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Lo Sportsman: Il Boy di Trieste (6.6.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 6/6/2006
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PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: UNA VITTORIA INATTESA MA DI GRANDE SODDISFAZIONE PER IL DRIVER TRIESTINO
Il Boy di Trieste

Paolo Romanelli ha sbancato la classica di casa con Floriboy
IL DRIVER TRIESTINO SI RACCONTA DOPO L’INATTESO PRIMO PIANO CON FLORIBOY VITA AL MONTEBELLO
Mr Paolo Romanelli il perfezionista

Una vittoria in casa vale doppio. Vale un’esplosione di gioia tale da provocare un infortunio al driver... «Quando sul palo ho alzato la frusta, mi sono procurato uno strappo alla spalla» racconta Paolo Romanelli, che ha sbancato a sorpresa il Presidente della Repubblica di Trieste. Come si festeggia la vittoria in un gran premio? Al ristorante? A casa con la faniglia? Paolo Romanelli, che domenica a Montebello ha portato al succeso a grossa quota Floriboy Vita nel Presidente della Repubblica, ha scelto, forzatamente, una terza via, quella del fisioterapista. «Ho passato la mattinata a farmi massaggiare. Domenica, quando sul palo ho alzato la frusta, mi sano procurato uno strappo alla spalla. Niente d grave, sono gli incerti del mestiere, ormai devo con vivere con mal di schiena e dolori vari". Per Romanelli, triestino doc, la vittona in quella che è la classica più tradizionale del Montebello vale doppio, o forse, anche triplo... «È stata una grande gioia, per di più una gioia inattesa. Ero convnto che Floriboy potesse correre bene, ma vincere non era certo nei peventivi. Le mie titubanze erano legate al fatto che il mio è un cavallo grande, non proprio adatto a tracciato di Trieste, sul quale aveva corso soltanto al debutto, Dopo la sgambatura ho capito di poter giocarmela con una certa fiducia, almeno per un piazzamento. E andata come è andata e sono qui a raccontare come ci si sente dopo una vittoria di un certo peso».
Adesso Floriboy non può più ”nascondersi”: il Triossi è alle viste. «A questo punto al Triossi lo devo per lo meno iscrivere. La pista grande è quella più gradita, però vedremo come il cavallo ha preso la corsa di domenica e come lavorerà nei giorni successivi. Parlerò con il proprietaro, Roberto Cergol, e poi si deciderà, in maniera collegiale come piace a me. Cergol è anche un piccolo allevatore, ha un pao di fattrici e una grande passione. Ha acquistato Floriboy da puledro, dopo i primi lavori».
Romanelli passa per essere un perfezionista. "È vero, lo sono. A volte anche in maniera esagerata. Però credo che alla lunga questo mio modo di fare premia". Perfezionista e grande organizzatore, «L’organizzatrice è mia moglie Gloria, alla quale ho delegato la conduzione del nostro centro di allenamento in Friuli, a cinque chilometri da Palmanova. È un bel complesso, al quale non manca nulla, anche se forse è un pò decentrato rispetto alle piazze più importanti". Al momento quanti cavalli ha in allenamento? «Abbamo una quarantina di cavalli da corsa, più una trentina di puledri, quindici dei quali pronti a fare la qualifica. Lavorano su 2.15 alla ghighetta, alcuni di loro si muovono partcolarmente bene. Restando all’attualità: archiviato i Presidente della Repubblica c’è da pensare alla trasferta di domenica prossima a Firenze, per Etruria Filly e Duomo. «Tra le puledre schiero Gingerace Atc, che faccio più che interessante; peccato per il numero che non ci favorisce. Nel Duomo presento il giovane amercano Really Charming, che ha grande parziale, ma deve ancora ambientarsi al nostro clima agonistico. Siamo in seconda fila, lungo la corda, la mia intenzione è quella di tenerlo ancorato li per insegnargli a correre sotto».
Paolo Romanelli da qualche anno a questa parte è assieme a Roberto Vecchione il numero uno del Nordest. «I risultati in effetti cominciano a essere abbastanza consistenti. Devo dire che il mio materiale ha fatto un salto di qualità da un anno e mezzo a questa parte, vale a dire da quando il mio centro può disporre della pista tonda, da ottocento metri, mentre prima potevo lavorare solo in pista dritta. Con Vecchione sono legato da un’arnicizia fraterna. E sino a quando Roberto è rimasto di stanza a Montebello mi sono spesso avvalso della sua bravura di guidatore, che è sicuramente molto superiore alla mia. Ma ora che si è trasferito in Emilia, sono “costretto” a guidare con più frequenza: tutto sommato le cose stanno andando bene, le percentuali sono buone, anche se mi considero soprattutto un allenatore".
Ma quale è il background di Romanelli? «Sono sempre stato un appassionato di cavalli, da bambino andavo a sella, poi ho cominciato a frequentare Montebello, anche perche avevo casa nelle vcinanze dell'ippodrorno. Ho inizato a lavorare da Gianni Portolan, amico di famiglia, poi sono stato in America un anno da Per Henrksen, da cui ho soprattutto imparato come si gestsce una scuderia. Tornato a Treste, ho collaborato con Antonio Quadri e poi mi sono messo in proprio, all’inizio con un paio di cavalli. Piano piano sono arrivati i proprietari e con loro la scuderia è cresciuta».
Per Romanelli è risultato determnante il fatto di conoscere Joze Clemencic. «Clemencic è un imprenditore sloveno dalla grande passione per il trottatore; ha un gran numero di cavalli e un centro ai confini con la Croazia, nel quale è cresciuto Floriboy Vita, molto bello. In Slovenia e in Croazia la passione per il trotto è genuina e contagiosa. Non vorrei sembrare esagerato, ma quando vado a vedere le corse da quelle parti mi sembra di essere in Svezia, tanto è calorosa la partecipazone del pubblico. Un’esperienza che consiglio, tanto più che la Slovenia è anche molto bella dal punto di vista turistico".

 
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