In arrivo diecimila nuovi punti vendita per l’ippica italiana
NICOLA TANI Il Governo ha deciso di allargare la rete di distibuzione dei giochi e delle scommesse sull’ippica. Il Decreto legge Bersani, che sarà licenziato nel corso della settimana dalla Camera dopo essere stato approvato dal Senato, prevede infatti un sostanzioso aumento dei punti vendita dedicati alla commercializzazione del gioco sulle corse dei cavalli. La vera ‘rivoluzione’ - che riguarda anche le scommesse sportive - è al comma 4 dell’articolo 38 del Dl 223 “Bersani”, laddove è previsto che attraverso provvedimenti del Ministero dell’Economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, siano stabilite le nuove modalità di distribuzione del gioco su base ippica. Tra i criteri stabili, innanzitutto, vi è l’inclusione, tra i giochi su base ippica, delle scommesse a totalizzatore ed a quota fissa sulle corse dei cavalli, dei concorsi pronostici su base sportiva, del Totip, delle scommesse ippiche “nazionali”, nonché di ogni ulteriore gioco pubblico. La raccolta del gioco su base ippica - che avverrà attraverso 500 nuovi punti vendita “esclusivi” (sul modello delle agenzie) e 9500 “misti” (soprattutto ricvitorie) da assegnare tramite gara europea - sarà consentita ad operatori che esercitano la raccolta di gioco presso uno Stato membro dell’UE e dell’Efta e anche provenienti da altri Stati, a patto che siano in possesso dei requisiti di affidabilità definiti dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Per evitare pericolose sovrapposizioni, i decreti Aams conterranno anche la determinazione del numero massimo dei punti di vendita esclusivi per provincia: nei comuni con più di 200.000 abitanti, i nuovi punti vendita saranno piazzati a una distanza non inferiore a 2.000 metri dalle agenzie già presenti e, nei comuni con meno di 200.000 abitanti, a una distanza non inferiore a 3.000 metri, I 9.500 nuovi esercizi” misti” saranno invece dislocati, nei comuni con più di 200.000 abitanti, a una distanza non inferiore a 400 metri dalle agenzie esistenti e, nei comuni con meno di 200.000 abitanti, a una distanza non inferiore a 800 metri. L’aggiudicazione dei punti di vendita avverrà con procedure “aperte” la cui base d’asta non può essere inferiore a 30 mila euro per ogni “agenzia” e 7500 euro per ogni esercizio “misto”, mentre la licenza per il gioco on-line sarà acquisita con il versamento di un corrispettivo non inferiore a 200 mila euro. Nello stesso tempo, andranno naturamente definite le “modalità di salvaguardia” dei circa 420 concessionari della raccolta di scommesse ippiche regolati dal Dpr 169 del 1998. Certo, occorrerà prestare grande attenzione nell’attuazione del piano di riordino: il nuovo assetto rischia di sovrapporre la nuova rete a quella esistente delle ricevitorie, protagonista di una grande performance nei primi sette mesi dell’anno. Il recente varo delle scommesse ippiche “nazionali”, oltre ad avere fortemente invertito il trend riportando attenzione ed interesse per le scommesse ippiche, porterà nel corso del 2006 nuovi introiti per circa 40 milioni all’Unire, alla luce di un andamento che fa segnare nei primi sette mesi del 2006 una raccolta di circa 60 milioni di euro per quarté e quinté, quasi 350 per la Tris (+8%) e 1,2 miliardi per il comparto scommesse ippiche “tradizionali” con “vincente” e “accoppiata”, in sostanziale quanto positiva stabilità. Ecco, il rischio è che, moltiplicando i punti vendita senza fornire qualche tipo di tutela a chi da molti anni raccoglie i giochi ippici, possano scendere esclusivamente ricavi di ciascuna ricevitoria, senza benefici per la raccolta complessiva, come già avvenne dopo i bandi del 1999. Per questo, è assolutamente necessario un momento di confronto tra Governo e operatori, in cui evidenziare i rischi e mettere in luce le potenzialità e le possibilità del riordino. Proprio la ‘concertazione” è uno degli argomenti dell’ordine del giorno relativo all’articolo 38 del decreto Bersani, firmato dai parlamentari dell’Ulivo Laura Fincato (capogruppo in Commissione Finanze) e Francesco Tolotti, che sottolineano come l’allargamento del numero di punti vendita sia un elemento destinato a produrre “effetti rilevanti sul lavoro di decine di migliaia di ricevitori e concessionari delle scommesse già in attività”. I parlamentari dell’Ulivo ritengono opportuno analizzare con attenzione la situazione affinchè non si provochi una “proliferazione smisurata dei punti vendita”, a danno dell’attuale rete. L’ordine del giorno, al quale il Governo avrebbe dato un sostanziale “via libera”, impegna l’Esecutivo su quattro punti: mantenere la riserva di legge a garanzia dell’ordine pubblico e del settore stesso, assicurare il presidio del territorio, attraverso una distribuzione dei nuovi punti vendita, con precedenza nell’assegnazione ai comuni privi di punti vendita, confronto con gli operatori di gioco volto a definire effettive modalità di salvaguardia verso gli attuali concessionari, tutela dei ricevitori in attività anche in funzione di garanzia per il pubblico dei giocatori e per una sempre maggiore responsabilizzazione a contrasto di ogni forma di illegalità, evasione ed elusione. Nel frattempo, la categoria degli agenti ippici” nuovi” (i cosiddetti “storici” sono già stati rinnovati con una diversa procedura) sta vivendo con preoccupazione il “via libera” al piano di riordino e il contemporaneo rinnovo delle concessioni. Sagisport, in una lettera inviata al ministero dell’Economia, ha chiesto un incontro urgente al viceministro Visco “allo scopo di discutere le disposizioni contenute nell’articolo 38 del Decreto Legge numero 223, al fine di poter avere un quadro chiaro della situazione, anche in vista del concomitante rinnovo delle concessioni ippiche e sportive, ed avere cosl la possibilità di esprimere una documentata opinione sul tema”. I sindacati dei concessionari - per ottenere dalle banche le necessarie fideiussioni, avevano inoltre chiesto ad Aams una proroga al 31 ottobre 2006 dei termini di consegna della documentazione riferita al rinnovo delle concessioni ippiche e sportive, fissati dall’Amministrazione nel 28 luglio 2006 per le concessioni ippiche e nel 9 agosto 2006 per quelle sportive. Il “no” dei Monopoli ha scatenato la reazione di una parte della categoria, che sta inviando in queste ore a pìazza Mastai un documento di autotutela, che mette in mora l’Amministrazione autonoma dei Monopòli di Stato, accompagnato dalla richiesta di una convocazione urgente da parte del Governo. Le garanzi’ richieste, spiegano le agenzie, necessitano di” un iter burocratico complesso e lungo, inconciliabile con i pochi giorni concessi da Aams per la presentazione della documentazione”. La partita è ancora aperta e dovrebbe culminare in una manifestazione organizzata per giovedi 3 agosto a piazza Mastai, sede dei Monopoli di Stato.
|