Tre spine per Giulia Grif Giaad, Ghibellino e Gruccione Jet tra la regina e il trono del Nazionale
MICHELE FERRANTE MILANO Quattro candidature forti e due poco meno, in una delle edizioni più aperte del Nazionale, per la prima volta articolato in batterie e finale. Proprio le due prove del 28 giugno, vinte da Giaad e Giulia Grif, hanno allargato il club dei pretendenti all’ingresso in un albo d’oro che, dai primi Anni 90, comprende un paio di grandi campioni. CAMPIONI Il primo è Viking Kronos, il Fenomeno del 1998 capace di fermare Varenne prima divenire travolto nel Derby. L’altro è Daguet Rapide, in assolo tre anni fa mentre si trovava in fase di decollo verso una carriera poi straordinaria. Alla categoria «campioni» semplici appartengono invece Nevaio (nel 1991 vinse anche il Derby ma a 4 anni si eclissò) e Sec Mo, (raddoppio nel Derby 1995 e poi molto concreto). COMPLETA Non si può prescindere da Giulia Grif, il concorrente più completo per carriera (Emilia e Italia i suoi GP) e per la forma tornata al top nella batteria. Il cruccio è la tradizione. Amity Lb (2000) è l’ultima femmina a segno, ma per trovarne un’altra si deve risalire al 1986 (Fenech Om) scivolando poi all’82 con Bangie Bi. UN DIFETTO Tutti gli altri hanno qualcosa da farsi perdonare. La forma è il pezzo forte di Giaad, ma la poca esperienza (è al primo GP) e l’impossibilità di sfruttare il fattore sorpresa sono le contro- indicazioni. TROPPO BRUTTI Ghibellino e Gruccione Jet sono la coppia dei «troppo brutti per essere veri». Ghibellino (1° nel Veneto) ha subito nettamente Giaad in batteria, mostrando problemi di andatura, mentre Gruccione ha badato al sodo (qualificazione) con standard lontano da quello vittorioso del Giovanardi. INCOMPIUTI Giuseppe Bi e Glen Kronos hanno la faccia degli incompiuti. Al primo (battuto da Giulia in batteria) sembra mancare un pizzico di qualità per essere un numero uno, mentre per lo «svedese» di Lufti Kolgjini (l’uomo di Viking Kronos) il problema è l’assetto, la garanzia di sviluppare un percorso simile a quello vittorioso nel Città di Napoli, ben diverso da quello chiuso con rottura in batteria, prima del ripescaggio. SORPRESE Ne restano quattro, due potranno contare su mani d’oro: quelle di Enrico Bellei per Grande Armee («Ho scelto il n. 9 in scia a Giulia Grif, da qualche parte mi porterà») e quelle di Jos Verbeeck per Gaiantez. Il numero 8 è una condanna per Giordy Bi, compagno di Giaad e pur sempre vincitore di Elwood Medium. Infine Gerard, molto meno fanalino di coda di quanto sembri.
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