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Lo Sportsman: Plinsky, assolo! (28.8.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 28/8/2006
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IERI A MAIA IL BAIO DI CAlMI E TRAVAGLI HA STRAVINTO L’UNIRE:
Plinsky, assolo!
GIORGIO BERGAMASCHI
Un defilé orgoglioso, la consapevolezza d’essere forte già ostentata durante la presentazione al tondino con qualche occhiata incattivita rivolta agli avversari, appena girando la testa. Poi, un lavoro lungo 4500 metri. Un percorso-spettacolo con una vedette assoluta e una manciata di coraggiosi figuranti, una prima presa di contatto con la pista che l’ultima domenica di settembre lo vedrà “colonna” italiana opposta al nugolo di invaders.
Plinsky ha conquistato l’Unire, ha reso il gruppo 3 “palestra” importante per preparare il big event e trovando un’intesa tanto perfetta quanto provvisoria con Dirk Fuhrmann ha illuminato la scena meranese e magnificato l’intero convegno.
In testa dalla partenza all’arrivo, Plinsky ha affrontato, i volumi misurando da lontano senza mai perdere velocità, permettendosi in piena parabola di accennare ad un ulteriore colpo di reni per allungare la gittata e, appena posato il primo anteriore a terra, ripartire di Iena buona perquantoFuhrmann glie Io ha concesso... Tre gli elastici•”segnati” lungo il percorso, ad ognuno dei quali dimostrando d’essere perfettamente alla mano, trovando il percorso assai gradito e permettendosi infine anche il vezzo di “sporcare” l’arginello di curva con un atteggiamento precipitoso, tanta era ancora la voglia di prodursi nell’ultimo allungo, ridtcendo la retta ad una disarmante ‘passerella.
E gli altri? Gli altri hanno fatto la loro corsa, posto che quanti - lungo il percorso -, seppure a solo tratti hanno cercato di tallonare questo saltatore ineffabile, alla fine hanno pagato io scotto di tanto ardìre e hanno’ concluso sul passo, esausti. Come è accaduto ad Anatolio, forse più veemente nell’inseguimento, ìn retta fattosi improvvisamente di sale. Oppure Costantino Re e Pipillotti Rist, generosi senza sperperare fino all’ultima barriera, superati però da Chebas, in grado di gravitare con loro nella scia del “panzer col turbo” di Travagli, ma risparmiando qualcosa per il rush, dove è stato ancora capace di un guizzo.
Tanto che l’unico a non tentare di mordere l’orgoglioso leader durante il percorso, il prudente Nano Blu, alla fine è stato il solo a sprintare agli ultimi 150 metri, per quanto u poco a testa storta, finendo con passo garibaldino, anche se a distacco importante dalla star dell’Unire.
Il Plinsky ammirato a Maia è un cavallo, anzi un campione, che ha dimostrato chiaramente due cose: la prima, che soffiando come un mantice era abbastanza grosso; l’altra, che Gianmaria Travagli è un maestro intelligente,che ad ogni appuntamento che conta ha sempre saputo portare il suo campior e di turno perfettamente in palla. Pronto al punto giusto, Con qualcosina ancora da rifinire ma con il morale alle stelle e la voglia ‘di dare spettacolo.
Già, i cavalli di qualità, i saltatori davvero dotati della Sagal (ma così era un pò’ anche Whispin) sono un po’ lo “specchio” di questo meranese coi baffi emigrato a Pisa: sì, i saltatori di Gianmaria hanno un che di forte nella personalià, nell’espressione, guardano fisso negli occhi e sanno quel che debbono fare. Consapevolezza di sé, sul salto l’atteggiamento da cavallo da completo, su tutto il desiderio di conquistare il traguardo, con quel tocco di puro esibizionismo, ovvero di litigare coi volumi più facili, perché non impegnano più di tanto... Un po’ come il loro Maestro, o no?
«Visto? Una bella canaglia questo Plinsky. Nel “Merano lo monterà Davide, mio figlio», annuncia Travagli, mentre Fuhrmann strizza l’occhio e dice: «Era un po’ grosso, ma meglio così. E adesso, vado a vincere con Mandeltraum anche la siepi dei Lions».
Promessa mantenuta, per un triplo completato con il volo di Chotan nel cross intestato a Raffaele Ammirato, mentre anche Gianni Moccia ha fatto un buon bis, vincendo in Allegria fra i 3 anni con Asciviatanincsi, e replicando con American Skin nello steeple basso, per la gioia di Giuseppone Curti.


 

 
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