Campagna elettorale intensa quella degli allevatori. Due liste, con opposti obbiettivi: la parte uscente di Cazzaniga, che vuole conservare i privilegi acquisiti anche ai danni dei proprietari (loro potenziali clienti…) e gli innovatori di Brischetto, che vogliono voltare pagina, guardando al futuro. Questi ultimi hanno capito che i proprietari vanno conservati e salvaguardati, e che a furia di “pompare” il montepremi per i puledri, alla lunga si danneggia il parco cavalli e si smorza la passione, che è il vero propellente dell’ippica. Quello che ha colpito chi è fuori della mischia, in questa campagna elettorale, è lo smodato attaccamento alle poltrone di chi vi è attualmente seduto: un attaccamento sospetto, se è vero che si è arrivati all’insulto vero e proprio nei confronti degli avversari, con argomenti che nulla hanno a che fare con i cavalli. A Napoli c’è stato il culmine: un allevatore di parte “Cazzaniga” ha definito “animali” gli avversari, invitando i suoi a non dialogare con loro: una caduta di stile tanto più clamorosa in quanto il soggetto in questione è persona perbene, non certo adusa ad un linguaggio tanto triviale ed offensivo. La domanda che sorge spontanea è la seguente: ma chi ambisce a rappresentare una categoria così importante, lo fa per amore dei cavalli e dell’ippica, o perché attraverso il potere cerca di acquisire privilegi personali? Il sospetto è forte e dovrebbe far pensare coloro che si recano alle urne: meglio l’uovo oggi, ma un uovo che ammazzerà la sicura gallina di domani, o meglio una politica allevatoria che dia respiro oltre che al presente, soprattutto al futuro degli allevatori? Insomma, a dirla chiaro e forte, Cazzaniga porterà all’esaurimento dei proprietari ed alla fine dell’ippica, Brischetto, sia pure attraverso piccole rinunce, garantisce il futuro: semplice.