Il Museo del cavallo scatena la polemica Fise-Capannelle Il presidente federale Croce «Un nuovo centro al Vivaro» Ma Mei rivendica il progetto
«A pensar male forse si fa peccato, ma il più delle volte non si sbaglia». Non usa i mezzi termini Enzo Mei, presidente di HippoGroup Capannelle, per spiegare il pasticciaccio che si è creato a distanza tra i vertici del mondo equestre romano. Oggetto della contesa il primo Museo interamente dedicato al cavallo e ovviamente la paternità del progetto. Ieri, nella calda cornice di Piazza di Siena, il presidente della Fise Cesare Croce ha illustrato il «suo» Museo, che troverà la propria sede ideale nel Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro, a Rocca di Papa, acquistato dal Coni nel mese di aprile. «Aver rilevato la struttura è stato il primo passo indispensabile per proporre iniziative non più di carattere sporadico — ha affermato Croce — ma per offrire ai tanti appassionati una programmazione più ampia. E i Pratoni sono il contesto migliore per un Museo che si proporrà di creare anche un indotto turistico attorno al mondo del cavallo». Una parola dietro l’altra, cresce l’orgoglio del presidente, che parla già di sinergie con la Regione, la Provincia di Roma e i comuni del comprensorio dei Castelli romani, certo di aver ottenuto (oltre a un ricco finanziamento statale di un milione e 270 mila euro) un sostegno politico trasversale. Ma per rivendicare la paternità del progetto alza la voce Enzo Mei: suo è stato il primo allungo per la nascita di un museo del cavallo sportivo all’ippodromo di Capannelle. L’idea è stata ufficializzata il 7 maggio scorso, presente il sindaco Veltroni, e consiste nella costituzione di un Parco con funzioni di polo culturale per spalancare le porte dell’ippodromo romano al variegato universo degli sport equestri (e non solo all’ippica). «Ho appreso da un comunicato che avrebbero presentato questo progetto per i Pratoni del Vivaro — spiega Mei —, ma ho già parlato con Croce perché mi sembrava singolare che la Fise fosse stata abilitata a dare parere non favorevole alla costituzione del “nostro” museo, che sarebbe rimasto patrimonio della città (visto che l’impianto delle Capannelle è di proprietà del Comune), e poi a proporlo in una struttura di sua proprietà. Noi comunque andremo avanti e anzi cercheremo di difendere i nostri diritti». Un’altra gatta da pelare per chi siederà in Campidoglio da lunedì?
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