Ultima frontiera la battaglia contro il fantasma Epo
MARCO TRENTINI Eritropoietina, ultima frontiera. Una frontiera che se per l’uomo è ormai ben definita, per quanto riguarda i cavalli è ancora tutta da scoprire, da capire. L’esplosione del caso arriva dagli Stati Uniti, dove è stato riscontrato l’uso della sostanza da parte di un trainer che stava viaggiando ad altissime percentuali di vittorie. Un caso che ha fatto molto rumore e scoperchiato quello che può essere considerato il futuro prossimo del doping sui cavalli. Ma con molti punti interrogativi ancora da chiarire. Perché il trainer ha potuto essere scoperto solo ed esclusivamente grazie a un’importante operazione di intelligence, simile a quelle utilizzate contro i narcotrafficanti. In pratica un agente è stato infiltrato nella scuderia oggetto dell’indagine e spacciandosi per sei mesi per artiere ha raccolto le prove che hanno inchiodato il colpevole. E tutto ciò non è un film poliziesco, è la realtà contro la quale oggi potrebbero trovarsi a lottare i laboratori antidoping di tutto il mondo, al momento impegnati nello studio di quello che sta accadendo. La pratica sembra essere ormai molto diffusa negli Stati Uniti, soprattutto al trotto, e sta creando un notevole allarme, sia nelle organizzazioni centrali, che temono pesanti ricadute sulla credibilità delle corse, che nel settore stesso, visto che sia nel breve termine sia nel lungo le distorsioni derivanti dalle vittorie ottenute grazie a un doping pesante possono causare danni irreparabili. Le attività di intelligence sono l’unica risorsa al momento disponibile e parlano di utilizzo di Epo cosiddetta sintetica (per i cavalli verrebbe usata quella umana, comunque esogena) in dosi apparentemente minimali. Un trattamento che comincerebbe con un vero e proprio kit di ingresso e che sarebbe poi giornaliero. E che, a quanto si dice, porterebbe a un vero e proprio salto di qualità nelle prestazioni del cavallo. Il problema è che sotto il profilo puramente scientifico per ora non ci sarebbero evidenze. Né del fatto che venga effettivamente riscontrata l’Epo, né soprattutto che l’utilizzo secondo i dosaggi trapelati abbia veramente effetto sul fisico dei cavalli trattati. I test per rilevare l’utilizzo di Epo sono costantemente effettuati da tempo ormai da tutti i laboratori antidoping europei, ma nessuno ha ancora potuto trovare un riscontro. Test che sono all’avanguardia, che vanno ad esplorare l’Rna e il Dna per scoprire prima di tutto quali effetti possano esserci sul fisico del cavallo, ma che non hanno trovato in Europa alcun positivo. Anche in Francia, dove viene effettuato il maggior numero di controlli sui campioni e dove la lotta all’utilizzo di Epo è da tempo all’avanguardia, visto che proprio nel laboratorio francese è stato messo a punto il test che oggi viene utilizzato sugli uomini. La lotta all’Epo sembra insomma la battaglia dell’immediato futuro, anche se fra i ricercatori dell’antidoping è ben chiaro quello che sarà il domani, fatto di terapie geniche che portino alla produzione extra di eritrociti senza l‘utlizzo di farmaci. E forse proprio guardando avanti sarà possibile arrivare a scoprire quello che sta succedendo oggi. Intanto rimangono aperte tutte le domande relative all’Epo cosiddetta sintetica, questo fantasma che si aggira intorno all’ippica. Una sostanza che come è ormai noto viene utilizzata, ma che allo stesso tempo scientificamente non sembra avere alcun effetto e non lascia comunque tracce. Quella che secondo l’intelligence è un killer perfetto, ma secondo la scienza è forse un gigantesco bluff.
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