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Le Voci del Trotto: Cazzaniga, un vero mito dell'ippica (24.3.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 24/3/2006
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CAZZANIGA, UN VERO MITO DELL’IPPICA

           

 

Ma come si fa a parlare male di Tino Cazzaniga, divenuto un vero mito dell’ippica, un uomo che ha dato tanto al nostro sport, che ha fatto crescere a dismisura la categoria che ha rappresentato, portando gli allevatori al primo posto nella considerazione unanime, apportando loro privilegi che nessuno si sarebbe sognato di raggiungere? Da proprietari lo abbiamo criticato, perché ci ha fatto diventare poveri, perché ha levato a noi per arricchire gli allevatori: ma abbiamo sempre detto che era il presidente che tutti avrebbero voluto, sia pure a scapito delle altre categorie. Ora che gli allevatori lo hanno “tradito” (sia pure perché hanno capito che arricchirsi a spese di chi avrebbe dovuto comprare i loro prodotti avrebbe portato alla fine del mercato), l’ottimo Tino, benefattore per vocazione, ha deciso di portare la sua intelligenza al servizio proprio di quei proprietari che lui ha ridotto sul lastrico, e nella cui categoria non era iscritto per non lasciare ad essi neanche quell’1% sulle vincite dei suoi cavalli. Si è, dicono, iscritto all’UPT, ma non certo per essere un semplice soldatino: l’architetto Mauro sta per passare la mano, al massimo durerà fino al prossimo anno, scadenza del mandato. Ed ecco Cazzaniga pronto a rappresentare proprio la categoria che da lui ha subito più danni, con la benedizione del suo amico Panzironi che non dorme più al pensiero di non averlo all’UNIRE pronto ad avallare tutte le sue scellerataggini ippiche. Insomma l’ippica dei masochisti deve trovare un posto per i suoi torturatori: certi personaggi non ne possono stare fuori, neanche quando le categorie di appartenenza li mandano via. E poi, è inimmaginabile un Panzironi senza la solita corte dei Signorsì. Su qualunque sedia, allevatori o proprietari, magari gentlemen o guidatori, a Cazzaniga una carica per frequentare l’UNIRE bisogna dargliela: sempre a patto che con lui ci sia il suo Angelo Custode Gianfranco Fabbri, senza il quale si sentirebbe spaesato: a proposito, si è iscritto pure lui all’UPT?

 
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