Barbaro, l’altro sopravvissuto L’allenatore Matz scampò a un disastro aereo nell’89 «Me ne intendo, avanti così e vincerà questa corsa»
MASSIMO LOPES PEGNA NEW YORK Michael Matz, l’allenatore di Barbaro, sa cosa vuole dire sopravvivere: il 19 luglio 1989 era a bordo del volo United Airlines 232 schiantatosi poco dopo il decollo; morirono 111 passeggeri, se ne salvarono 185. Lui era uno di questi. Una volta al sicuro dalle fiamme, tornò indietro dopo aver sentito il pianto disperato di tre bambini e li salvò. Matz sa che Barbaro è un duro, lo conosce come un figlio, e chissà che non gli abbia trasmesso il suo spirito da sopravvissuto. Ieri diceva: «Ti accorgi di quello che hai solo quando lo hai perso. Sto pregando affinché guarisca. E’ un gran cavallo, se va avanti così vincerà anche questa corsa». La storia di Barbaro, il vincitore del Kentucky Derby, ha fatto il giro d’America e del mondo. Di fronte alla clinica veterinaria di Kennett Square in Pennsylvania è un continuo andirivieni di gente qualunque (molti i bambini) con mazzi di fiori e cartelli auguranti una pronta guarigione. I telegiornali seguono i bollettini medici come fossero quelli di una star umana. Qualsiasi altro cavallo sarebbe stato abbattuto in pista, causa la triplice frattura allo stinco del posteriore destro, riportata all’inizio delle Preakness Stakes, sabato. Ma Barbaro è un campione e soprattutto ha un valore di 30 milioni di dollari, diventato la sua polizza salvavita. Così si è tentato il tutto per tutto. Adesso, dopo i ferri del dottor Dean Richardson, tocca al cavallo. La sua sorte è ancora in bilico, cruciali le prossime settimane. Ma già ieri Barbaro dava ulteriori segni di miglioramento, muovendosi senza problemi e poggiando con disinvoltura il posteriore ingessato. E ha trovato anche la voglia di fare lo smargiasso con alcune puledre ricoverate. I proprietari, Roy (nipote di Rockfeller) e Gretchen Jackson non vedono Barbaro dal momento in cui venne fatto salire sull’ambulanza. «Preferiamo attendere a casa. E’ come se qualcuno ci avesse dato un calcio nello stomaco», hanno spiegato. E i soldi che rischiano di perdere - perché anche il futuro da stallone in ogni caso non è certo - non c’entrano. Loro a Barbaro vogliono un gran bene, come a tutti i loro cavalli. In passato hanno speso molto in costose operazioni per salvare anche dei brocchi: «Abbiamo degli obblighi, ci sentiamo un po’ come i loro genitori». Matz il sopravvissuto condivide in pieno.
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