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La Gazzetta dello Sport: Lo sceicco salva Lammtarra (9.8.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/8/2006
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Lo sceicco salva Lammtarra
In Giappone Mohammed ricompra l’ex star dimenticata da tutti. Una storia simile portò l’americano Ferdinand al macello

MICHELE FERRANTE
Toccategli tutto, ma non i cavalli e l’amore per questi animali radicato nel suo popolo da secoli.
Sheikh Mohammed è il Primo Ministro del Dubai, uomo di affari potentissimo e nello stesso tempo accorto, perché i soldi sono soldi anche se il suo portafoglio è senza fondo.
Tutto cambia se ci sono di mezzo i purosangue e le corse, il principe non esita a spendere raffiche di milioni pur di battere tutti. Insaziabile fame di vittoria, ma anche una spontanea riconoscenza che lo ha indotto a spedire un emissario in Giappone per ricomprare Lammtarra e, forse, salvargli a vita. Lo sceicco avrebbe pagato qualche milione di dollari all’Arrow Stud per quel vecchio amico a quattro zampe ormai al capolinea del ciclo operativo, a soli 14 anni.
Nel 1995 il progetto Godolhin era agli albori, ideato proprio da Sheikh Mohammed per riunire sotto una sola bandiera (la giubba azzurra) i cavalli e le risorse di famiglia. Lammtarra gravitava nell’orbita ma con la giubba verde e bianca di Saeed al Maktoum, nipote del boss. Lammtarra significa "invisibile" e nel Derby inglese di 11 anni fa nessuno lo vide fino a metà dirittura, quando innestò il turbo per folgorare Tamure, il campione di zio Mohammed con Dettori in sella.
Giù Swinburn, su Lanfranco. Lammtarra e l’italiano aggiunsero King George e Arc de Triomphe, chiudendo un trittico fino a quel momento realizzato solo dal colosso Mill Reef (1971). "Mai montato un cavallo così forte disse Frankie e ancora oggi il sauro è saldamente sul podio nella sua hit parade.
Dopo 4 corse senza sconfitte (aveva vinto anche al debutto), Lammtarra iniziò la carriera di riproduttore, con una genealogia a 6 stelle in quanto figlio di due vincitori classici, papà Nijinski (Derby inglese) e mamma Snow Bride (Oaks inglesi). Prima stagione a Newmarket (54 fattrici, fra le quali la vincitrice di Arc Urban Sea), poi la vendita per 30 milioni di dollari ai giapponesi, che stabilirono un tasso iniziale di 30.000 dollari. Da allora l’invisibile si è dato da fare, con quasi 400 eredi venuti al mondo, ma non più di 10 diventati anche buoni cavalli, con l’inglese Melikah (da Urban Sea) e il giapponese Tanino Eternity in cima alla povero elenco che testimonia un fallimento totale.
In Giappone si sono arresi al termine del 2003. Nonostante un tasso di monta crollato a 2500 dollari, solo un figlio di Lammtarra è nato nel 2004. Poi il silenzio appena interrotto dallo sceicco, il cui manager addetto all’allevamento ha escluso nuovi piani commerciali per un cavallo ora destinato a una meritata e lussuosa pensione.
Gratitudine, appunto. Per uno dei più grandi campioni degli ultimi decenni. Mohammed Al Maktoum non ha esitato, forse ricordando anche il destino dell’americano Ferdinand, sauro da Nijinski come Lammtarra. Aveva vinto il Kentucky Derby 1986, fu esportato in Giappone ma falli come riproduttore e a un certo punto se ne persero le tracce. Il suoi ex proprietari statunitensi lo cercarono per riportarlo a casa e solo allora venne fuori la verità: Ferdinand era stato macellato, finendo forse sul tavolo di un ristorante. I giapponesi, purtroppo, amano i cavalli anche a tavola.

 
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