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Lo Sportsman: Una poltrona per due (9.3.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/3/2006
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Una poltrona per due

I programmi e le idee dei contendenti Tino Cazzaniga e Roberto Brischetto
Tino Cazzaniga è il Presidente uscente, Roberto Brischetto è il candidato alternativo. I due si affronteranno sabato nella corsa a Presidente dell’Anact, una sfida affidata naturalmente alle urne, dalle quali uscirà il nome del nuovo presidente degli allevatori del trotto. Quelli di Cazzaniga e Bnschetto sono due nomi ben conosciuti nel trotto, ma per illustrare queli che saranno i loro programmi in caso di vittoria abbiamo voluto dedicare loro uno spazio extra, perché potessero spiegare a tutti le loro idee, i loro progetti. Dieci domande, uguali per entrambi, in una sorta di par condicio elettorale per rendere ancor più entusiasmante una competizione che da qualche mese appassiona gran parte del trotto italiano.
SABATO IL RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI DELL’ANACT: FACCIA A FACCIA TRA I DUE CANDIDATI ALLA PRESIDENZA CAZZANIGA -
Dieci domande sui programmi

1. Continultà o cambiamento. Perché sostenere l’una o l’altro?
2. Analizzando gli schieramenti, si ha l’impressione che i grandi allevatori sostengano in maggioranza Brisdietto, molti dei piccoli Cazzaniga. Concordate? Cosa vi sentite dl dire agli uni e agli altri?
3. Politica stalloniera: casa sì può fare per mettere a disposizione
degli allevatori stalioni di livello a tassi competitM?
4. È giusto che I’ANACT si impegni direttamente nell’acquisto e/o gestione di stalloni?
5. La vostra analisi dell’attuale situazione dell’allevamento
italiano
6. La qualità del nostro allevamento è riconosciuta quasi unanimemente in Europa. I nostri prodotti sono ricercati anche all’estero, dove i nostri trottatori tentano molto più spesso. Però, nel complesso, Varenne a parte, i risultati non sembrano all’altezza delle premesse, almeno al livello più alto. Cosa ne pensate?
7. Mercato e aste: quali le iniziative da prendere per sostenerli, promuoverli e incrementarli?
8. Qual è il vostro punto di vista sulla situazione attuale dell’ippica italiana, quale ruolo hanno e quali iniziative possono prendere gli allevatori per dare un contributo a risolverne i tanti problemi e a promuoverne la ripresa e lo sviluppo?
9. Come deve essere un corretto rapporto tra gli allevatrori e i proprietari?
10. Una “promessa” elettorale, possibilmente da mantenere...

