Del Punta l’ippica vista dall’alto ENNI0 PASCULLI Tra i tant temi in discussione nell’ippica, quello della disciplina e della giustizia sportiva è uno dei meno semplici da affrontare, ma anche dei più importanti e dei più urgenti, per la posizione centrale che occupa nel sistema delle corse e per le ripercussioni che il suo funzonamento può avere su tutto il movimento. Ne parliamo con Riccardo Del Punta, attuale presidente dell’Anfcat (Associazione Nazionale Funzionari Corse al Trotto) e soprattutto presidente di Giuria da lunga data, perciò con una vasta esperienza di tutte le peghe non solo del Regolamento, ma anche dei rapporti e dei tanti meccanismi all’interno dell’ippica. «Vorrei però dire subito - esordisce Del Punta - che prima ancora della disciplina, l’intero settore del trotto necessita di un pronto ritorno a una tecnica più rigorosa, altrimenti non si va da nessuna parte. li trotto è un’attività spiccatamente tecnica, a cominciare dall’andatura del cavallo, per proseguire con i finimenti, la tattica in corsa, a programmazione, naturalmente la disciolina, il Regolamento e la sua applicazione. Perciò credo che tutte le componenti, dalle società, agli ippodromi, alle piste, ai guidatori, ai funzionari, agli handicapper, tutti insomma, abbiamo bisogno di ritrovare o di rinsaldare regole tecniche certe che diano chiarezza e fondamento all’attività». Per sp egarci me glio? «L’italia è l’u nica nazione in cui esistono tre diversi tipi di partenza fra i nastri. Le partenza con l’autostart sono state uniformate solo in teoria, anche perché, oltre agli starter, le macchine sono differenti da un ippodromo all’altro. Ci sono piste, tutte da mezzo miglio, dotate di open-stretch e altre no. A Mon tegiorgio, ippodromo che giudico per alcuni aspett un gioiellino e un esempio, ci sono corse con la partenza in racchetta e altre in pista tradzionale; e quando si cor re sui 2000 metri con partenza in racchetta, l’arrivo è situato sulla dirittura opposta alle tribune. Tutte situaz on, e mi fermo qui nell’elenco, che generano confusione soprattutto per coloro che si avvicinano al e corse e ci devono scommettere. Una maggore uniformità renderebbe tutto più semplce e funzionale», Da che cosa s può iniziare? «Penso che in sintesi ci siano due elementi insostituibili per l’ippica: il cavallo e lo scommettitore. Senza il primo, che è l’atleta e il protagonista, e senza il secondo, che con i suoi soldi mantiene il settore, le corse non si fanno. Perciò io credo che da una parte ci debba essere molta attenzone al cavallo, dall’altra bisogna fare in modo di proporre scommesse che siano I più possible regolari e remuneratve per lo scommetti tore». In questa prospettiva, diventa basilare il lavoro dei funzonari e dei commissari. una responsabilità che le Giurie affrontano quoti dianamente: ma si sentono anche sostenute in maniera adeguata oppure un poco abbandonate a se stesse? «Negli ultimi anni l’azione dei funzionari, a m o parere, non è stata sufficientemente sup ((Negli ultimi anni l’azione dei funzionari non è stata su pportata a sufficienza» portata e tenuta nella giusta importanza. Intanto esiste su diversi ippodromi un problema legato a le riprese televisive. Spesso i fEmati non sono abbastanza chiari per decidere eventuali sanzioni. E nel dubbio bisogna assolvere. La soluzione e ntrodurre riprese dall’alto che coprano l’intero per corso senza interruzioni, perché quando ci sono gli ‘stacchi’ sulle curve o riprese laterali che schiac ciano I’immag ne, SI perdono mo menti importanti delle corse. Più importante, però, è i rapporto con gli enti centrali». Cioé? <F’no a qualche anno fa c’era I’Encat che era il punto di rifermento preciso per il trotto; e ‘Encat, ad intervalli ma con re golarità, radunava i funzionari nel le loro varie vesti, per discutere i problemi delle Giurie o degli star ter, per rendere omogenee le interpretazioni del Regolamento. In seguito I’Encat e stato accorpato all’Unire, cosa che certo porta vantaggi dal punto di vista orga nzzativo complessivo, però la nuova Area Trotto non ha in pra ca più convocato funzionari. Dal 2000 si va avanti con circolari espl’cative riguardo il Regolamento; mancano i confronti d’ opinoni fra le Giurie, a parte quell che avvengono per contatti per sonali; non ci sono reali adegua menti del Regolamento, eppure tante cose sono cambiate in cn que anni. Dal 2002 è stato abolito anche il nucleo ispettivo, cioé l’istituto che controllava il comportamento e I rendimento dei fun zionari, nonchè di alcune strutture sugli ippodromi. E per finire anche il rapoorto