UN DRIVER DA ANNI PROTAGONISTA Le regole del Barone L’ippica di Mauro Baroncini, fra doping, giurie, norme e programmazione Doping, disciplina, regole e programmazione secondo Mauro Baroncini, uno degli uomini di punta nel panorama del trotto italiano. Una disamna a tutto tondo, approfondita e spesso anche molto dura. Mauro parte dal doping un argomento che gli sta molto a cuore visto che un anno fa pagò a caro prezzo una positività scontando il fatto di essere il primo a cadere nella rete e quindi senza tutte le giustificazioni scientifiche a cui si è arrivati oggi. Ma Baroncini jr ha grande attenzione e non lesina critiche e proposte anche per gli altri aspetti strettamente tecnici dell' organizzazone delle corse, problemi sul campo, quelli delle corse di tutti i giorni quelli che un guidatore si trova costantemente di fronte. E non risparmia critiche alle associazioni dei drivers. INTERVISTA A 360 GRADI CON L’UOMO DI DIVIGNANO SULLA SITUAZIONE IPPICA A1TUALE I consigli di Baroncini "Per il doping servono chiarezza e regole certe. Aboliamo i reclami dei guidatori. Programmiamo inviti di preparazione ai gran premi per i cavalli importanti"
ANDREA NEGRI Mauro Baroncini è uno dei nostri trainer-driver di punta, il suo nome da anni è una garanzia di rendimento, serietà ed esperienza. Abbiamo fatto con lui una chiacchierata a tutto tondo, su tanti argomenti più che mai di attualità, dal doping alle giurie, dalle piste agli starters, alla programmazione. DOPiNG «E l‘argomento che mi sta più a cuore, specie da quando, dieci anni fa, sono stato ingiustamente implicato nella vicenda Totò l’Heros, subendo una squalifica di sei mesi che ritengo del tutto iniqua, venni accusato di dare cocaina ai cavalli, roba da matti. Da allora nella disciplina del doping non è cambiato nulla, se non a soglia minima, quella del cosidetto inquinamento ambientale. L’unica variante è la legge sulla privacy che permette di mantenere l’anonimato, per lo meno a livello giornalistico, a chi viene punito. Nello specifico tutto è come prima, compreso il fatto, a mio avviso incredibile, che le seconde analisi vengono fatte nello stesso laboratorio delle prime. In nessun Paese e così, d’altronde mi pare scontato che l’accusato abbia il diritto di farle fare da un laboratorio diverso, che non abbia timore, eventualmente, di smentire il primo verdetto. In più, fatto determinante, ci vorrebbe un nosro veterinario, uguale per tutti, che lavori in sintonia con Unire Lab e il Dottor Montana ma che, ripeto, rappresenti i driver nel migIior modo possibile. Purtroppo le nostre associazioni-driver sono molto deludenti, forse inutili, non servono a nulla, e anche per questo noi, come trainer driver, non facciamo mai alcun passo avanti. Ancora, ci vorrebbe una lista precisa delle sostanze proibite, e andrebbero stabiliti in maniera incontrovertibile le soglie dei residui di cura. Il doping va punito nel modo più severo possibile per ripulire al meglio l’immagine dell’ippica, ma non deve essere fatto nè come una sorta di caccia alle streghe nè tantomeno cercando le sostanze proibite a casaccio, o per sentito dire. Insomma tutto deve essere più chiaro, oggi come oggi i rischi per chi fa il mio lavoro sono troppo elevati. E infatti si prendono delle contromisure per proteggersi, tipo mettere un allenatore “presta nome” per evitare tutti i guai derivanti da eventuali condanne. Io risulto allenatore solo perchè non ho trovato nessuno che metta il suo nome al mio posto L’ho chiesto a Tiberio Cecere, ma lui ha giustamente rifiutato, non vuole correre rischi. Nel caso, un giorno, dovesse decidere di mettersi in proprio, non vuole avere eventuali condanne pregresse. Oggi come oggi tutti i trainer e tutte le grandi scuderie, nessuna esclusa, hanno avuto condanne per doping. E siccome non è che tutti abusino di sostanze proibite, è ovvio che il problema sta nella legge, e nelle soglie minime che determinano il doping. Credo che tutto andrebbe ristudiato in maniera più seria. I rischi sono troppi, chi ti risarcisce se vieni ingiustamente condannato? Io dieci anni fa ho perso qualche proprietario, ho perso molto a livello di immagine, tantissimo come spese processuali per difendermi. Nessuno ovviamente mi ha mai ripagato degli ingenti danni subiti. Servono regole certe e severe ma giuste». GIURIE E COMMISSARI «innanzitutto ci vorrebbero dei corsi di formazione per formare i nuovi Commissari e nuovi Presidenti di Giuria. Un Presidente deve avere tanta esperienza sul campo, deve aver passato esami precisi, entrare in servizio solo quando è perfettamente in grado di