CAZZANIGA

1Ma quale cambiamento! Viene proposto da chi già da Otto anni ha esercitato nel bene e nel male la sua azione di consigliere, ostacolando ogni iniziativa nella direzione di un tentativo di riduzione dei Costi per gli allevatori con l’acquisto di riproduttori di altissimo livello, se questo è il nuovo che avanza, poveri allevatori: Brischetto è stalloniere a tutti gli effetti!
2Anche questo è fisiologico, i grandi allevatori sono nella stragrande maggioranza se non nella totalità, contemporaneamente stallonieri, quindi la risposta è nell’ordine delle cose, non solo, non si dimentichi mai la funzione storica dell’Associazione a favore dei piccoli allevatori che sono la forza dell’allevamento italiano e non si scordi altresì che la fine dei piccoli allevatori per asfissia da tassi di monta fuori dal mondo, coinciderà inevitabilmente con il declino dell’ippica.
3La risposta agli allevatori: durante l’ultimo mandato avevo portato (quasi) a termine l’acquisto di tre stalloni importantissimi, nel penultimo eravamo in trattative più che avanzate per Varenne; gli stessi che rappresentano il “nuovo che avanza” sono riusciti a bloccare ogni iniziativa ed a mandare tutto a monte. Se gli allevatori mi daranno il loro consenso il mio impegno in questa direzione sarà ancora più forte.
4Non sarebbe giusto in linea di principio, ed il mercato dovrebbe fare il suo mestiere di equilibratore. Ciò non è certamente awenuto, visti i livelli dei tassi di monta praticati, che di fatto permettono che uno stallone si ammortizzi (cioè si paghi completamente) in due o tre anni al massimo sulle spalle degli allevatori, per poi continuare a lucrare per altri dieci o quindici anni e pesare unicamente sulle spalle degli allevatori. Per questo l’Associazione dovrebbe fare una politica al massimo livello, in un certo senso come viene fatto dagli Haras Nationaux in Francia, per calibrare e riequilibrare i prezzi dei tassi di monta. Oppure passata questa “buriana” avere di fronte un sindacato stallonieri che oggi non esiste, con il quale dialogare in condizioni di confronto anche dure ma realistiche e lontane dai proclami e dai finti o falsi problemi di questi giorni, per creare condizioni accettabili al lavoro degli allevatori.
5Non ho mai nascosto il mio entusiasmo per la stato attuale ed i progressi fatti dall’allevamento italiano, questo è sotto gli occhi di tutti, aggiungerei con l’ausilio della politica dell’Anact. Il problema che ciò è stato fatto soltanto con grossi sacrifici da parte degli allevatori, ora non più sostenibili, occorre cercare con tutti i mezzi un abbattimento dei costi e questo non può che identificarsi in un ridimensionamento dei tassi di monta: non possiamo più assistere allo strazio di prodotti accettabili presentati alle aste che il più dello volte non raggiungono il costo del tasso di monta.
6La risposta a questa giustissima osservazione l’avrei già data in un mio intervento sulla stampa, però vorrei ripetermi: occorre prioritariamente aggiornare le strutture tecniche, in primo luogo le piste, i centri di allenamento e le scuole di formazione professionale. Ma vi pare che possiamo fare dei cavalli competitivi per piste come Vincennes sulle maggioranza delle nostre piste da 800 metri?
Vi pare che senza un’adeguata scuola professionale possiamo continuare a sfornare allenatori, guidatori, come fossero caramelle? Date un’ occhiata intorno e ditemi quanti e quali centri di allenamento abbiamo? Una grande parte dei nostri cavalli viene allenata dentro agli ippodromi, questo poteva andare bene trenta o quaranta anni fa, ma ora non è più possibile e mi auguro che l’Unire voglia indirizzare i suoi sforzi, una volta risanato il bilancio, verso questa direzione.
7È un tasto dolente purtroppo, che non può prescindere da tutto quanto detto prima, cioè: l’abbattimento dei costi di produzione, la possibilità per un acquirente di vedere il proprio capitale investito, messo nelle migliori condizioni ambientali e professionali al fine di ricavarne il miglior risultato possibile. Le aste certamente dovranno essere incrementate ed a questo proposito avrei un piano di potenziamento e di rilancio delle varie sessioni, non solo di puledri, ma anche di fattrici. Occorrerà poi studiare, compatibilmente con le disponibilità economiche del settore, oltre agli incentivi attualmente esistenti, altre forme di interventi a favore sia degli allevatori che degli acquirenti. Il cammino è lungo e non facile, ma faremo, se riconfermati del nostro meglio.
8Consideriamo innanzitutto che la situazione generale è decisamente in netto miglioramento con aumento delle entrate dovute alle due Tris giornaliere con vincente ed accoppiata sul totalizzatore nazionale, quartè al mercoledì e quartè e quintè al venerdì. Direi che altri sacrifici agli allevatori non sarebbe né giusto né corretto chiederne; nelle risposte di cui sopra, abbiamo constatato, lo ripetiamo, il grande miglioramento dell’allevamento, ma tutto ciò è stato fatto principalmente sulle spalle degli allevatori, nel nostro settore tutte le componenti, a cominciare dalle società di corse non hanno fino ad oggi fatto grandi sacrifici, non ho mai visto fallire una società di corse, un’agenzia ippica, uno stalloniere o altri operatori del settore, ma potrei citarvi decine di allevatori indebitati fino al collo per mantenere i loro impegni nei confronti degli stallonieri e continuare a lavorare con indefesso spirito di sacrificio. Quanto potrà durare tutto ciò?
9Un rapporto il più diretto e franco possibile, riportando a livello paritario l’entità dei rispettivi premi di qualifica, per non creare disparità di trattamento che non giovano a nessuno.
Io Una sola: mi batterò come mi sono battuto tutti questi anni a favore degli allevatori, nella massima collaborazione con l’Unire che bene o male ci sta traghettando con fermezza in un frangente che ha messo a repentaglio la vita stessa del settore. Promesse elettorali le farà qualcun altro. 

10 Una sola: mi batterò come mi sono battuto tutti questi anni a favore degli allevatori, nella massima collaborazione con l’Unire che bene o male ci sta traghettando con fermezza in un frangente che ha messo a repentaglio la vita stessa del settore. Promesse elettorali le farà qualcun altro.