con il secondo grado di giudizio, quello che s chiamava Commissione di Disciplina di primo grado, si è molto affievolito per non dire che è scomparso. Ora noi Giurie si scrive il nostro rap porto, come sempre, ma non si viene praticamente ma chiamati per eventual chiarimenti rispetto ai casi dei quali siamo Stati i pro curator, cioè i giudici, sul cam p0». Si avverte delusione in queste parole. «Personalmente ne ho vi ste tante in trent’anni d’attività e non me la piglio pù di tanto. Però da un lato si lavora non bene, dall’altro sono tuttora appassio nato sia del mio lavoro sia del l’ippica e trovo che non ci vor rebbe molto per raddrizzare al meno alcuni aspett d quelli che riguardano noi funz onari. Ma quando chiedo all’IJIII un ra duno, una consulta tecnica, per parlare ass eme del Reqoramento e della sua applicazione, mi viene risposto che non ci sono fondi per organizzano e pagare le trasferte; e per la stessa mancanza di sold e stato abolito il nucleo rspettivo. A parte che non si tratta di somme così ingenti, in tal modo si pe nalizza l’efficienza delle Giurie, a possibilità di migliorare la pro fessionalità dei funzionari giovani Alla fine, ci scapita I’ ntero mo vimento ppco; e sulla n,stra c tegonia si riversano cr tiche in par te non meritate e responsabilità che non ci competono». Ma b sogna anche dire che a volre l’applicazione del Rego amento sembra variare da una G una al l’altra n modo poco compren sibile. «Non nego che ci sono interpretazioni differenti, che pos sono apparire anche ontane fra loro, specie su quelle situazioni in cui I Regolamento ascia un mar gine soggettvo. Ma proprio per questo motivo sono estrema mente necessari i raduni tra i fun zionani, esattamente come ven gono fatti quelli per gi arbitri, pr ma, durante e dopo i campionato. Con co, non è che gli errori o e difformità sparscono, pero s possono limtare, sempre ten uto conto che l’arbitro piu bra vo è quello che sbaglia meno, come per In Giurie> Non si possono modificare le norme piu controverse in maniera da tog liere nterpretazroni diferenti gli da e conseguenti polemiche? >Oui pLma di tutto devo ricordare che nel Regolamento si dce espl citamente che per le situazioni non contemplate, la Giur a ne ‘assumere decisioni deve fare L ferimento a la prooria esoerienza. Lo sottolineo perche ‘esperienza e davvero un fattore fondamen tale e indispensabile nel giudiz o Circa un anno fa, sono stato cri ticato per non avere interrotto con a sirena una corsa durante un matinee, mi sembra a Monteca n , r cui un cavallo, dopo aver fatto cadere il driver, ga oppava n p sta. Questo concorrente galop pava nei s nso di corsa e allo steccato opposto, senza intralcia re la corsa e se: ze creare situa zione d enicolo: ho ritenuto per cio, in base alla mia esperienza, che la corsa potesse proseguire perche I cava lo non avrebbe ne nf u te, ne re esso a rischio gli altri; ma era prorit ssimo a intervenre se avesse cambiato direzione o se fosse avvicinato. La corsa è ter m nata senza incdenti. AltL, a vo te, nterrornpono la corsa non ap pena ce I m aimo aggancamento. Racconto questo non per van tarmi oopcim per criticare i col eghi, ma per ch ari re quanto l’e sperienza coni, specialmente nei casi di irat i pretazLone soqgett va> Anct e pc r I squal ifrclae per rot tura o ne istanearnento per danneq am-mto grave e palese ad altr concorrenti? <Perle rotture ci soao md cazon i precise nel Regolamento; a parte I errore in arrivo I < umpurta a s9ualficd automat ca e un concorrente si avvantaqq a o noni perde pos zor- ,va tolto di gara, se invece si butta all esterno e perde terreno, s PLO ten re buono un cavallo che ga oppi anche per un con naio d metri purchè in una sola rottura senza rientraire di trotto. Ci sono però casi diciaimo cosi ano mali, nei quili appunto rimane esperienza e ‘interpretazione Per h o rziamenb, è mm in parte a prob ema in ziale delle prese telev s ve che debbono confermare senza incertezze i danneggiamento grave; c’è poi da tenere conto che in a cuni cas ml dstanòamento non va a favore del cavai o danneggiato, ma ma qari d un terzo concorrente. In generale, credo che si possano m gliorare alcune lettere del Re go amento, ma alla fine resterà sempre un margine all’nterpre tazione delle Giurie». Anche per ciò che riguarda le inverson: d forma? «Su questo di zion sto ag re, della curo ché ne de e ne E argomento, a mio parere, le dif ficoltà sono di tipo diverso. Oggi vengono spesso segnalate le in- versioni di forma, sia per prestaz oni molto a di sopra, sia molto al di sotto dello standard precedente; si prende