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La Gazzetta dello Sport: Molteni, l’elisir vittoria (8.8.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 8/8/2006
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Molteni, l’elisir vittoria
Dopo 299 giorni a segno il gentieman da 1000 vittorie: «Ma ora penso anche a chiudere bene»

SANDRO CEPPARULO
In quasi 10 mesi, o se volete 299 giorni, senza vittorie sono tanti soprattutto per chi, come Giuseppe Molteni a 76 anni sente la vita scorrergli sotto la sella. Così lui, «mister 1000», accoglie con una felicità particolare il successo di domenica a Merano con Doctor Roby. Una liberazione, non certo come quella del record del 18 agosto 2004, ma qualcosa che, in fondo, le assomiglia.
L’ATTESA «Monto dal 1946 — attacca con la voce brillante — e non mi era mai successo di dover attendere tanto una vittoria. Voi direte che è l’età, io che i buoni cavalli fanno i buoni cavalieri e di cavalli davvero in ordine in questo lungo periodo non ne ho avuti. Stavo quasi per non andarci a Merano, poi mi sono detto che era una buona occasione perché là avrei trovato un terreno almeno morbido e ho avuto ragione. Questi mesi senza imbroccarne una sono stati come sempre ma anche diversi. Quando vinci è quasi volare, quando non ti riesce qualche riflessione è d’obbligo. E io l’ho fatta dicendomi che le stagioni passano e sta arrivando l’ora di chiudere».
A FINE ANNO E’ la prima volta che Giuseppe Molteni da Varese è così chiaro, deciso su un tema tanto sensibile. «Non adesso, intendiamoci, ma alla fine dell’anno potrebbe essere. Mio figlio Mario, che mi ha sempre sostenuto, ora mi sta facendo capire che c’è un momento giusto per staccare. E io del suo parere tengo sempre conto. E poi questa è l’annata dei miei 60 anni in sella che diventano il secondo record dopo quello dei 1000 successi da gentlemen. Io credo che solo Dormello sia sulle piste del galoppo da più tempo di quanto lo siamo io e la mia scuderia».
60 STAGIONI Pensate 60 anni di pista con quella giubba nocciola e marrone «cedutagli» dallo zio Mario. «Lui era un ammiratore di Tesio e così, pur a colori cambiati, volle la croce di Sant’Andrea e tale è rimasta. 60 anni e non mi sono fermato mai per più di un mese: accadde quando mi operarono alla tiroide aprendomi lo sterno. Dopo 30 giorni ero in corsa E ricordo quando mi ruppi un polso e toglievo il gesso per correre e poi lo rimettevo. Ho avuto fortuna, ma ho anche amato e amo il galoppo con la passione vera. E questa mi è rimasta, altrimenti ogni mattina non sarei in sella. Ma mi accorgo anche che gli anni passano e al traguardo ci arrivo un po’ col fiatone».
LASCIARE CON ONORE Giuseppe Molteni non rimpiange nulla. Ora ha 6 cavalli in scuderia e debbono bastare a fare un buon finale di stagione. «Lo spero tanto. Spero di lasciare con la soddisfazione interiore di aver fatto il massimo e, naturalmente, con qualche vittoria. Ora i cavalli sono scarichi di peso e vanno bene. Già da domani sera a Varese punto a una buona corsa con Guido Luigi. E domenica per me è stato importante vincere contro due gentlemen di primo livello come Cadeddu e Romano. Sono bravi e arrivare davanti a loro alla mia età è un onore».


 

 
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