LO SPETTACOLO E’ IN PISTA. LOTTIAMO PER QUESTO. Che spettacolo sanno dare i cavalli in pista, quanta folla accorre negli ippodromi di quei Paesi dove l’ippica cammina sicura senza gli aiuti (!) e le cervellotiche invenzioni dei “Panzironi”! Lo spettacolo dell’Elitlopp ce lo siamo goduto tutto, da cima a fondo, pensando solo ad ammirare i campioni che sfilavano in passerella davanti ad un pubblico accorso da tutt’Europa che faceva un tifo calcistico. Venticinquemila spettatori (proprio come nei nostri matinée prediletti dal segretario dell’UNIRE e dai suoi mentori, vero?) hanno tifato per i loro beniamini ed alla fine hanno sportivamente applaudito un fuoriclasse assoluto, il francese Jag de Bellouet che dopo una batteria incerta, ha messo in campo nella finale tutta la sua terrificante potenza, vincendo in uno stratosferico 1.09.04. Grande prestazione di Lets Go, importato con i colori italiani, che è riuscito nel finale ad avvicinare il “mostro”, terminando ad appena un decimo di secondo, e guidato da un Bellei che ha dato fondo alla sua eccelsa classe costruendo per il suo allievo una corsa – capolavoro. Ogni tanto, lo confessiamo, ad ogni intervallo tra le grandi corse di Stoccolma, abbiamo avuto qualche incubo, temendo la comparsa sul teleschermo di Panzironi con la sua corte dei miracoli. Poi mano mano la paura si è affievolita, ed è sparita del tutto quando qualche amico ha giustamente osservato che il signor segretario, competente com’è di ippica, probabilmente ignorava che l’Elitlopp esistesse, e quindi era andato in Porche in gita attorniato dalle belle modelle che solitamente gli fanno da corona. Tranquillizzati, abbiamo quindi assistito alla vittoria senza discussioni di Frullino Jet, che ha disposto con disarmante facilità dei migliori coetanei europei, venendo addirittura in quarta ruota sull’ultima curva ed isolandosi in arrivo, in un esaltante 1.10 e frazioni che lo indica non più come semplice promessa, ma come stupenda realtà del trotto indigeno. Lo spettacolo, allora, a Stoccolma lo hanno fornito i cavalli. Quando lo sport è libero da pastoie politiche, da compromessi più o meno leciti, quando i programmi sono frutto dello studio di tecnici, non c’è bisogno di nulla, se non delle corse, per portare il pubblico negli ippodromi. Quando di uno sport si impadroniscono dei maneggioni che lo trasformano in un affare per se stessi, quando gli intermediari (vedi gestori del gioco) diventano i padroni del vapore con la benedizione di chi dovrebbe “per statuto” proteggerlo, inizia lo sfascio. E’ tempo allora di ribellarsi e dare un segnale forte di riscossa. La componente tecnica dell’ippica, l’organizzazione delle corse, deve essere di esclusiva pertinenza dei tecnici: gli altri, intermediari compresi, debbono limitarsi a svolgere il loro lavoro entro i confini della loro competenza. Lottiamo per questo. |