Dinastia Varenne la storia continua I figli vanno già forte e due sono iscritti negli Usa
VIGONE (TO) —Il piccolo viale in ghiaia è tenuto per mano da un doppio filare di pioppi cipressini e in fondo si apre la vista sui prati che la pioggia rinverdisce. Più in là, svoltando a sinistra, si trova la «casa del principe» Varenne che al Grifone di Vigone è arrivato il 2 ottobre 2002 all’indomani, o poco più, della sofferta prova di Montreal. Quella che, di fatto, sancì la conclusione di una carriera strepitosa, inarrivabile, fatta di 51 gran premi in 5 anni di corse e in 7 Paesi. UNA SUITE Giri a destra e lo trovi dietro le sbarre verdi del suo box di rovere e ferro. Una vera suite da 8 metri per 4. Molti stalloni hanno a disposizione tanto spazio, ma in pochi lo riempiono come lui: l’aria sapiente, il mantello lucido, la vera voglia di accogliere gli ospiti e non un grammo di sovrappeso. Potrebbe tornare a correre domani o forse dopodomani non fosse per gli 11 anni che compirà il 19 maggio, non fosse che è stallone da tre anni. Non fosse che si avvia a diventare per davvero il nuovo caporazza del nuovo trotto italiano. NULLA Dl SGRADITO C’è un qualcosa di sgradito a Varenne? «Arrivare secondo», dice con ironia sottile il lad Antonio Fabozzi, un uomo di cavalli che arriva dal salto ostacoli. E poi continua: «Carattere straordinario, tranquillità genuina. Mai un gesto fuori luogo, mai un atteggiamento spinoso». DEDICATO Il legno del box è tappezzato di targhe: quella del Ferrari Club d’Italia, l’altra dell’Associazione Progetto fatta da 114 soci che con 300 euro a testa all’anno coltivano il sogno di Ima Grif, la figlia di Niebla Blanca in allenamento da Marco Smorgon. Mamma prestata per un anno dall’allevamento Il Grifone, monta donata dal proprietario Enzo Giordano. Varenne guarda con la serenità di chi ha fatto sempre il massimo e lo continua a fare. Indossa la coperta azzurra donatagli dalla società di corse di Cagnes-sur-Mer il 25 agosto dell’anno scorso quando fece 3 passerelle convincendo 13 mila spettatori ad andare all’ippodromo e 5000 di loro a restarci a corse finite quando lui chiuse con la terza uscita. E si era in Francia dove aveva strappato di forza l'Amèrique: il sangue del trotto francese. GLI EREDI Il mito di Varenne resiste e questa è l’annata che potrebbe aggiungere una nuova montagna d’oro: figli di alto livello, se non campioni veri. Roberto Brischetto, 52 anni, dal 1998 allevatore, gestore di Varenne con 40 diritti di monta all’anno a vita, e dall’11 marzo leader della categoria usa la prudenza: «I saggi dicono che al 15 aprile tutti i i puledri vanno bene. I guai vengono dopo». Ma poi si corregge. «Per quanto stanno facendo vedere alcuni dei 128 puledri nati e registrati nel mondo alla sua prima annata da padre è sopramedia. Impeto Grif e Ivory Dany hanno lavorato già rispettivamente da 1.18 e da 1.21, ma quest’ultimo tempo va tarato con il fatto che la puledra ha perso lavoro per febbre. I loro proprietari, da una parte Trofal Stars e dall’altra Enzo Giordano, stanno pagando le iscrizioni al Peter Haughton e al Merrie Anna- bel di inizio agosto al Meadowlands: alla fine saranno stati versati 10 mila euro e questo conferma la loro fiducia di poter correre negli Stati Uniti». ALL’ESTERO «E parlando con la gente del trotto tutti dicono dei figli di Varenne le stesse cose: freddezza, attitudine al trotto, facilità di carattere dalla doma in poi. Lui in fotocopia. Anche dalla Svezia mi arrivano ottime notizie e dagli Usa». Chi setaccia continua a trovare oro in Varenne, anche se 15 mila euro a «prestazione» non sono un investimento modesto. «Monta 3 volte alla settimana da febbraio a luglio e poi riposa fino in autunno quando viene raccolto il seme congelato. Lo trattiamo come un vero principe». Sandro Cepparulo
I TIFOSI Un vero pellegrinaggio Una coperta verde mare «A Varenne da Stefania» VIGONE (TO) — Gli stalloni si dimenticano. Usciti di pista cambiano mestiere e il palcoscenico è affidato ai loro figli. Ma questo accade tre anni dopo. Quanto basta per far sbiadire le memorie, per far uscire dalla testa della gente di ogni giorno un nome, una corsa, un volo. E’ un fatale destino che i cavalli e il loro affannarsi si portano dietro. Ma c’è un cavallo non ordinario anche in questo ed è Varenne. Per lui più passa il tempo e più l’assenza rafforza i ricordi, i fatti, la prossimità delle imprese e, a volte, anche delle pur poche cadute che lo hanno reso però più vicino a quanti già lo amavano. OGNI 3 MESI Una signora di Padova gli ha regalato una coperta verde bordata di bianco con scritto «A Varenne da Stefania. Pd». Al Grifone dicono che ogni 3 mesi e li: scende da una piccola auto e va a guardarsi il campione come fosse l’amore della sua vita. Tutto vero, tutto documentato. PIU’ DI MILLE E se chiedete agli uomini dell’allevamento vi dicono che Vigone è diventata nota in Italia per Varenne. Da lui vanno in oltre 1000 all’anno. Un pellegrinaggio. L’inverno è la stagione degli «isolati» e la primavera e l’estate quella dei pullman, delle scolaresche, delle associazioni. ITINERARI Il comune di Vigone organizza gite che hanno itinerari magari larghi ma poi si concentrano davanti al box del campione. Tutti una volta nella vita vogliono vedere da vicino il cavallo che ha rifatto il lifting del trotto, salvo poi scoprire che l’ippica di casa nostra non ha fatto e non fa nulla per tenersi e portare negli ippodromi quel coagulo di memorie e di volontà in cammino. ROTARY E LIONS C’è gente che viene regolarmente, a ritmo di 4 mesi, dalle Marche e si sente dentro un pezzo di Varenne solo che gli riesca di accarezzarlo sul garrese. Ci sono i Rotary Club, i Lyons Club e altre associazioni che portano la loro gente a guardare da vicino come è fatto il campione che ha corso come un gemma in fiore. I COMPLEANNI I compleanni poi sono dedicati. Il primo da stallone nel 2003 fu memorabile: in 300 a Vigone il sabato dopo quel 19maggio. Si penserebbe che quello dei 10 anni, l’anno scorso, è stato il più frequentato ma non è vero. «Ogni compleanno — dice la gente del Grifone — arrivano puntuali. E lui quasi quasi li attende» s. e.
|