El Nino, tifone ammansito In inverno ebbe la piroplasmosi Ora cerca il successo dopo 6 mesi
SANDRO CEPPARULO Quattro secondi posti nelle ultime 9 uscite. Potrebbero starci, se le corse in questione non fossero il Continentale, il Turilli, il Regione Sicilia e il Repubblica. Di fronte ai nomi di queste grandi prove ciò che parrebbe normale diventa un caso. Ed è quello di El Nino, il figlio di Stallone Jet che dall’agosto dell’anno scorso — quando vinse come un reattore (1.12.7, record della corsa) il classico Dante Alighieri — era diventato la vera novità del nostro trotto, il cavallo con limiti da scoprire di volta in volta. Come i campioni veri. IN RITIRATA Poi una sorta di ritirata, giustificata solo in parte dal riposo invernale, e il rilancio faticoso: non piazzato a S. Siro al rientro, secondo a Palermo e ancora secondo a Bologna. «Sul piano teorico, lui in testa e in pista piccola non dovrebbe perdere una corsa come quella dell’Arcoveggio. Però le cose nella vita spesso non vanno come vorresti. Lui non è andato bene ma neppure male, così riproviamo domenica a Firenze nel Duomo, anche se il tempo per recuperare fra le due corse è un pò poco». Chi parla è Claus Hollmann, il suo trainer tedesco, 39 anni, in Italia dal 1993, quando arrivò nello staff di Wim Paal e attualmente a Migliano Pisano con circa 60 cavalli in allenamento. CONTAGIO Scandisce un buon italiano ed è gentile, quasi felice di far sapere che cosa pensa del suo miglior cavallo. «Dopo l’Encat in gennaio, che corse male, lo fermammo perché qualcosa non andava. Aveva tutti i valori del sangue fuori norma e la piroplasmosi (una malattia del sangue trasmessa per contagio dalle zecche, ndr) in atto e, se vogliamo, fuori stagione. Male anche il fegato. Il cavallo è stato curato e ha riposato. Non c’era nulla di più da fare. Lo abbiamo atteso come si doveva e poi il rientro. Se debbo dire che mi ha convinto sarei bugiardo, ma io credo che gli vada dato tempo». CON I FERRI C’è però quell’ultima corsa bolognese, il Repubblica, che non convince. Una resa a metà retta che anche Claus Hollmann non sa spiegare. «Anch’io mi sarei atteso qualcosa di più. Però ha corso scalzo e può essere che abbia accusato qualche dolore. Accade in soggetti di grande mole come è lui. Infatti domenica a Firenze correrà con i ferri anteriori e credo che tutto andrà meglio. Il tempo gioca a suo favore. E poi, a dire il vero, la corsa non ci oppone grandi rivali. Sembra un’occasione per ritrovare la vittoria dopo 6 mesi». NUMERO UNO La posizione allo steccato non consola troppo Hollmann. «Il numero 1 non è mai facilissimo, ma ora lui parte con più sicurezza. L’ha acquisita con il tempo e poi non ha zoppie. Insomma, non ci sono grosse controindicazioni. Certo, dobbiamo correre e vincere. Solo così la condizione migliore può venire». Ma il caso resta aperto.
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