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La Gazzetta dello Sport: Stupinigi dal grigio al colore (4.4.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 4/4/2006
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Stupinigi dal grigio al colore
Sorpassato S. Siro. Il leader Melzi: «Investimenti e ottimismo»
— C’era un tempo, e tanti lo ricordano, in cui Stupinigi era una pista triste, grigia. Somigliava alle aree industriali in via di dismissione con il pubblico raro e annoiato con quell’aria di essere capitato lì per caso in un impianto troppo grande, troppo periferico, troppo marginale.
CONFINE Era di fatto un ippodromo di «confine» in cui i driver milanesi andavano a cercare biada per quei cavalli che a S.Siro vivevano una vita grama. E da parte sua S.Siro era la carta rovesciata di Stupinigi. gente, fermento, proprietari, trottatori e corse di livello. Se vogliamo, anche colore in un parterre che le corse in notturna rendevano una sorta di discoteca del trotto. Poi le cattive volontà hanno duramente appiattito S. Siro, ne hanno fatto una rotta sempre meno frequentata dalla gente, ne hanno impallidito i colori e ridotto l’impatto. Anche i suoi gran premi sono diventati oggetto del desiderio di pochi appassionati, o forse di pochi superstiti, di un grande passato.
SORPASSO E Torino e il suo Stupinigi hanno finito con il pareggiare progressivamente i conti e ora va contabilizzato il sorpasso. Uno generale di raggiunto interesse del pubblico ed uno particolare per presenza di proprietari, allevatori, gente legata alla terra e al trottatore. E anche driver di livello: da Andrea Guzzinati a Marco Smorgon a Santo Molo, S.Siro freccia in giù, Stupinigi ambizioni più alte e voglia di guardare avanti in positivo.
COLORI A testimoniarlo la domenica appena passata con oltre 7mila in tribuna, livello superato solo dal record storico del trotto torinese: il Costa Azzuna del marzo 1982 quando Ghenderò sfuggì a Ideal du Gazeau davanti a oltre 10 mila spettatori. Ma ciò che colpisce sono i colori che Stupinigi non ha mai avuto. Dagli steccati marroni nuovi di zecca, al verde del tondino dei pony, ai grandi scivoli giallorossi di gomma. Il tutto per una reale vivibilità.
OLIMPIADE Guido Melzi d’Eril, 65 anni, è dal 1977 (esclusa la parentesi Unire del 1999 e 2000) l’amministratore delegato della Società Torinese Corse Cavalli, 1 milione e mezzo di euro di capitale sociale e zero debiti. «A un trend di consolidamento iniziato anni fa — dice Melzi— ne sta seguendo uno di progresso. Sarà la città che ha risposto bene a stimoli importanti come quello dell’Olimpiade, sarà la nostra voglia di investire nel tempo, sarà la viabilità attorno all’ippodromo che si sta completando, certo è che viviamo un momento in cui essere ottimisti».
RISORSE MAGGIORI Tutto questo viene però anche da un sacrificio grande per l’ippica:quello dell’ippodromo del galoppo venduto alla Juventus nel 2001 e di cui rimane una pallida traccia della corrosa recinzione esterna. «Sacrificio? Lo è stato anche per noi. Ma il galoppo aveva una gestione troppo costosa e io sono convinto che nelle grandi città due impianti finiscano per deprimersi a vicenda con troppe giornate di corse. E’ stato l’acquirente a scegliere, ma dal momento della vendita ci siamo dedicati a Stupinigi con maggiori risorse, con maggiore puntualità. Appena ci saranno i tempi tecnici rifaremo l’impianto d'illuminazione e la pista. In ogni caso il piano di investimenti è di 2 milioni e mezzo. Uno dei limiti dell’ippica? La quota di ammortamento (leggi investimenti nctr) delle piste divenuta spaventosamente bassa».
Sandro Cepparulo

 
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