DAL SUCCESSO DEL TROTTO IN PIEMONTE ALLA NECESSITÀ DI ALLARGARE LA RETE
Torino rampa di lancio
Brischetto con entusiasmo "Qui il settore è in sviluppo su tutti i fronti. Per il futuro l’unica chance è aprire il gioco per raccogliere nuove risorse" MARCO TRENTINI Roberto Brischetto guarda dall’alto della tribuna la gente che ha affollato Vinovo in occasione del Costa Azzurra. Guarda con grande soddisfazione l’escalation dell’ippodromo di casa, quello che sorge a quattro passi dal suo allevamento. E' da poco il nuovo Presidente degli allevatori, anzi il suo lavoro è appena agli inizii «O meglio deve ancora iniziare. Adesso ci sono le nuove elezioni per il Delegato della Lombardia. Poi cominceremo davvero». La giornata del Costa Azzurra è anche un po’ speciale per gli allevatori piemontesi, invitati a un pranzo a loro dedicato nella giornata clou dell’ippodromo. E quindi anche per Brischetto è un pomeriggio particolare, «un momento davvero magico per Torino e in generale per il trotto di tutto il Piemonte. C’è grande vitalità, passione, entusiasmo. Ci sono insomma tutte le componenti che portano allo sviluppo. E la presenza della gente all’ippodromo è il terminale di tutto questo movimento» le parole di Brischetto, impegnato su più fronti nelle pubbliche relazioni, Presidente Anact a tempo pieno e con grande impegno. «In Piemonte oggi ci sono tanti allevamenti di prestigio. Ci sono tanti complessi che lavorano davvero sulla qualità. Oltre a noi basti pensare alla Louisiana, ai Font, ai Bar, ai Gi, ai Park a tutte quelle sigle che in questi ultimi anni vedono i loro prodotti spesso impegnati nelle prove di vertice. Non c’è dubbio che si sia lavorato bene e che si stia lavorando nella direzione giusta. A testimoniare il livello di eccellenza ragiunto dall’allevamento del Piemonte ci sono anche i numeri, che nel 2005 dicono che produciamo il 7,6% dei cavalli nati in Italia e vinciamo il 9,1% del montepremi, con uno spread dell’1,5%, uno dei più alti nel nostro Paese, Il tutto con un trend di crescita molto dinamico» spiega Roberto che allarga il discorso a tutte le altre componenti. «Pensate ai driver e agli allenatori. Qui abbiamo Guzzinati, Smorgon e Mollo, oltre a Baroncini che è a Divignano. Ci sono uomini e centri di allenamento, c’è un ippodromo che funziona, che attrae il pubblico e che ha tracciato le strutture per allenare i cavalli. Questo di Vinovo è un impianto oggi davvero importante, sul quale si è lavorato bene e sul quale si può ancora migliorare. Anzi sappiamo che saranno fatti altri interventi e con l’entusiasmo dovuto alla risposta del pubblico si potrà fare ancora molto. E poi a Torino oggi ci sono anche grosse realtà fra i proprietari. Ho già citato la Louisiana, poi c’è la Malù, poi ci sono i Trofal Stars, che lo scorso anno sono finiti diciassettesimi in classifica ma quest’anno sono lanciate verso le posizioni di vertice, e poi molti altri. Proprietari veri, appassionati, che investono in maniera importante». Investimenti, una parola poco di moda oggi. Una parola che implica impegni a lungo termine. A pochi giorni dalle elezioni cosa chiedono gli allevatori italiani a quello che sarà il nuovo Governo? «Per rispondere bisogna fare un passo indietro, ritornare al 2005, quando il calo del montepremi del 10% era vincolato a una crescita del gioco del 4%, con una prevedibile evoluzione fatta di ulteriori aumenti del 4 e del 5% negli anni seguenti. Così non è stato ma oggi sappiamo che il gioco, con la doppia Tris e il Quinté, va un po’ meglio e che il montepremi, come ha dichiarato il dottor Panzironi, rimarrà stabile fino al 2008. Ecco allora che per far arrivare risorse all’ippica quello che si può chiedere al nuovo Governo, sia esso di centrosinistra o di centrodestra, è di puntare all’allargamento della rete di raccolta. Baldarelli al convegno di Montegiorgio ha spiegato che questo è nei loro programmi, Panzironi ci ha detto che sono 8.000 oggi i punti vendita e che bisogna vincere le resistenze di Aams per allargare ancora la rete. Da questo fatto e dallo sfruttamento dei mezzi telematici (tv, internet, telefonini) possono arrivare nuove risorse per far crescere un montepremi che con l’attuale schema difficilmente può cambiare. Ecco, questo è l’impegno che, guardando all’interesse generale dell’economia del settore, interessa anche gli allevatori italiani. L’unica strada, secondo me, per non arrivare un domani a riduzioni drastiche».
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