Baldarelli nuove idee
LUIGI COLOMBO
Francesco Baldarelli, pesarese di 50 anni, sposato con 3 figli, subcommissario Unire e responsabile area agricoltura e coordinatore area economica dei Ds, ha conosciuto il mondo ippico e vi si è appassionato. Negli ultimi tempi è stato tra i più attivi nell’impegno per costruire una valida proposta per il futuro dell’ippica italiana. Gli chiedo se le iniziative che sta portando avanti avranno spazio in un eventuale governo di centrosinistra. «Abbiamo elaborato una proposta per il rilancio dell’ippica in Italia condivisa anche dal tavolo dell’Unione. Se saremo chiamati a governare, come mi auguro, saremo coerenti con gli impegni assunti. Il sistema cavallo ha un rapporto importante con ambiente e territorio, però è anche un veicolo significativo di risorse finanziare per il sistema Paese attraverso le scommesse. Dobbiamo quindi lavorare afflnchè i due elementi ambiente-territorio e rilancio attività scommesse siano correlati. Per questo bisogna puntare ad una forte qualificazione delle scommesse di sorte rendendole popolari in maniera significativa e allargando le opportunità della rete diffusa e dei giochi. In questo senso, in maniera non subalterna, vedo il rilancio della qualità tecnica del sistema ippico e quindi della specializzazione delle opportunità di gioco».
Bisogna rendere più popolari le scommesse ippiche
E quali sono, secondo lei, gli strumenti necessari per realizzare le sue proposte? «Gli strumenti, a mio parere, sono la costituzione di un’agenzia dei giochi all’interno dell’Unire che, per qualità tecnica e organizzazione, sia in grado di dialogare con pari dignità con l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Questo può essere uno strumento che, se condiviso e partecipativo delle categorie, può rilanciare l’apporto finanziario e il settore, visto che quando si decide di aprire il sistema, come è avvenuto con i nuovi giochi, i risultati sono incoraggianti». Baldarelli, lei è stato direttamente impegnato nella conduzione dell’Unire come consigliere e come subcommissario, che idea si è fatto della realtà dell’Ente e del suo possibile sviluppo? «Nell’Ente prevalgono culture burocratiche eccessive da una parte e forme di protettorato politico dall’altra. Occorre quindi una forte discontinuità nella gestione dando valore alle potenzialità tecniche e giuridico-amministrative presenti. Bisogna collocare l‘Ente in una funzione fortemente tecnica facendolo inserire in un disegno di ippica popolare che pensa che l’incremento delle razze equine si ottiene se si dà reddito alle imprese lavoro e soprattutto se si valorizza la filiera nella quale anche gli ippodromi sono uno snodo fondamentale». Il mondo dell’ippica, ormai è chiaro a tutti, dipende dalla raccolta delle scommesse e le nuove scommesse ippiche sembrano aver dato al settore una nuova vitalità». Qual è il suo giudizio in proposito? «L’innovazione per un settore come questo è fondamentale. Noi dobbiamo puntare sull’apertura del sistema scommesse valorizzando la rete, specializzando ciò che c’è e soprattutto, tanto per fare un esempio, creando nuove opportunità che abbiano sostanziosi jackpot come appeal». Ma, secondo lei, l’ippica italiana e tutto il sistema economico che gira intorno al mondo del cavallo e a quello delle corse, deve mantenere la sua autonomia e specificità? «Credo sia fondamentale mantenere un Ente Pubblico per il settore. La delicatezza del sistema richiede garanzie di interesse generale. Abbiamo superato la sbornia delle privatizzazioni, l’Ente Pubblico deve dare l’indirizzo, mentre la gestione, a mio parere, deve essere costruita in uno schema di libera concorrenza». Fra poco ci saranno le elezioni, comunque vada, la rivedremo ancora impegnato a favore dell’ippica e di tutto il settore? «Credo di essermi appassionato. Le mie responsabilità politiche mi portano a non sottrarmi a questa passione per l’ippica che altri mi hanno fatto conoscere ed apprezzare».
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