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Lo Sportsman: Le ferrature viste da Aguzzi (9.8.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/8/2006
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Le ferrature viste da Aguzzi

ANDREA MILANI
Leggendo Lo Sportsman vi sarà capitato di incorrere in termini tipo flap”, ‘rane’, “alluminio’ e altre terminologie con cui sono chiamate in gergo le ferrature. Con questo articolo vogliamo spiegare ai meno esperti le carattestiche delle tipologie dei ferri più usate. Abbiamo scelto come “Cicerone” Andrea Guzzinati, che ben rappresenta la figura di trainer-driver di questi tempi, che coniuga gli insegnamenti di famiglia (papà Giuseppe e zio Vittorio sono dei maghi delle ferrature) all’attuale tendenza di correre sferrati. Andrea, nell’allenamento dei tuoi allievi che importanza hanno le ferrature ed il loro corretto uso? ‘"Sono decisive, perché oltre a dare equilibrio al cavallo, specialmente nei primi anni di lavoro, riescono ad alleviare dolori e tensioni dovuti alle non sempre favorevoli condizioni delle piste da corsa. Nel training mattutino mi piace utilizzare ferrature “comode” che, seppure ingombranti, svolgano appieno la funzione di sollevare il cavallo dal contraccolpo della battuta in terra. Un grosso vantaggio della mia generazione è quello di poter lavorare con materiale d’alta qualità in centri d’allenamento all’avangiuardia. La selezione ha quasi eliminato le “tare” d’andatura e i centri con le loro piste insabbiate ad hoc, piste dritte comprese, ci facilitano il lavoro».
Quale tipo di ferrature utilizzi maggiormente nell’allenamento? «Le fllap sono le mie preferite. Sono formate da una base di plastica che copre tutto il piede e da una mezza lunetta di ferro che è fissata sulla punta della plastica, coprendo solo la parte anteriore. Il peso di questa ferratura è di circa 170/180 grammi e posso usarla frequentemente grazie all’ausilio della pista dritta che, di fatto, elimina per il cavallo la difficoltà maggiore nella corsa: la curva. In un training duro si riducono così al minimo le probabilità del cavallo di colpirsi. In curva, dove il cavallo sposta la sua figura, l’uso di questo tipo di ferri può essere negativo, ma la pista dritta risolve tutto aiutando il mio lavoro e la crescita del cavallo».
I segreti delle ferrature “rubati” a papà Giuseppe e zio Vittorio ti tornano utili oggi? «Certo, lo zio è un mago delle ferrature e a lui mi rifaccio nei casi più difficili. Il trotto con la sua andatura in diagonale è un gioco d’equilibrio. La ferratura al posteriore è fatta per assecondare l’azione, mentre all’anteriore i ferri sono scelti ad arte. Sono le gambe anteriori che gestiscono la potenza del motore, sprigionata dal posteriore e, nello stesso tempo devono mantenere in equilibrio l’andatura, cercando di fare più strada possibile». Quale differenza c’è tra ferri da lavoro e ferri da corsa? «Nella mia scuderia l'80% dei cavalli è gestito con due tipi di ferrature. La velocità si fa con poco peso, ed e per questo che se è possibile corro senza ferri o con dei ferri molto leggeri in alluminio. L’alluminio nonostante il suo peso ridotto, circa 80 grammi per piede, attutisce la battuta sulla pista con risultati eccellenti. Non è possibile correre sempre senza ferri ed è per questo che imposto il mio lavoro facendo correre i miei allievi ogni 20-25 giorni. Questo è il periodo giusto per mantenere in condizione il cavallo e per prevenire eventuali controindicazioni nello “sferrare”. I problemi nascono in inverno con le piste “dure”. In questo periodo corro un po’ meno rispetto all’estate, quando con le piste soffici preferisco fare un corsa in più. Sferrare sulla pista dura crea problemi al piede, ma anche alle altre articolazioni, specialmente quella del ginocchio. Correre senza ferri resta comunque il modo più ”naturale” per un cavallo di esprimere tutto il suo potenziale, libero da ogni ingombro. Ci vuoi svelare qualche ferratura dei tuoi campioni? «iniziamo da Ganimec: il cavallo ha ancora i piedi molto deboli e ciò mi costringe a correre con le piattine di ferro ed una suoletta di cuoio all’anteriore, mentre al posteriore uso dei ferri normali d’alluminio, Il cuoio agli anteriori serve per attutire la battuta, il peso totale per piede è di circa 130/140 grammi. I cavalli di un certo livello che non ho potuto sferrare sono pochi e tra questi merita di essere citato Umbro di Grana. Un rimpianto enorme per un cavallo protagonista della sua generazione. A causa di un inizio di rifondimento (patologia del piede che può precludere la carriera di un atleta, ndr) e per una particolare conformazione dei piedi, volgarmente detti piatti. non ha potuto esprimere il suo potenziale. Umbro correva con piattine di ferrro senza punta davanti e con i ferri alla “galoppina” dietro. All’anteriore la punta era tolta per far sì che non si andasse a colpire nel posteriore, mentre dei ferri normali alla galoppina assecondano la conformazione del piede. Nel corso della sua carriera Umbro e comunque sceso sotto 1.13».
Parlaci d’Uniforz e di Express Road... «Uniforz da puledro, per trottare, aveva bisogno di peso e quindi di ferri adeguati, poi per fortuna con la piena maturazione fisica, intorno ai 5 anni, ho potuto sferrarlo. Express corre solitamente senza ferri, solo in poche corse ho utilizzato le racchette d’alluminio per l’anteriore e ferri d’alluminio al posteriore. Le racchette, data la loro particolare forma, si appoggiano sulla “forchetta” al centro del piede, scaricando così i lati dalla pressione del ferro. Uso questa ferratura per i cavalli che vanno in “linea” nel passaggio, richiedendo la mancanza del ferro sugli esterni per non colpirsi, e per i cavalli che soffrono di “fili morti”, spaccature nello zoccolo che partono dalla corona, con il bisogno di scaricare la pressione senza trovare l’impedimento del ferro»..
Si può andare veloci anche con ferrature volte ad eliminare il dolore?’ «Certo, è il caso anche di Digger Crown, campione di livello mondiale, che corre solo ed esclusivamente con le “rane”. Si tratta di una ferratura all’anteriore formata da una piastra d’alluminio che aderisce al piede e da una plastica dalla forma di fiocco di neve stilizzato. Create in Svezia per alleviare le tensioni dell’articolazione del ginocchio, sono disponibili anche nella versione ‘spider con la plastica meno voluminosa».
Sei favorevole al ripristino della dichiarazione al pubblico dell’assetto dei cavalli per quel che riguarda le ferrature? «Si, è fondamentale comunicare trasparenza verso il pubblico. Per alcuni cavalli correre senza ferri comporta una variazione della velocità nell’ordine dei 2-3 secondi, ed è ovvio quanto è importante eliminare qualsiasi tipo di sospetto sulla prestazione del cavallo. Una decisione arrivata dall’alto ci ha privato, dopo qualche mese, di una norma degna di un Paese che vuol essere ippicamente all’avanguardia. Sarebbe opportuno ripristinarla per far capire agli appassionati che la crescita di un cavallo come, per fare un mio esempio, Elzeviro, è dovuta al fatto che a distanza di un anno da un’operazione al ginocchio, è stato possibile sferrarlo: vittorie e record portato a 1.12».

 
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