TANTO RUMORE PER…POCO Dopo i primi interrogatori, molti degli indagati per il caso “doping cavalli” in Campania sono state chiarite meglio le posizioni: parecchi degli arrestati sono stati rimessi in libertà, sono stati rimossi molti degli arresti domiciliari, in maggioranza gli indagati hanno potuto dimostrare di non essere dei pericolosi delinquenti. La vicenda è emblematica: alla notizia degli arresti e delle comunicazioni giudiziarie, si è scatenata una campagna di sciacallaggio. Molti giocatori delusi hanno gridato “dagli all’untore”, qualcuno ha addirittura scritto lettere deliranti ai giornali accusando tutta la categoria dei guidatori di disonestà. Una campagna ignobile che ha gettato fango sull’ippica. Ed alla fine il caso si è sgonfiato in gran parte, provocando però profonde ferite in quelli (e sono la maggioranza) ingiustamente colpiti. Hai voglia di dire che sei innocente: il marchio resta, e nel ricordo del collettivo resta l’accusa, non il proscioglimento. Allora noi ci chiediamo: era proprio necessario arrestare tanta gente, sottoporli all’umiliazione delle manette quando non c’era nessun motivo perché qualcuno scappasse? Non si poteva, come altre volte, procedere ad interrogare i sospetti, e magari procedere alle misure cautelative solo per quelli la cui colpevolezza era provata? Nel pieno rispetto della Legge e dei suoi tutori, pensiamo tuttavia che tanto rumore sia il frutto della cattiva stampa di cui ha sempre goduto l’ippica, anche perché chi ne dovrebbe proteggere l’immagine istituzionalmente, è occupato in tutt’altre faccende, in primo luogo a cercare di tenersi ben stretto alla poltrona che tanti benefici produce, come dice la pubblicità dei mobilieri… |