BRISCHETTO

1Sostenere il cambiamento perché servono forze nuove ed entusiasmo per porre fine all’ippica dei
corridoi, delle decisioni prese senza processo democratico, della politica dei favori, per promuovere
un’ippica di programma, imprenditoriale, concertata, attenta alla realtà europea senza esserne succube.
2Non sono assolutamente d’accordo su questa generalizzazione! I nostri candidati Consiglieri Regionali sono tutti piccoli e medi allevatori e nessuno può pensare di fare a meno dei piccoli allevatori, che restano la struttura portante del settore allevatorio. Indipendentemente dalla dimensione dell’attività, la questione è invece la qualità nell’allevamento, che vuole dire massima attenzione ad ogni minimo particolare, ricorso massiccio all’informazione per meglio cogliere gli indirizzi della razza e qualità in tutta la catena che porta alle corse di massimo livello: la commercializzazione dei prodotti, il loro allenamento, la disponibilità di strutture e di palcoscenici adeguati!
3È un punto cardine del nostro programma, che si prefigge di ridurre in modo sensibile nei prossimi anni il costo complessivo della spesa che gli allevatori devono destinare ai tassi di monta. Si tratta di dar corso alla costituzione di consorzi di allevatori per l’acquisto di stalloni importanti, con contributi in conto interessi, alla valorizzazione di stalloni indigeni altrimenti trascurati, alla creazione di gruppi di acquisto di monte su base regionale, di sostenere l’acquisto di diritti di monta.
4Collegandomi alla precedente risposta, ritengo che I’ANACT debba essere!! centro propulsore e di coordinamento di iniziative che favoriscono l’acquisto di stalloni da parte di allevatori, piuttosto che acquirente diretto, viste anche le esperienze negative di questi ultimi anni, con costi di gestione elevati degli stalloni e conseguente spreco di risorse comuni.
5Gli allevatori italiani hanno fatto in questi anni un grandissimo sforzo per il miglioramento della qualità, resta però il problema di una programmazione delle corse carente e anche di una cronica mancanza di certezze sulle risorse, che andrebbero garantite con un piano pluriennale, condizione indispensabile per programmare gli investimenti e non “raffreddare” il ciclo virtuoso in corso.
6Gli alti costi di produzione prima e di mantenimento poi determinano una programmazione della carriera agonistica dei nostri trottatori basata sulla precocità e una ricerca da parte dei proprietari di un rientro il più rapido possibile degli investimenti effettuati. Il confronto sui campi esteri avviene invece soprattutto in età e su distanze pensate per cavalli preparati per la carriera da anziani. Dobbiamo continuare ad incentivare i cavalli che corrono all’estero, estendendo il premio all’allevatore in tutte le corse e garantendo le provvidenze, per i cavalli effettivamente allevati in Italia, ottenute attraverso le prestazioni all’estero.
il mercato va sostenuto ed ampliato attraverso: iniziative promozionali presso potenziali categorie di proprietari; diffondendo la cultura della multiproprietà del cavallo, oggi unica possibilità per molti di partecipare da protagonisti; ricercando forme di finanziamento per l’acquisto di puledri; rivalutando fortemente la figura del proprietario; studiando e imitando il progetto di sviluppo dell’ippica francese, che punta ad aprire nuovi mercati nei Paesi emergenti
- Tatarstan e Polonia sono gli esempi più recenti - interagendo sul doppio piano dell’organizzazione e della raccolta delle scommesse e dell’impulso all’al-
levamento e alle corse, con la vendita mirata (anche tramite aste in loco o apposite corse a reclamare) di fattrici e di cavalli in allenamento. A proposito delle aste, vorremmo intervenire su tre livelli diversi: potenziando l’asta principale di Milano che deve diventare sempre più evento costruito, preparato e promosso attivamente sul mercato italiano e su quello internazionale durante tutto l’anno, attraverso un lavoro capillare e continuativo; realizzando aste/rassegne regionali, cui andrebbero collegate corse riservate ai prodotti venduti in quelle sedi, con la possibilità di creare un relativo campionato nazionale; utilizzando il sistema internet per realizzare una vetrina permanente di informazione sui prodotti in vendita.
8Dopo anni di difficoltà, con l’introduzione dei nuovi giochi si vede uno spiraglio di sereno per il futuro del settore. L’ANACT è un’associazione portante nel sistema ippico italiano e deve assumere un ruolo guida, anche di concerto con le altre categorie, intervenendo nelle questioni fondamentali per tutto il movimento quali ruolo della televisione, sviluppo dei giochi, programmazione delle corse, qualità degli ippodromi.
9Allevatori e proprietari sono indissolubilmente legati tra loro e qualunque iniziativa tecnica ed economica deve essere presa nella consapevolezza di quali rischi affronta il proprietario nel suo percorso e di quale sacrificio è richiesto all’allevatore per produrre un puledro. Nell’ottica di questo rapporto chiediamo nel nostro programma che le prime risorse economiche disponibili vengano destinate ad aumentare i premi alla qualifica dei proprietari per allinearli a quelli degli allevatori. Ma non basta, è importantissimo, come ho già detto in precedenza, che gli allevatori contribuiscano alla formazione di nuovi proprietari, fornendo loro, ove è possibile, non solo la materia prima, cioè il cavallo, ma anche il supporto tecnico necessario a chi si ritrova da neofìta in un settore che può regalare grandi soddisfazioni ma che spesso non è facile da interpretare senza avere le giuste chiavi di lettura. È una strada che può avere sviluppi importanti, come dimostra ad esempio la vicenda della Trofal Stars. Insomma, gli allevatori devono anche...
allevare proprietari.
10 Massima trasparenza nei comportamenti, maggiore informazione, regole uguali per tutti.

 

 
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