Sconti dell’Unire. Altri 89 milioni alle agenzie
Abbattuto il canone per l’utilizzo della tv ippica dal 2000. Pronta una transazione retroattiva, preparata due anni fa. L’intesa tra Mipaf di Alemanno, Unire e agenzie può essere ratificata o meno da De Castro e Visco (Mipaf e Finanze attuali) Prima pagina: Gli assuntori del gioco hanno già risparmiato su quote di prelievo e minimi garantiti. Ora un altro caso 2000 L’anno in cui l’allora ministero agricolo (De Castro) stabilì il canone annuo (14,3 milioni) per le agenzie che non hanno pagato e hanno incassato la stessa cifra come rimborso
L'Unire progettata dal ministero agricolo che fu di Gianni Alemanno e guidata soprattutto dal segretario generale Franco Panzironi (ancora in carica) passerà alla storia anche per la manica larga con cui ha gestito i rapporti economici con le agenzie ippiche, che hanno beneficiato di enormi sconti dei loro debiti. LA TV L'ultimo caso riguarda l'utilizzo del segnale televisivo dell'Unire. L'Ente ha puntualmente pagato a società correlate al sindacato nazionale agenzie ippiche l'affidamento del servizio di trasmissione televisiva delle corse, mentre non ha provveduto alla riscossione delle somme dovute dai concessionari (per l'utilizzo delle immagini delle corse), che non hanno mai pagato (dal 2000 al 2005 compreso) il previsto canone per una cifra pari a 86,2 milioni di euro. Ebbene, un pool formato da membri del dicastero agricolo appena decaduto, da dirigenti dell'Unire e da rappresentanti degli assuntori del gioco, ha lavorato per tranciare il debito anche con effetto retroattivo, incidendo su cifre che sono state più volte messe (e tolte) nei bilanci, fino a quello preventivo 2006, per un totale di 100 milioni e 500 mila euro di debiti. MAI PAGATI Fino al 1998 il segnale Tv era gestito dalla società Crai (riconducibile a Snai) che anziché pagare un canone, riceveva un rimborso. Nel 1999 l'Unire ha ripreso in mano la situazione e nel 2000 (De Castro il ministro agricolo) ha indetto una trattativa privata , varando un affidamento provvisorio sempre a società in orbita Snai: da Crai a Snaiway e Tivu+, fino all'attuale Teleippica che ha vinto il bando del 2005. L'affidamento prevedeva un canone di 14,3 milioni di euro annui a carico dell'Unire (verso le agenzie) che si sarebbe poi rivalsa per la stessa cifra sul gestore, attraverso una quota addebitata a ciascun concessionario. Invece niente, come testimonia un primo intervento della Corte dei Conti (inizio 2004) in relazione ai canoni del 2001, 2002 e 2003: se ne intimava l'incasso all'Unire, mentre sul fronte opposto l'ente aveva versato alle agenzie il canone a proprio carico. PRIMA INTESA Ma evidentemente tutto ciò non bastava. Si doveva intervenire sugli oltre 40 milioni in bella vista (crediti non riscossi) nel bilancio Unire del 2003. E sui pagamenti futuri. Nel maggio 2004 spuntò fuori un protocollo d'intesa con cui l'Unire si dichiarava disposta a rivedere i canoni futuri, presenti e, soprattutto, passati. Rinunciando a decine di milioni di euro con una mano, mentre con l'altra continuava a pagare le agenzie. Protocollo d'intesa firmato da Panzironi per l'Unire, da Francesco Ginestra e Maurizio Ughi per Snai e da Massimo Passamonti per Sagi Sport. In virtù di tale accordo il canone annuo, a partire dal 2000, scendeva da 14,3 milioni a poco più di un milione e mezzo, situazione incompatibile col decreto ministeriale 1999 che lasciava all'Unire la facoltà di stabilire l'importo del canone (previa approvazione dei Ministeri agricolo e delle Finanze) e ai fruitori solo la possibilità di accettarlo o meno. DECRETO Ma niente paura, bastava cambiare il decreto del 1999, firmato da De Castro (Mipaf) e Visco (Finanze). Si mosse un pezzo grosso del Ministero di Alemanno, il Capo Dipartimento Giuseppe D'Ambrosio che, il 27 ottobre 2004, si impegnava per iscritto a sottoporre ai Monopoli di Stato la sostituzione del decreto del 1999 con uno consono alle nuove esigenze, ovvero la transazione dei debiti pianificata col protocollo d'intesa di maggio. Gli effetti di questa intesa sembrano comparire anche sui bilanci di previsione Unire, sotto forma di sparizioni improvvise di crediti non riscossi. Gli oltre 40 milioni presenti nel bilancio consuntivo 2003, diventano 15 nel preventivo 2004 e addirittura 5,1 in quello del 2005, Ma poi poi, improvvisamente, risalgono a 86,2 nel preventivo del 2006. Traguardo quasi raggiunto, il 21 febbraio 2006, col nuovo decreto promesso da D'Ambrosio e firmato da Alemanno e Tremonti (Finanze). Il canone annuale 2005 e 2006 crolla a poco più di un milione e mezzo di euro perchè, secondo la motivazione, è limitato ai soli costi relativi all'utilizzo delle infrastrutture necessarie per la trasmissione e la diffusione del segnale televisivo già elaborato dalla regia centrale Unire. 89 MILIONI Il colpo finale è un secondo protocollo d'intesa (firmatari i soliti Panzironi, Ginestra, Ughi, e Passamonti affiancato da Massimo Temperelli) che fa riferimento, per gli anni 2000-2004, a quello del maggio 2004, dando vita ad un'incredibile transazione retroattiva che costa all'Unire qualcosa come 89 milioni se si considera anche il canone del 2006. Infatti il costo totale del canone a carico delle agenzie, dal 2000 al 2006, viene stimato 11,5 milioni anziché 100,5. La differenza è un pazzesco sconto di 89 milioni. Ma c'è anche la buona (forse) notizia finale. La transazione retroattiva non è ancora stata ratificata. L'incombenza spetterebbe ai ministri De Castro (Mipaf) e Visco (Finanze), firmatari del decreto del 1999, cancellato materialmente e filosoficamente dal pool Alemanno-Unire-concessionari. Diventare complici o rimettere a posto le cose? Questo il dilemma. Agenzie ippiche Pagherebbero solo 11,5 milioni anziché 100,5 ROMA — Uno sconto di 89 milioni sui canoni tv previsti dal protocollo d’intesa tra Mipat di Alemanno, l’Unire e i concessionari alla raccolta delle scommesse sulla rete esterna. E’ la differenza tra ciò che le agenzie dovrebbero pagare (100,5 milioni) e ciò che pagherebbero (11,5 milioni) se venisse ratificata la transazione. Il costo per la truizione del segnale televisivo per il quinquennio 2000-2004 è stato intatti stimato, secondo il protocollo d’intesa, in 7,6 milioni di euro. E per gli anni 2005 e 2006 in euro 3,9 milioni per un totale, dal 10 gennaio 2000 al 31 dicembre 2006, diii ,5 milioni. 1100,5 milioni di soldi dovuti dalle agenzie si ottengono sommando gli 86,2 di residui attivi al 10 gennaio 2006 e i 14,375 relativi all’anno 2006 se si considera il canone vecchio e non quello dii ,5 milioni moditicato col discutibile decreto del tebbraio di quest’anno. Gran parte dello sconto di 89 milioni per le agenzie ippiche, se ratificato, sarebbe da considerare retroattivo, almeno tino al termine del 2005: quindi 86,2 milioni.
MICHELE FERRANTE |