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Lo Sportsman: Corse truccate dieci driver nella bufera (5.5.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/5/2006
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Corse truccate dieci driver nella bufera

E' scattata ieri mattina l’operazione Seabiscuit, che ha visto impegnate le forze dell’ordine nell’effettuare un buon numero di arresti in Campania, Puglia, Veneto, Emilia-Romagna e Sicilia. L’operazione, seguita dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Raffaello Falcone e Luigi Alberto Cannavale, è volta a scardinare un’organizzazione criminale che riusciva a truccare corse, anche mediante la somministrazione di doping ai cavalli. L’organizzazione, che aveva a Napoli il suo cuore nevralgico, è stata smantellata dalla Polizia dei giochi e delle scommesse al termine di un’indagine avviata nel 2003, e grazie alle intercettazioni telefoniche e alle verifiche sugli esiti delle gare. Coordinati dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia, gli agenti della Questura di Napoli e delle squadre mobili di Modena, Piacenza, Siracusa, Ravenna, Taranto e Forlì hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare, contenenti le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni dello Stato, dell’Unire e degli scommettitori dei concorsi pronostici relativi alle gare ippiche. Le ordinanze sono state firmate dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia che hanno condotto l’inchiesta, coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti.
Gli arrestati sono Pasquale Tanzillo, 53 anni; Vincenzo Tanzillo, 55; Angelo Soriano, 73; Antimo Bennini, 63; Pasquale Esposito senior, 48; Sebastiano Italia, 53; Umberto Buonomo, 38; e Vincenzo Torrente, 49. Sono stati invece condotti agli arresti domiciliari Pasquale Esposito junior di 47 anni; Andrea Vitagliano 41; Ferdinando Di Rienzo, 38; Salvatore Valentino, 39 e Vincenzo Borrino, 42. Per Salvatore Borrino junior di 29 anni e Giancarlo Caiano, 60, è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione in commissariato.
Nel corso dell’indagine sarebbero emersi a carico degli indagati «elementi di prova idonei ed univoci - come ha spiegato Roberti in ordine alla sussistenza di un reticolo associativo variegato, proiettato alla commissione di reati di truffa e di esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa». Le tecniche utilizzate dai presunti appartenenti all’organizzazione criminale andavano dall’approvvigionamento e somministrazione di sostanze dopanti, all’accordo con i drivers, ai quali, come spiega la Polizia dei Giochi erano pagate somme di denaro per ogni prestazione «da un lato incrementando fraudolentemente le prestazioni del cavallo individuato per la vittoria, spesso sottoposto a rischiosi trattamenti farmacologici, dall’altro, grazie alla complicità dei drivers, gestendo le improvvise debacles degli avversari più accreditati, fra i quali alcuni venivano portati alla rottura e alla squalifica». Le corse in questione si sono svolte a Napoli, Aversa, Padova, Ravenna, Treviso, Modena, Foggia, Siracusa, Pontecagnano e Pescara.
Secondo gli inquirenti della Procura sarebbe «emersa l’esistenza di un’articolata associazione criminosa, i cui affiliati sono risultati mantenere contatti con sodali dell’organizzazione criminosa riconducibile a Pasquale e Vincenzo Tanzillo, attorno ai quali - continuano i pm - sono risultati gravitare, tra gli altri, Antimo Bennini ed Angelo Soriano, con funzione di finanziatori. I vertici dell’organizzazione avevano assemblato una efficiente struttura associativa ramificata su tutto il territorio nazionale che, grazie all’appoggio di soggetti esperti nel mondo dell’ippica riusciva a condizionare efficacemente l’esito delle gare ippiche in numerosi ippodromi del paese, distribuiti in diverse aree geografiche conseguendo notevoli ed illeciti profitti derivanti dalle relative scommesse. RCR

 
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