Giornate speciali

La scelta di giocare tutto in un giorno

Qualche anno fa andava di moda concentrare in una sola giornata almeno due grandi premi. Una scelta che si era basata su considerazioni oggettive, ovvero la necessità di ridurre il numero dei pomeriggi nei quali si correvano le corse top e il tentativo, così facendo, di catalizzare l’attenzione del pubblico, quello che sarebbe andato all’ippodromo e quello “televisivo” su un evento specifico. Cosi sono nate le giornate come quella che proporrà domani Torino, pomeriggi (o serate) nelle quali hanno trovato posto almeno due grandi premi.
A qualche anno di distanza da questa scelta, oggi sono in molti ad interrogarsi sulla sua effettiva valenza. In effetti i risultati nella maggior parte dei casi non sono stati esaltanti e, anzi, molti ippodromi così facendo rischiano di giocarsi tutta una stagione in un colpo solo. Un fatto pericoloso, perché ovviamente la riuscita dello spettacolo ippico dipende anche da fattori assolutamente imprevedibili come quelli climatici. E ad essi di recente si sono aggiunte nuove variabili, come i blocchi della circolazione decisi dalle Regioni o le concomitanze con le partite di calcio. Inoltre le procedure che dovevano portare a un accentramento di interesse anche per il mondo ippico non sono mai diventate realtà e anche queste giornate “extra” troppo spesso sono state confuse nella massa dei campi in attività nelle varie domeniche.
Un quadro molto diverso da quello che aveva portato a scegliere di concentrare, che oggi insomma propone diversi interrogativi e che merita probabìlmente un’analisi e qualche considerazione approfondita. MT