IPOTESI CLAMOROSA Arc ad Ascot non è uno scherzo FRANCO RAIMONDI Un Arc de Triomphe (dal 2008 al 2010) si correrà ad Ascotl Si, e la Torre di Pisa si trova a Livorno, il Colosseo a Viterbo e il Duomo di Milano a Sondrio... Non è uno scherzo, l’ipotesi del clou parigino traslocato in Inghilterra - anche se per un solo anno - è più che fondata. A formularla è stato addirittura Louis Romanet, il direttore generale di France Galop, prima in un’intervista pubblicata dal periodico Tiercé Magazine e poi, per convincere anche quelli che pensavano a un granchione, davanti alle telecamere di Equidia. La sostanza è che France Gaiop sta aspettando di rinnovare il contratto di affitto di Longchamp e Auteuil - che appartengono al Comune di Parigi - per dare il via alla ristrut turazione dei due impianti. La firma dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno e a quel punto inizierà lo studio dei progetti, affidato proprio come passo d’addio a Romanet che chiuderà la sua trentennale colla borazione con la società che gestisce il galoppo francese. L’idea di base a France Galop è quella di trasformare Longchamp in una struttura modulare, capace di adattarsi alle esigenze di un pubblico molto “flessibile”. L’ippodromo dovrebbe avere tre formati. Il primo sarebbe modellato sulla giornata infrasettimanale media, quella in cui (come succede quasi sempre in Ita ha...) c’è più gente nel recinto del peso che sulle tribune, Il secondo potrebbe chiamarsi”della domenica”, con una ricettività e i servizi capaci di accogliere circa 10.000 spettatori. Il terzo, da usare solo una volta all’anno, sarebbe quello da Arc. La cattedrale del Bois de Boulogne è una struttura imponente e costosa, impossibile da mandare avanti con i carichi attuali (ci sono custodi che fanno la guardia ai bidoni come succedeva 30 anni fa nelle nostre caserme). La formula dei”tre ippodromi in uno” consentirebbe di risparmiare e, nello stesso tempo, di offrire un mighior servizio al pubblico. Un ulteriore elemento del progetto è la creazione dell’impianto di illuminazione con l’obiettivo di offrire al pubblico parigino almeno quattro serate di corse alla settimana (due a Vincennes e altrettante a Longchamp) nei mesi buoni, diciamo da maggio a metà settembre. Secondo le prime previsioni i lavori a Longchamp dureranno almeno un anno, portando in pratica al trasloco in altri siti di un’intera stagione, visto che nella storia dell’ippica recente il solo ippodromo in cui si è costruita una tribuna nuova senza mai fermare le corse è San Siro trotto. A Parigi e dintorni non mancano gli ippodromi per gestire giornate importanti ma tutto sommato “normali” come quella delle Poules o del Grand Prix de Paris. Ma per l’Arc... Vi immaginate cosa succederebbe se la corsa faro dell’autunno europeo si disputasse nella bomboniera di Chantihly? Laggiù, nella foresta, ci si arriva per tre stradine e si sta scomodi in 10.000 (sfruttando il prato) durante una bella giornata di giugno (iockey Club e Diane). Prendete 40.000 persone, almeno 25.000 delle quali provenienti dall’estero, e buttatele in quei recinti in una domenica, magari piovosa, di ottobre... Ancor meno proponibili sono Saint Cloud - dove tra l’altro non c’è una dirittura per l’Abbaye - e Maisons Laffitte. Per assurdo sarebbe addirittura più facile tracciare una pista in erba a Vincennes e utilizzare l’impianto del Plateau de Gravelle dove, tra l’altro, nei tempi eroici si corse anche al galoppo! Le prime reazioni francesi sono state piuttosto stizzite. Ma come, spostare l’Arc? Una corsa che è un monumento non può traslocare. E soprattutto non può emigrare in casa dei “rosbi1’. Un misto di orgoglio nazionale e “passatismo” sarà il leitmotiv che accompagnerà questo progetto. E che verrà superato come le prime automobili sorpassavano i carri trainati dai buoi. No, Louis Romanet non ha battuto la testa prima di lanciare l’idea-provocazione di un Arc de Triomphe traslocato ad Ascot. Anzi, lo spostamento provvisorio della corsa diventerebbe il primo pilone per un altro progetto, che forse vedrà la luce nel 2020, quello di una Breeders’ Cup europea, itinerante tra i Paesi maggiori. Roba da matti? Certo, chi avrebbe mai pensato 30 anni fa di andare in Francia e in Germania senza cambiare le lire in franchi o in marchi.
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