Programmazione in cerca di logica
ENNIO PASCULLI Come tutti sanno, oggi a Modena si disputano le batterie del Giovanardi, dando inizio alla nuova formula, che prevede la finale il 28 maggio. La medesima formula, ormai non è una novità, è stata introdotta per il Nazionale, eliminatorie a fine giugno, finale il 7 luglio. Queste due tappe classiche sono state di fatto modificate sulla falsa riga del Derby, che si disputa in batteria e finale dal 2000, generazione dei nati nel 1997, contrassegnata dalla lettera A. Sullo spunto di questi cambiamenti, è inevitabile tornare a far considerazioni di ordine generale sulla programmazione. Per partire da dati concreti si possono ricordare i vincitori del Derby nuova formula e il loro successivo esito in corsa. Avril, ancora valido a 4 anni (vinse Citta di Padova e Città di Cesena), poi sfortunatamente deceduto. Bluam Lb, praticamente nullo a 4 anni (sbagliò in arrivo nel Regione Campania a corsa ormai vinta), poi da anziano ha partecipato solo a corse di categoria, sia pure alte. Concord Jet, mai vincitore a 4 anni, routinier d’alto livello a 5, unica presenza in un GP da anziano nel Vittoria, quarto a traguardo, ritirato definitivamente in razza. Daguet Rapide, carriera strepitosa a 4 anni (ha vinto tutto, a fine stagione aveva guadagnato più di Varenne a pari età), negativo in alcuni tentativi da anziano, sia pure ai massimi livelli, ritirato in razza. Echò dei Veltri, ottimo a 4 anni (a segno nell’Europa), per ora senza risultati da anziano, ma bisogna dire che ha provato in contesti molto difficili (Amérique) senza sfigurare e ha tempo per rifarsi. Fairbank Gi, è dell’altro giorno la sua splendida vittoria a Oslo che lo conferma in dimensione internazionale (dopo l’Orsi Mangelli), come minimo fra i pari età. La carrellata dimostra che di fatto nessuno dei derbywinner laureati dalla nuova formula è stato un fattore da anziano, tanto meno competitivo sulla scena internazionale, ovviamente con giudizio provvisorio per Echò e che non riguarda Fairbank. Se ciò è avvenuto con un solo appuntamento a tre anni in batterie e finale, pare logico ritenere che con tre classiche in doppio turno le conseguenze non possano migliorare. È un ragionamento ipotetico, però le basi partono da dati precisi. A che scopo questa lunga premessa? Per cercare di riavviare un discorso sensato sulla programmazione. E chiariamo una volta per tutte un possibile equivoco: pur preferendo un’opzione differente, non abbiamo pregiudizi sulle classiche in batterie e finale a 3 anni o addirittura a 2, come è previsto quest’anno l’Allevatori. Ma se si decide di seguire tale strada, allora non ha semplicemente senso lo sterminato circuito classico a 4 anni e ancor più la maggior parte dei gran premi previsti per gli anziani. In altre parole, la programmazione deve avere un filo logico che cuce l’intera carriera dei cavalli, non si può pensare che il calendario dell’età giovanile sia in qualche modo a sè stante o avulso da quello che succede più avanti. Perciò l’intera programmazione deve venir pensata come un insieme conseguente, nel quale ogni parte ha riflesso, piccolo o grande, sulle altre. E tale concetto non si riferisce solo alle corse cosiddette di selezione, ma all’intero programma. Per fare un esempio quotidiano, le matinée erano state istituite come una sorta di circuito indipendente, nuovo mercato di scommesse e concreta opportunità per una determinata categoria di cavalli modesti di racimolare un pò di biada, con dotazione ridotta a traguardo. A distanza di qualche stagione, a momenti non si distinguono le matinée da moltissime corse del pomeriggio, sia per la presenza di centinaia (non decine, centinaia) di cavalli che fanno la spola fra prove antimeridiane e pomeridiane, sia per le dotazioni che in vari ippodromi hanno ormai una differenza complessiva di 300-400 euro tra il mattino e il pomeriggio. Per tornare a bomba al Giovanardi, ai suoi candidati auguriamo una carriera magnifica e lunghissima. Quanto invece alla programmazione, speriamo sia l’occasione per riprendere a rifletterci e a lavorarci seriamente, soprattutto pensando al domani, non solo all’oggi,
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