I documenti non sono indispensabili

Egregio direttore
mi riferisco a quanto pubblicato dal Suo giornale il giorno 27 u.s. a firma Luigi Migliaccio, titolato ‘Votazioni Upt Roma - al voto senza documenti elezioni senza credibilità”.
Letto il contenuto dell’articolo sono rimasto veramente sorpreso da quanto scritto dal Migliaccio in quanto prima di emettere giudizi non proprio carini (è un eufemismo!) verso persone e pubblici ufficiali, avrebbe dovuto essere a conoscenza delle norme che regolano l’evento.
Infatti qualora al Notaio preposto sia nota l’identità del votante, lo stesso non ha l’obbligo di richiedere il documento d’identità.
Il documento non è stato richiesto, non soltanto al Migliaccio, ma a tanti altri, che erano personalmente conosciuti dal Pubblico Ufficiale, noto Proprietario romano da anni.
Invece, altri hanno dovuto esibire il documento in quanto, evidentemente, non identiflcabili dallo stesso (ne cito alcuni: Pochini Claudio, Galli Franco, Gallo, Macori e altri che ora non ricordo).
Quindi, prima di esprimere il suo stupore il Migliaccio avrebbe potuto impegnarsi a conoscere la materia, tanto perché qui non si è a Calciopoli, come delicatanente ha fatto riferimento lo stesso giornalista, ma di fronte a persone degne di assoluto rispetto per la loro integrità morale e professionale e bene a conoscenza del loro dovere per il compito che erano stati chiamati a svolgere.
È una giusta precisazione dei fatti a difesa sia dell’Upt del Lazio che dell’ippica tutta, alla quale il Migliaccio non ha fatto di certo una pubblicità positiva.
Cafiero Perrella
(Pres. Com. Reg. Lazio Upt)