Italiani ad Ascot delusioni in pista vita dura in tribuna Ci hanno fatto un sortilegio. Non si erano mai visti tanti italiani in pista e in tribuna, con molti alla prima esperienza, e siamo tutti cistil Perfino Lanfranco Dettori, che Io scorso anno a York era rimasto maiden, è ancora inchiodato a quota zero. A togliergli il gusto del successo, dopo Ouija Board che ha impallinato Electrocutionist, è arrivato anche Jamie Spencer che nel Sandringham Handicap si è inventato un finalone in tempi normali da secondo posto con recriminazioni per freddare Frankie e la sua La Mottie. Ieri, oltre a Electrocutionist, c’erano altri quattro nati e allevati in Italia: Mednaya (Compagnia Generale) ha fatto ennepì nelle Jersey, Pride of Nations (Deni) ha mandato tutti in bianco da favorito della Royal Hunt Cup finendo tredicesimo, dietro all’altro italiano Dabbers Ridge (Franco Castelfranchi). Per finire Adeje Park (Marco Bozzi) è finita tra le battute del Sandringham. Niente da fare, abbiamo la scimmietta sulla spalla. Colpa dei favoriti “inglesi” (e complimenti all’intramontabile Soviet Song che ha vinto le Windsor Forest Stakes) Colpa di quelli che si sono inventati il nuovo Ascot. Anche troppo nuovo. «Bello, dawero bello, però nei posti dove siamo adesso, per 78 sterline al giorno, le corse quasi non si vedono. E poi quei commissari, non si può andare a dirgli due cose... Martedì avevo Peeress a 3/5 piazzata e non mi hanno fatto prendere» si lamenta il Biondo, veterano di Royal Ascot che sta pensando seriamente di mettersi la tuba dal prossimo anno, perché «pinguinato spero di vedere le corse». Sono dawero tanti i fedeli venuti da tutta Italia a celebrare il rito di Royal Ascot. C’è chi ha l’entusiasmo della prima volta e chiede dove si trova il negozio dei souvenir. C’è chi si muove come un inglese e grida “fuck” quando il suo cavallo viene stampato. C’è un allenatore milanese che, dopo aver puntato a 28 contro i Akona Matata nella Royal Hunt Cup su dritta di Clive Brittain, si trova in tasca zero sterline perchè il cavallo è arrivato terzo. E non c’era neanche un bottone di piazzato. E chi cerca di godersi uno spettacolo che è troppo inglese per noi, soprattutto dopo la trasformazione della tribuna in un immenso ristorante- bar (più il secondo). Ci sono anche i cavalli, per fortuna, e c’è un po’ del vecchio genio italico. Ieri, tra tanti stirati, c’era uno che sorrideva. Federico Barberini ha esultato per la vittoria di Jeremy nelle Jersey Stakes. L’allievo di Michael Stoute, infatti, è figlio di Glint in Her Eye, una fattrice comprata dal giovane agente romano per un milione di dollari alle November. Complimenti, domani è un altro giorno e gioca l’italia. FR
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