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La Gazzetta dello Sport: Malabar Circle. Il cavallo playboy vince per hobby 9.5.06  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/5/2006
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La grande corsa di Napoli ci consegna un vincitore in parte sorprendente e con una storia molto particolare.
Da due mesi il 7 anni svedese è agli ordini di Jerry Riordan, che non ne ha cambiato le strane abitudini di vita. L’Elitlopp di fine mese a Stoccolma nel mirino

Malabar Circle. Il cavallo playboy vince per hobby
Il re del Lotteria stallone quasi a tempo pieno. Si allena pochissimo, corre di rado e fa sfracelli

— Sarebbe un calciatore alla Vincenzo D’Amico: poca voglia di sudare e spiccata attitudine alla bella vita, ma dosi massicce di talento per compensare le frequenti partite anonime con una sola giocata. Determinante.
CHE COPPIA Un indolente playboy funambolo. Quello a quattro zampe è nato in Svezia 7 anni fa, si chiama Malabar Circle As e ha appena vinto il GP Lotteria di Napoli in coppia con il 38enne Andrea Guzzinati, partner ideale per capacità tecniche e per il fascino regalatogli da madre natura. Fatti l’uno per l’altro, insomma.
Jerry Riordan, il 48enne allenatore statunitense residente in Italia che se ne occupa da due mesi, osservava Malabar Circle As pochi minuti prima della finale, dopo aver impartito al maniscalco l’ultima direttiva: via tutti i ferri, per ottenere un’azione più fluida e limare qualche frazione di secondo: «Se questo cavallo arriva nei primi tre sarò costretto a rivedere i miei sistemi di allenamento» mormorava Riordan, perplesso ma nello stesso tempo compiaciuto.
SLALOM Poi la vittoria dopo una corsa alla Vincenzo D’Amico: completamente avulso fino all’unico momento utile per piazzare il capolavoro lampo, gli ultimi 100 metri della dirittura paragonabili a uno slalom con avversari saltati come birilli, portiere compreso.
E Riordan ancora adesso si domanda chi è, cosa fa e dove va: «Malabar è stato acquistato da Gianluca Risso e Luca Stendardo soprattutto in prospettiva stalloniera. E’ arrivato dalla Svezia nel mio centro di allenamento a Noceto, ma sempre agli ordini del trainer svedese Svante Bath. E io osservavo la strana vita di questo cavallo. Molte ore in paddock, tranquille sedute di allenamento alla sella con la sua groom, naturalmente di passo. Lavoro vero? Praticamente zero, una seduta di interval training ogni sei giorni, molto blanda. Un perfetto fannullone, che ringalluzziva solo quando la passeggiata da finto purosangue si concludeva nel vicino allevamento Manano (quello da cui è sparito Lemon Dra il 7 aprile, ncir) per una delle tre sedute settimanali di monta».
HOBBY Strano sistema: «Non avrei mai pensato che un cavallo gestito in questo modo potesse scendere in pista. Invece ricordavo la sua vittoria nel Galà di Roma del 26 dicembre e quando mi è stato affidato non ho cambiato una virgola al suo sistema di vita. Le corse e le vittorie sembrano quasi il suo hobby». Ieri il playboy indolente è tornato ad avventarsi sulla sagoma, una sorta di bambola gonflabile per stalloni. Ma presto potrebbe tornare l’ora di tornare in pista:
«Lo vogliono all’Elitlopp di fine mese a Stoccolma—rivela Gianluca Risso —. Con viaggio in aereo starà via solo tre giorni, poi di nuovo al lavoro per completare una lista di 110 fattrici».
Michele Ferrante

 
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