nota delle spiega zion dell’allenatore e si attende a successiva prestaz one. Ma a que sto punto spesso succede che la segnalazione non viene trasmessa ag i altri ippodromi, alle altre glu re, e se I cavallo n questione corre poi su un’altra piazza, a catena in qualche modo si n terrompe. Questo e il prob ema della mancata trasmissione tele matica delle sanzioni: non più di qualche mese fa, un driver ap piedato si è dato partente, di e curo per disattenzione, poi ha guidato e vinto, salvo venin ‘pe scato’ dal Presidente di Giuria per ché aveva commesso un’infrazro ne n quel a stessa corsa. Al di là de le circostanze fortuite, tutto ciò e accaduto soprattutto perchè manca la tempestiva segnalazio ne a tutti gli interessati delle sanz oni Credo che sa mmportantis simo provvedere in merito, per evitare disguidi e ètuazioni an tinegolamentari> E per quanto riguarda il doping arrivano le segnalazioni? <Sì, ar nivano le comunicazioni per esempio sulla sospensione di allenatori. Ma sulle indagini di casi cioping quello che non è tollerabile sono i tempi delle procedure. Abbiamo sotto il naso l’e sempio della Francia e del Pnix d’Aménique: n 35 giorni è stata svo,ta tutta la pratica, trovato confermato Jag de Bellouet p0 sitvo, individuata la sostanza-ad dnittuna contattata la casa farma ceutica che poi si è assunta la responsabilità, infine presa la de cisone definitiva. Un’efficienza che in talia non esiste: ora, nor pretendo i 35 giorni, ma un paio d mesi, tre al massimo dovrebberc essere sufficienti per esaurire l’iter anche per la rIevanza del tema ciopnq. Invece da noi le cose s trascinano per anni, ci sono stat cas in ca la sentenza defintva f g unta dopo che I cavallo in osa me aveva smesso di correre... E noltre non s sa nulla di quest casi: so bene che esiste la legga sulla privacy e non si possonc divulgare notizie delicate, perè nemmeno si possono far durara anni questi procedimenti. C’è poi il controllo antidoping sui gui datori, che al trotto, pur essendo stato richiesto più volte, non esi sto, mentre c’è al galoppo per i fantini>. Tornando alle giurie, il livello di quelle italiane è attualmente al l’a tezza? Non e che sbagliano un po spesso? «Ripeto che maggiori contatti e confronti servirebbero a mgi orare. E l’esperienza resta la vera maestra: se si fa parte delle Giurie per anni, diminuiscono i margini d errori. Dico solo che nel 2002 c’è stata una delibera che stabi iva i criteri per nominare i funzionari e dividerli in fasce A e B e s sarebbe dovuta creare una commssione, composta da un dr gente tecn ce, due Presidenti di Giuria e uno starter, cascuno con almeno 5 ano di attività, che doveva approvare la nomina dei nuovi funzonar’: ma tale delibera non è stata applicata». I rapporti con i guidatori, che sono ‘n pratca la contro parte delle Giurie, come sono? «Per quanto mi riguarda sono molto buoni. I drver sanno sempre quello che hanno fatto •n corsa e sanno an che che se viene decisa una san zione, non e per divertimento o «Due mesi dovrebbero basta re per esaurire un “processo” invece...» per patto preso. Non ho puas’ mai avuto contrasti. E vero comunque che esistono realtà am bienta i nelle quali aumentano le d fficoltà>. Insomma, le corse e la loro re golar tà sono in buone mani? «Abbastanza buone, ma potrebbero migliorare, soprattutto con un far e r torno alla tecnica, lo vorrei una dirigenza tecnica di spessore, espressione di varie categorie, 3uidatori, elevatori, funzionari, nandicapper, società di corse, che avorasse insieme alla rifondazio ce tecnica del trotto o dell’ippica n generale. Perché l’ippica ha un notenziale grandissimo mal sfrut‘ato». erciò Del Punta ha una visione ettimista sul settore. «Certo! Il caiallo è sempre più popolare, oggi pony e i maneggi sono molto più vvicinabili che in passato: e que,ta è una base importante. Poi ‘ippica ha resistito, sia pure con ?ualche trversia, all’ingresso nel ‘nercato di tante nuove scom Estratto elesse; invece per esempio il bin o dopo un successo iniziale è mdato in crisi, perché non ha ‘alori come quello del cavallo, uelli della passione e della com)etenza che caratterizzano l’ipSca. Ora si tratta di andare avan i». come? «Andando al sodo - con lude Del Punta Ridando crefibilità alle scommesse. Copiando e meglio, non in peggio,gli esem)‘ validi, come quello dei Quinté ‘ancesi. Trovando canali di pro- nozione efficienti. Migliorando la elevisione dell’ippica. Recuperanlo per quanto possibile a qualità lelle corse. Classificando gli ipodromi. li da fare non manca, on è facile, ma nemmeno impossibile né... sconosciuto».
|