La kermesse inglese per 220.000 spettatori Cheltenham, una statua per il cavallo superstar L’eldorado degli ostacoli Quattro milioni di euro in palio, 34 giocati, 500 cavalli, 220.000 spettatori.’ questo è Cheltenham — Un recente referendum nel mondo delle corse e delle scommesse inglesi non ha lasciato dubbi. I saltatori vincono per distacco la corsa della popolarità sui colleghi del galoppo in piano. Non c’è vittoria o favola che tenga, l’eroe che macina chilometri e supera siepi, ostacoli e riviere ha un posto speciale nel cuore della gente. FENOMENO CHELTENHAM L’ippodromo di Cheltenham, Inghilterra del sud-ovest, è la prova tangibile attraverso il Festival dei salti che si conclude oggi. Quattro puntate da tutto esaurito, numeri da brivido come 220.000 spettatori, buona parte dei quali ogni mattina affollano il treno proveniente da Bristol (biglietto a 48 sterline, pari a 69 euro) e poco importa se, come ieri, il tempo li punisce con freddo intenso e fiocchi di neve. Loro, gli oltre 55.000 a giornata, non faranno mai un passo indietro, per godersi ogni fotogramma del film lungo 24 corse (10 delle quali Gran Premi) con 2,8 milioni di sterline (oltre 4 mifioni di euro) in palio. Per non parlare delle scommesse. Una vera febbre da quella parti, tradotta dai 24 milioni di sterline (34 milioni di euro) spalmati sui quasi 500 cavalli dichiarati partenti, con una media per corsa superiore alle 20 unità. DUE CORSE Eldorado Cheltenham. E sublimazione oggi nella Gold Cup da 400.000 sterline, quasi 580.000 euro. E’ uno dei due eventi che è obbligatorio portare a casa per aspirare al podio del referendum. L’altro è il Grand National di Liverpool, ippodromo di Aintree. E’ la corsa più famosa del mondo con 7,2 chilometri spaccapolmoni e 30 ostacoli che sembrano muri. Arc the Triomphe, King George e Dubai Cup non possono competere. ARKLE, RED E DESERT I due cavalli più amati dagli inglesi sono passati attraverso queste corse. Arkle sta al primo posto e ha vinto tre volte la Gold Cup, consecutivamente dal 1964. Viene considerato il più forte saltatore della storia, dall’alto di 22 vittorie su 24 corse disputate come ostacolista. Seconda posizione per Red Rum, l’unico vincitore di tre Grand National (1973-76-77) morto a 30 anni nel 1995 e sepolto proprio nei pressi del traguardo di Aintree, dove ogni anno viene ricordato con un minuto di raccoglimento. Il trionfo nella Gold Cup 1989, in un clima infernale e su terreno liquido, vale da solo il podio per Desert Orchid e per il suo splendido mantello grigio che lo rendeva ancora più affascinante. MONUMENTI Popolarità a parte, restano i risultati. Solo due cavalli hanno compiuto l’impresa totale: primo nella Gold Cup, primo nel Grand National. L’Escargot ha sbancato Cheltenham nel biennio 1970-71 e Aintree nel 1975. Poca cosa, si fa per dire, se messa a confronto con le gesta di Golden Miller. Il quale è l’unico autore del doppio nello stesso anno, il 1934. Ma non è tutto. Golden Miilerè anche l’unico vincitore di cinque Gold Cup consecutive, dal 1932 al 1936. Restò in allenamento fino al 1939, concludendo con 29 vittorie su 54 corse. Morì a 28 anni nel 1957 e ancora oggi una statua ricorda le sue imprese all’interno dell’ippodromo di Cheltenham. Da martedì, primo giorno del Festival, Golden Mifier è in buona compagnia. In una toccante e affollata cerimonia è stata infatti scoperta una statua in memoria di Best Mate, il fuoriclasse che aveva preso il posto di tutti i predecessori nel cuore del popolo. Best Mate iniziò a vincere la Gold Cup nel 2002, 12 mesi dopo un annullamento per la mucca pazza. Il bis nel 2003 e la tripletta nell’edizione successiva, concludendo la stagione (il 2004) con una sconfitta subita da Beef or Salmon, favorito della Gold Cup odierna. Quindi un infortunio, quasi un anno di sosta e il rientro lo scorso 1 novembre a Exeter, a 10 anni. Ma Best Mate non era Best Mate. A metà gara il fantino Paul Carberry decise di fermare il campione che non ne voleva sapere di andare avanti. Fece appena in tempo a scendere di sella, Best Mate crollò di schianto, ammazzato da un infarto. Quella statua è anche per tutto questo.
Michele Ferrante
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