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Lo Sportsman: L’Unire di Panzironi (20.06.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 20/6/2006
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BILANCIO DOPO TRE ANNI DI GESTIONE
L’Unire di Panzironi

In attesa di poter intervistare il nuovo Ministro dell'agricoltura Paolo De Castro per conoscere quali sono i suoi programmi relativi al mondo dell’ippica. Ci è sembrato interessante chiedere al Segretario Unire Franco Panzironi di fare un bilancio della sua gestione.
«Un triennio, ma potremmo dire tre anni e mezzo, all’insegna del risanamento. E' stato questo il cammino dell’Unire dal 2003 ad oggi. Un cammino iniziato tra mille problemi, difficoltà e qualcosa come 850 miliardi di vecchie lire di debiti che in alcune occasioni hanno messo in forse la sopravvivenza stessa dell’Ente. Oggi si vede uno spiraglio di luce creato soprattutto dal successo, certamente perfettibile, ma innegabile, delle nuove scommesse e da quanto è stato fatto proprio in questi ultimi tre anni abbondanti. E' stato un percorso pieno di ostacoli, fatto di sacrifici e di rapporti non sempre idilliaci con la vera base dell’ippica, le categorie, espressione di una dialettica a volte inevitabilmente accesa, ma sempre improntata alla massima collaborazione e al miglioramento della situazione attuale. Se oggi si riscontra un incremento di oltre il 28% relativamente agli incassi provenienti dalla Tris e dalle scommesse ad essa assimilate e di oltre il 3% per quel che riguarda il movimento sulla rete dedicata è perché comunque si è riusciti a produrre qualcosa di nuovo e per certi versi a migliorare, quello che c’era grazie anche all’appoggio delle istituzioni».
Eppure le premesse non erano incoraggianti... «L’Unire vantava una massa enorme di crediti derivanti dalla vicenda dei minimi garantiti che per vizi vari erano diventati inesigibili. C’è stato un arbitrato che, purtroppo, ha dato ragione agli assuntori di scommesse. Spesso l’Ente è stato accusato di mancanza di autorevolezza nei confronti degli agenti inadempienti, ma va detto che in molte occasioni in cui l’Unire, come da suo diritto, ha “staccato” qualche concessionario, si è poi trovato a fare i conti con i ricorsi presso i vari organi di giudizio che, quasi sempre, hanno consentito agli inadempienti di proseguire nella loro attività. La legge 200, che da più parti, è stata vista come deleteria, è stata invece fondamentale, un vero elemento di salvataggio. Ci ha permesso di incassare comunque parte di quei crediti e ha riordinato la questione. Senza di essa probabilmente l’Ente sarebbe sparito».
Una volta sistemata la questione minimi si è iniziato a guardare avanti... «Abbiamo pensato alle scommesse, coi risultati che abbiamo già citato, ma non solo. Se le scommesse, e quindi gli incassi da esse derivanti, rappresentano un punto essenziale dell’attività dell’Ente, va altresì riconosciuto che la stessa non si è esaurita in un unica direzione, ma ha effettuato altri percorsi portati avanti tutti con impegno e con l’obiettivo di migliorare la situazione ereditata tre anni addietro. La lotta al doping, ad esempio. L’attività di controllo è sensibilmente migliorata. L’impegno dell’Unire si è tradotto in 26618 analisi post corsa nel 2004 e 25.003 nel 2005 con una sensibile diminuzione dei casi di positività acclarati a conferma che la migliorata attività ed efficienza dell’Ente in quest’ambito ha assolto anche una funzione deterrente. Peraltro la percentuale di positività riscontrata è stata davvero minima in rapporto al numero di corse che vengono effettuate ogni anno nei 43 ippodromi nazionali. Le inchieste che la magistratura ha portato avanti all’interno del comparto ippico si sono peraltro sempre avvalse della piena e totale collaborazione da parte dell’Unire. Anche qui c’è comunque ancora da fare. Stiamo lavorando sui controlli antidoping relativi a fantini e guidatori, ma abbiamo bisogno di una maggior concertazione a livello europeo e di parametri ad hoc che tengano conto della particolare attività e delle esigenze di questa categoria dì ”atleti”, specialmente per quel che riguarda i fantini».
