RIFLESSIONI SUL FUTURO DELL’IPPICA Il convegno di Montegiorgio ha ribadito, se ancora ve ne fosse il bisogno, che l’attuale conduzione dell’ippica non porta da nessuna parte. Non solo: ma che dell’ippica si fa un uso distorto, in quanto, ad esempio, mentre gli assuntori di scommesse dovrebbero istituzionalmente essere al servizio dell’ippica, accade esattamente il contrario. Un mondo alla rovescia, dove l’UNIRE, che dovrebbe essere l’Ente demandato a difendere, diffondere e promuovere l’ippica, è diventato il nemico numero uno del nostro sport, favorendo l’ingresso di altre scommesse nei templi dell’ippica (questo dovrebbero essere le Agenzie Ippiche…), stabilendo gli orari per loro più comodi, spopolando gli ippodromi che sono costretti a privilegiare programmi solo commerciali, come i deleteri (per la diffusione dell’ippica) matinée e tante altre cose negative che potrebbero riempire un libro. Puledri bruciati verdi, alla faccia dell’incremento della qualità della razza equina, in nome di uno sciagurato principio che ha informato finora la politica allevatoria che ha guardato solo a gonfiare certi portafogli (ma qui forse la svolta è arrivata…), abbassamento del livello tecnico dei funzionari ippici, che una volta venivano scelti tra i “competenti” ed oggi debbono avere una matrice solo politica, anche se non hanno mai visto un cavallo neanche sotto una carrozzella…Insomma un andazzo che, come emerso giustamente dal convegno di Montegiorgio, deve finire. Purtroppo siamo costretti ad attendere l’esito delle elezioni politiche per sapere se finalmente chi ci ha portato all’attuale degrado veleggerà per altri lidi. Nel frattempo, ed a Montegiorgio i segni sono stati positivi, dobbiamo prepararci cercando, in maniera democratica com’è accaduto per gli allevatori, di liberarci di certi personaggi che rappresentano il freno alle giuste ambizioni dell’ippica. Proprietari, allenatori e guidatori debbono essere guidati da chi è davvero convinto di fare l’interesse delle categorie e non quelli personali. |