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Le Voci del Trotto: Annullare le corse dopo svolgimento anomalo (4.4.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 4/4/2006
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ANNULLARE LE CORSE DOPO SVOLGIMENTO ANOMALO

 

Le ultime giornate di corse hanno registrato una recrudescenza delle corse sulle quali aleggia il sospetto. I provvedimenti delle Giurie, appiedamenti massimi per scarso impegno e deferimenti alla commissione di disciplina, evidenziano la preoccupazione che gli scommettitori non siano garantiti circa la regolarità di alcune competizioni. Noi riteniamo che, quando si parla di scommesse si debba dare a chi gioca la sicurezza che il proprio denaro sia difeso da chi è demandato all’accettazione delle giocate. I garanti immediati sono rappresentati dalle Giurie, che dovrebbero valutare con competenza se la corsa appena svoltasi davanti ai loro occhi sia “regolare”, cioè che tutti abbiano corso “a fondo”, come recita il regolamento. Il garante principale, anche se meno prossimo, è l’Ente che sovrintende il movimento ippico, cioè l’UNIRE, poiché emana alle Giurie le disposizioni ed i limiti entro i quali esse possono agire. C’è infatti la possibilità da parte delle Giurie, ove mai si sospetti qualcosa di irregolare, di consultare l’UNIRE e, se si riscontrano anomalie, di annullare la corsa, non facendola disputare. In tal modo si evita che i giocatori vengano truffati, perché proprio di truffa si tratterebbe. Ma ci sono casi in cui la Giuria si accorge a corsa conclusa che tutto non sia andato per il verso giusto: e pur prendendo un provvedimento disciplinare grave, quale l’appiedamento ed il deferimento dei guidatori sospettati di scarso impegno, non salva gli scommettitori dalla truffa che si è consumata davanti ai loro occhi. Ciò non è giusto, e non aiuta ad aver fiducia tra coloro che, con la scommessa, permettono all’ippica di esistere. Allora si dovrebbe adottare un provvedimento altrettanto coraggioso: annullare la corsa a tutti gli effetti dopo il suo svolgimento, restituendo agli scommettitori i soldi. Sembra che le Giurie non abbiano tale facoltà, almeno così ci ha detto qualche presidente da noi interpellato, e che l’unico provvedimento possibile sia quello di appiedare chi non si è impegnato al massimo per otto giornate e di deferirlo. Allora l’UNIRE, che ha tutto l’interesse ed il dovere a dare dell’ippica un’immagine “pulita”, dovrebbe a nostro modesto avviso, concedere alle Giurie tale facoltà, impedendo ai disonesti di portare a termine la truffa sia nei confronti di chi scommette, sia dello Stato che non può accettare denaro “sporco”. In tal modo, inoltre, si verrebbe in aiuto anche dei fantini e dei driver che, di fronte a gravi minacce, non hanno il coraggio di ribellarsi e diventano vittime due volte: una dei delinquenti, poi della Giustizia che, in quanto tale, non può fare sconti.

 

 

 
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