Un altro punto dove l’Unire ha cercato di impegnarsi è quello della promozione. «Se le inchieste, la lotta al doping e le susseguenti azioni disciplinari rappresentano un po’ la parte oscura del mondo ippico, a fare da contraltare c’è stata effettivamente l’opera promozionale che, spesso in accordo e collaborazione con le società di corse, ha contribuito in non troppo frequenti ma significative occasioni a riportare in massa il pubblico all’interno degli ippodromi. Basti pensare ad Agnano col Lotteria, al Campionato Europeo di Cesena, al Derby di trotto e all’ultimo esempio del Derby di galoppo alle Capannelle con oltre 10.000 persone presenti nello splendido impianto della via Appia. In queste occasioni, così come a Fieracavalli, si è potuto riscontrare come l’attenzione e l’amore del grande pubblico verso l’universo rappresentato dal cavallo siano non solo intatti, ma addirittura in clamorosa crescta. Un amore e un interesse che l’Unire ha cercato di incoraggiare anche con iniziative volte a settori alternativi a quello puramente agonistico. Quello di una riscoperta dello spettacolo ippico “dal vivo” da parte del pubblico è uno degli obiettivi fondamentali da inseguire nella futura attività dell’Ente sicuramente attraverso la creazione di giornate-evento e il miglioramento dello spettacolo tecnico, ma anche e soprattutto grazie a un’efficace opera d promozione nel quale l’Unire dovrà essere affiancata, assai più di quanto non sia accaduto sinora, dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato che è l’esattore erariale delle scommesse e quindi uno dei primi beneficiari dell’attività stessa dell’Ente, e dalle istituzioni locali. Ci avevano promesso un certo supporto economico che non è arrivato. La sensazione ricorrente è quella di un’ippica che in quelle stanze continua ad essere figlia di un Dio minore, malgrado il suo movimento sia più vivo di altri».
Capitolo ippodromi... «Abbiamo riservato una particolare attenzione alle strutture. Sono stati elevati gli standard di sicurezza degli ippodromi rapportandoli a quelli di altri paesi ippicamente evoluti. Questo in qualche caso ha comportato anche un confronto serrato con le società di gestione, ma il risultato è che tutti gli impianti oggi dispongono di uno standard di sicurezza elevato. Si sta lavorando sulle convenzioni con un modello perfettibile, ma che costituisce comunque una buona base di partenza per il futuro e che ha consentito la realtà in pieno sviluppo, come ad esempio quella dell’ippodromo Mediterraneo di Siracusa, di migliorare la qualità dei servizi offerti agli operatori e agli appassionati».
Qualche problema nell’ambito tecnico c’è stato. « il settore dove dobbiamo migliorare e in effetti è quello su quale in questo momento ci stiamo impegnando maggiormente. A giorni sottoporremo alle categorie la bozza dei nuovi regolamenti, ci attendiamo dei rilievi formulati però sulla base di interessi oggettivi e non personalistici. Cercheremo di valutarli, se possibile di accoglierli e poi vareremo la stesura definitiva di quello che sarà il nuovo codice tecnico dell’ippica italiana».
Soddisfatto dei risultati dei nostri cavalli? «Sul piano agonistico le prestazioni dei nostri prodotti sono state più che soddisfacenti. Anche all’estero ci siamo fatti valere in più occasioni, ma soprattutto sembrano ottime le prospettive. Tramontata l’era Varenne c’era
effettivamente il rischio di un contraccolpo negativo in termini di popolarità. L’Unire lo ha superato grazie soprattutto alla vitalità dell’allevamento italiano che ha continuato a produrre cavalli in grado di confrontarsi al meglio in Italia come all’estero. I lusinghieri risultati ottenuti dai nostri trottatori nell'ultimo scorcio di stagione e la vittoria di un cavallo italiano come Electrocutionist in Dubai nella corsa più ricca del mondo costituiscono esempi inconfutabili di una competitività che prosegue nel tempo. Sono stati tre anni e mezzo vissuti pericolosamente, ma che hanno avuto l’indiscutibile merito di rendere evidente la vitalità e i margini di ripresa di un settore dato forse troppo presto per moribondo e ci sono tutti i presupposti perché la ripresa continui». LC


 
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