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Agipro: Commissione Europea: limitazioni non giustificate  
Autore: unagt
Pubblicato: 17/5/2006
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Pubblicato il 15 maggio 2006 ore 16:57

GIOCHI, LA COMMISSIONE EUROPEA ALL’ITALIA: “LIMITAZIONI NON GIUSTIFICATE A LIBERA PRESTAZIONE DI SERVIZI”
 
(red.) “La Commissione non ha individuato valide ragioni per cui i legislatori italiani debbano giudicare necessario limitare tutti i servizi di giochi transfrontalieri, segnatamente quelli offerti da prestatori legalmente stabiliti in un altro stato membro nel quale sono sottoposti a adeguati controlli”. E’ uno dei passaggi-chiave della lettera di messa in mora spedita dalla Commissione Europea all’Italia, e in particolare al ministro degli esteri, Gianfranco Fini, lo scorso 4 aprile: il Governo europeo, decidendo di aprire una procedura di infrazione, ritiene che l’Italia sia venuta meno agli obblighi dell’art. 49 del Trattato (libera prestazione di servizi) che istituisce la Comunità e, a norma dell’articolo 226, invita il Governo italiano a presentare le proprie osservazioni in merito entro sessanta giorni.
La lettera rappresenta un lungo atto d’accusa alla politica nazionale e, in particolare, alle restrizioni alla libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi, in materia di giochi e scommesse, imposte attraverso la legge 401 del 1989: “Alla Commissione risulta che il principale obiettivo strategico del governo italiano – per quanto concerne la regolamentazione e il controllo dei giochi d’azzardo – è contrastare atti illeciti e criminali e proteggere i giochi che devono concorrere a realizzare obiettivi d’interesse pubblico. Ma la Corte di Giustizia ha statuito che tali restrizioni devono contribuire a limitare le attività di scommessa in modo coerente e sistematico. Laddove le autorità di uno stato membro inducano o incoraggino i consumatori a partecipare a lotterie o scommesse affinché il pubblico erario ne benefici sul piano finanziario, la Corte ha statuito che non è possibile invocare l’ordine pubblico con riguardo alla necessità di ridurre e occasioni di gioco per giustificare tali provvedimenti”.
Il Governo italiano dovrà ora, entro tre settimane, rispondere alle osservazioni della Commissione che, successivamente, emetterà un “parere motivato” nel quale illustrerà le proprie richieste: qualora l’Italia non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione, il Governo europeo potrebbe adire la Corte di Giustizia.
 
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