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Lo Sportsman: Una dozzina di Toss Out in più (10.6.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 10/6/2006
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LA CTC HA DECISO DI NON REGISTRARE DODICI 2 ANNI, MA SONO STATI VENDUTI

Una dozzina di Toss Out in più

Marco Trentini

Scoppia un nuovo caso nel trotto, quello di dodici puledri (nati nel 2004, quindi della lettera "I”) che ieri, nel corso della riunione della Ctc, sono stati ufficialmente esclusi dalle corse. Si tratta di dodici figli di Toss Out, tutti al­levati dai Biasuzzi, alcuni di essi passati e venduti alle Aste. La motivazione che ha portato al mancato rilascio del libretto se­gnaletico sta nel fatto che il nu­mero di prodotti di Toss Out sarebbe di 161, quindi undici più di quanto consentito dal rego­lamento che fissa a 150 il limite massimo. In realtà, la produzione di Toss Out, relativa ai prodotti da registrare in Italia, sembra sia stata di 149 nati con coperture ef­fettuate nel nostro Paese più, appunto, i dodici sopra citati, le cui madri sarebbero state co­perte in Germania. E il fatto che le madri dei dodici siano state co­perte all'estero non è stato ri­tenuto valido ai fini della regi­strazione. «È una vicenda che parte da lon­tano - spiega il Presidente Anact Roberto Brischetto -. Più preci­samente da quando all'Anact sono arrivate le pratiche per il ri­lascio dei libretti dei cavalli. Il conto dei prodotti da Toss Out era arrivato a quota 161 quindi oltre il limite. E a quel punto, parliamo del maggio 2005, l'Anact ha segnalato il fatto all'Unire attendendo una risposta in me­rito a quello che si sarebbe do­vuto fare riguardo alla registra­zione di questi prodotti in più». Un caso che è stato segnalato agli organi competenti oltre un anno fa, quindi, ma nel frattempo sono successe molte cose. «L'Unire ha chiesto un parere al Mipaf e le cose sono andate quindi per le lunghe. Intanto era stata chiarita la norma in questione, che nella prima stesura presentava qual­che possibilità di incompresione, specificando che possono essere registrati al massimo 150 prodotti per stallone da fattrici iscritte al nostro libro genealogico. Quindi con questo chiarimento è diventato palese che la procedura di copertura in Germania con suc­cessiva iscrizione al registro ita­liano non sarebbe stata più pos­sibile in futuro. Intanto però non è stato decretato alcun provve­dimento per quanto riguarda i dodici puledri, che quindi hanno potuto essere presentati alle Aste o venduti. E giovedì pomeriggio la Ctc ha votato a maggioranza, 11 a 4 (i rappresentanti degli allevatori) che non dovessero es­sere registrati».

Nel frattempo però qualcuno li ha acquistati e mantenuti. E qual­cuno di loro è magari pronto per la qualifica... «Questo è il grosso problema. Tutto va a scaricarsi sull'utente finale, quindi l'attuale proprietario dei cavalli, che si tro­va in mano un soggetto che, non potrà correre. Per questo abbia­mo chiesto che si trovasse una via d'uscita, magari sotto forma di una sanzione per lo stalloniere, ma non c'è stato nulla da fare. ll Regolamento, è stato applicato alla lettera e ora ci sono solo da attendere i risvolti legali. Perché il proprietario attuale dei cavalli ha subìto indubbiamente un danno ed è impossibile che non cerchi giustamente di tutelarsi al me­glio, quindi magari intraprenden­do cause pesanti. In questo caso forse si poteva guardare più ai risvolti economici dell'accaduto che alla stretta applicazione di un Regolamento che comunque nella stesura precedente lasciava spazio a dubbi. Comunque è da tempo che seguo passo dopo passo la vicenda e avrei voluto che finisse in maniera diversa, in­ modo da provocare meno danni possibile»

E le ripercussioni non tarderanno ad arrivare, perché qualcuno dei ­dodici puledri ora esclusi pro­babilmente era già in avanzato stadio di preparazione e quindi non sarà facile spiegare all'attuale proprietario, che un cavallo re­golarmente acquistato, magari al­le Aste, non potrà mai scendere in pista. E anche da parte dei Biasuzzi probabilmente ci sarà una controffensiva, visto che la normativa in passato lasciava spa­zio a più di un'interpretazione e quindi poteva essere anche letta in maniera da legittimare l'operato. In realtà il procedimento utilizzato dai Biasuzzi non è una novità, visto che è abbastanza diffuso anche all'estero, soprat­tutto in Svezia, dove gli allevatori utilizzano coperture in altri Paesi per superare il limite di 25 pro­dotti fissato per gli stalloni fun­zionanti all'estero abilitati alla re­gistrazione dei prodotti allo stud­book nazionale. Un bel problema anche per i Biasuzzi, certamente, ma anche per l'Anact, che ha organizzato le Aste alle quali han­no partecipato sette dei dodici puledri. Per Brischetto un problema da affrontare, che si incastra con la riorganizzazione dell'Associazio­ne che ha visto una nuova tappa nel Consiglio effettuato merco­ledì. «È stato un Consiglio im­portante nel quale si è lavorato parecchio, affrontando una lunga serie di temi di grande rilevanza. Confermo che abbiamo un grup­po di lavoro, molto forte, che sta iniziando a funzionare molto be­ne. Ci sono professionalità im­portanti che stanno dando il loro contributo per la vita dell'Asso­ciazione. Stiamo lavorando per dare una veste organizzativa di­versa, più professionale, all'Asso­ciazione. Attraverso anche una razionalizzazione della parte eco­nomica. Pure per quanto riguar­da le Aste ci saranno novità. In­somma è partito un processo di normalizzazione che sono sicuro darà frutti importanti». In attesa del confronto con il nuovo Ministro e naturalmente con i vertici dell'Unire... «Certa­mente. E sarà un confronto costruttivo. Come ho sempre detto l'Anact può avere un ruolo cen­trale, di catalizzatore, per tutto il settore, una specie di riferimento per tutte le Categorie, senza però schiacciare gli altri».

 
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