e il cavallo fino ai 2000 metri ha retto bene, poi ha cominciato ad accusare la fatica. Malabar è stato anche un po’ penalizzato dallo schema, perché non ama le corse a strappi. Inoltre, sull’ultima curva, siamo stati intralciati da Mara Bourbon, anche se non credo che abbia influito molto sul risultato». Dal punto di vista logistico, l’organizzazione è stata impeccabile. «E’ un impianto bellissimo, forse il migliore che abbia visto. Il tempo era variabile, la temperatura mite e le tribune piene. La pista l’ho trovata un filino dura, ma credo che dipenda dal loro modo di lavorarla e dal materiale che usano. Le scuderie sono fantastiche: pulite, in ordine e tutto è al posto giusto. Spero di tornarci».
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