(a.c.) - Con una lettera aperta, il Presidente del SICON (Sindacato Imprese Concessionarie), Raffaele Palmieri, chiama a raccolta tutti gli operatori del settore scommesse per la manifestazione che si terrà a Roma, presso Piazza Mastai, giovedì 3 agosto. "Questo appello - è scritto nel documento - è rivolto a chi sente di aver dato un contributo alla nascita,alla crescita ed al consolidamento di questo settore: concessionari, providers, operatori tutti. E' un appello alla vostra dignità di imprenditori, piccoli o grandi che siete, alla vostra capacità di salvaguardare le proprie attività, per il riconoscimento della nostra capacità di adempiere a tutti gli oneri che questa attività comporta. Mi rivolgo a voi 'facchini del fisco', che con certezza e puntualità avete alimentato le casse dello Stato; a coloro che con investimenti ingenti hanno dato valore e crescita a questo mercato, e che con professionalità hanno dato qualità ai servizi, trasparenza e sicurezza al gioco;a chi ha creato oltre 20.000 posti di lavoro, a chi ha subito una concorrenza sleale ed indebita, a chi senza alcun giustificazione si ritrova oggi azzerato, svilito,mortificato da questa riforma e dalla tracotanza dei propri interlocutori. Fieri ed orgogliosi di quello che abbiamo creato, sappiamo bene che il futuro è incerto e che le norme appena introdotte apriranno anche a quelli che, per anni non hanno voluto e/o potuto stabilirsi nel nostro Paese, o che, per anni e per grazia ricevuta, in modo parassitario, hanno tratto profitto dal nostro lavoro. Non è tempo di timori, piuttosto è tempo di rivendicare con forza i nostri diritti ed interessi legittimi. Dulcis in fundo mi rivolgo ai rappresentanti della maggiore associazione di settore, nella quale per anni gli esterni hanno identificato la nostra categoria, affinché invitino i propri associati a manifestare insieme, con tutta la forza e il dissenso che più volte in questi giorni sono stati manifestati su questa manovra. Il giorno 3 agosto si manifesti che si smette di servire e che si l'intero settore si può fermare, dando un segnale inequivocabile ai rappresentanti dello Stato, che ci definiscono intermediari ma di fatto ci considerano servi e ci chiedono di prestare garanzie senza fornire alcuna garanzia. Denunciamo insieme tutto il nostro disappunto - conclude Palmieri - e lo sconcerto di fronte ad una situazione grave e pericolosa per il futuro delle nostre imprese. L'unità, la determinazione, essere convinti delle proprie ragioni è un obbligo,rimanere vicini ma distinti ci porterà poco lontano". |