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La Gazzetta dello Sport: S. Siro trotto, nuovo allarme (5.4.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/4/2006
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S. Siro trotto, nuovo allarme
Snai lo mette tra le garanzie di un prestito e il suo futuro torna in gioco

MILANO — Dai colori di Torino e l’invasione dei 7000 di domenica, ai quattro gatti di San Siro. Ma non solo. L’arrugginita scala del trotto ritorna nell’occhio del ciclone, insieme alla paura che un giorno o l’altro l’ennesimo tentativo di speculazione apra una breccia nel muro eretto da una delibera comunale che, nel novembre scorso, ha vincolato gli ambiti terreni a uso ippico-equestre.
SNAI I due ippodromi milanesi e le adiacenti piste di allenamento del galoppo (Trenno e Maura) fanno capo a Snai (sindacato nazionale agenzie ippiche) attraverso la holding Snai Servizi che controlla la cassaforte Snai Spa. Ebbene Snai ha appena fatto scattare un piano finanziario per la cui realizzazione è stato necessario un finanziamento di 310 milioni di euro contro garanzie reali, beni e azioni che verranno pignorati se il prestito non verrà estinto. Ebbene, tra i principali beni garanti c’è l’ippodromo di trotto, obiettivo «storico» della speculazione.
450 AGENZIE Snai ha preso in prestito 310 milioni di euro per estinguere un debito precedente (40 milioni circa) e sbloccare le proprie azioni da offrire in pegno. Ma, soprattutto, per acquisire 450 singole concessioni appartenenti ai suoi associati, trasformandosi da provider a bookmaker con prospettive economiche molto più consistenti.
GARANZIE Il finanziamento, la cui prima parte di 175 milioni è stata già erogata, è stato perfezionato da Unicredit Bank e da una non meglio precisata istituzione finanziaria primaria. Snai ha offerto garanzie: patrimonio immobiliare e il pacchetto azionario di controllo di Snai Spa. Garanzie reali, soprattutto l’ippodromo del trotto, «acquistato» per 47,3 milioni dalla controllata Trenno, che mantiene il galoppo ma concede un diritto d’usufrutto alla stessa casa madre.
ALLARME Quella che potrebbe sembrare una manovra di «assestamento» contabile ha scatenato l’allarme tra i lavoratori della Trenno. L’attività ippica dell’ippodromo del galoppo e della pista di allenamento di Trenno è assicurata da un solido vincolo monumentale. Molto meno solido, invece, quello del trotto e della Maura, privo del marchio dei beni culturali, inserito nell’ambito del governo del territorio e, soprattutto, non ancora andato definitivamente in porto. Tale vincolo è il frutto di una mozione passata pochi giorni dopo la presentazione, da parte di Snai in commissione sportiva e urbanistica, di un dettagliato progetto di demolizione e di riassetto urbanistico (case, negozi, parcheggi, ecc.) dell’area su cui sorgono l’ippodromo del trotto e le scuderie dello stesso. Un affare da almeno 100 milioni di euro.
ALTRI Quei giorni, quei momenti di tensione e incertezza non sono stati dimenticati e i rappresentanti sindacali della Trenno hanno chiesto un incontro ai dirigenti: «Vogliamo chiarimenti — rivela Antonio Piccoli — perché abbiamo freschi ricordi e non capiamo certe mosse. O forse le capiamo troppo bene».
In sostanza si ripropone una situazione già chiara in passato. L’ippodromo del trotto viene considerato un’inutile zavorra, che potrebbe trasformarsi nell’eldorado se sparisse facendo posto ad attività molto più redditizie.
Un traguardo difficile, non impossibile. Che lo raggiunga Snai, una banca o una finanziaria, purtroppo non fa alcuna differenza.
Michele Ferrante

 
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