farlo, in modo che ci sia una certa omogeneità di giudizio. Per quel che concerne le regole, io abolirei i reclami dei guidatori. Innanzitutto perchè creano tensioni tra di noi, richieste di favori, litigi. E poi, per il fatto che un Presidente di Giura che sappia fare il suo mestiere dove analizzare tutto ciò che c’è da vedere senza il bisogno di un driver che faccia reclamo. In più, a mio avviso, si devono rendere più severe le multe e gli appiedamenti, le canoniche cinque giornate non sono sufficienti, non fanno da deterrente a chi si macchia di scorrettezze gravi o volontarie. E le multe devono tener conto di quel che avrebbe probabilmente ottenuto il cavallo danneggiato, se lo stesso danneggiato era un favorito, insomma, devono essere multe severe, a volte dare al danneggiato il quinto o il quarto sa di presa in giro o poco più. Infine vorrei dire che ci vorrebbe massima attenzione, ancor maggiore di quella attuale, da parte dei commissari che seguono la corsa dal pulmino. Loro hanno la possibilità di vedere e sentire tutto da vicino, un vantaggio enorme nel poter giudicare al meglio ogni situazione». STARTER E PARTENZE CON I NASTRI «Oggi ci sono starter troppo diversi tra loro. C’è chi tende a scappar via e ti fa spendere troppo per allinearti, chi fa mucchio creando difficoltà enormi, specie ai cavalli ardenti. Insomma, siamo in balia delle scelte di chi ci fa partire, e periodicamente dobbiamo adeguarci al cambiamento dello starter. Bisognerebbe fare come in Svezia, dove la partenza è automatica e lo starter ha il solo compito di controllare cosa succede durante le fasi di allineamento. Per quel che riguarda le partenze coi nastri trovo inaccettabile che in alcune piste si parta alla tedesca e in altre no. Come si può chiedere a un cavallo, specie a quelli più giovani e meno esperti, una vota di girare di 90 gradi verso sinistra, un’altra di 180 verso destra? inaccettabile. Poi vorrei dire una cosa sulle entrate in pista dei cavalli in Svezia e in Francia c’è un cronometro ben visibile che fa il conto alla rovescia, e allo zero si parte, senza alcuna sbavatura, se non in casi eccezonali. Da noi non è così, entri in pista a otto minuti, o anche a due o tre minuti se hai un cavallo nervoso, ma allo zero non si parte quasi mai, c’e spesso qualche cavallo lontano che sta ancora facendo l’ultima falsa partenza. Gravissimo che sia così, ci sono cavalli che patiscono lo stare troppo in pista e in questo modo la corsa può venire falsata». PISTA DA MIGLIO E MANO CONTRARIA «Credo che oggi come oggi sarebbe fondamentale avere una pista da miglio al centro nord, visto che andare a Siracusa è impossibile per ragioni logistiche. Le corse piu importanti andrebbero fatte su anelli da 1600 metri, ci sarebbe maggiore spettaccolo, anche per via della velocità. Fare un miglio con due curve anzichè tre cambierebbe pareccho e cose. Un’altra idea che propongo è quella di fare alcune corse a mano contraria. Per esempio nelle piste più importanti si potrebbero fare sette corse normali e due nell’altro senso di marcia. Questo perchè tanti cavalli al contrario vanno fortissimo, e trarrebbero giovamento dal poter correre in senso oraro. Se non si vogliono mischiare due tipi di corsa si potrebbe costruire un ippodromo apposta per correre a mano contraria, d’altronde in Europa ci sono piste di questo tipo». PROGRAMMAZIONE «Oggi c’e la filosofia del tutto subito per cui i cavalli nella maggior parte dei casi danno tutto a 2, 3 e 4 anni e cosi non abbiamo anziani di livello adeguato. Bisognerebbe fare in modo che i cavalli possano durare a lungo nel tempo. Si potrebbero creare piu corse coi nastri per i puledri per evitare o strappo iniziale. E soprattutto, ogni gran premio andrebbe preparato con inviti creati appositamente per eventuali rientri dei cavalli importanti. E devono essere inviti per lo più alla pari, senza obbligare il rientrante di turno di prima categoria a rendere 20 o 40 metri. Questo non per regalargli i soldi dell’invito nel caso fosse un favorito netto, ma per evitargli una tirata di collo. Si sa che da noi il gioco è importante, e se tu rientri e arrivi ultimo ti guardano, giustamente, male. Insomma l’invito preparatorio è fondamentale. Per quel che riguarda infine la novità del Giovanardi e del Nazionale a batterie, può andar bene per lo spettacolo, il gioco e il fatto di avere un numero certo e limitato di cavalli in Finale, ma è una novità punitiva per i cavalli, obbligati a raddoppiare le loro fatiche in un programna di corse già enorme e faticoso».
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