Demuro senza frontiere Leader in Italia e idolo part-time in Giappone: col mirino sul Dubai
— I migliori hanno la valigia sempre piena nel ripostiglio di casa, pronti a volare da una parte all’altra del globo. Sono i fantini che fanno la differenza, quelli che nel classico commento di fine corsa «a monte invertite il cavallo Tizio non avrebbe perso», sono sempre il termine positivo del paragone fra i due piloti. Mirco Demuro è un fantino senza frontiere. La sua valigia? Quasi sempre pronta. Al 27enne di Marino manca un altro salto di qualità per entrare nel club degli zingari da collezione. La sua fama internazionale è di nicchia, una nicchia gigantesca come il galoppo giapponese, che lo ha proclamato idolo nell’estate del 2003 a Tokyo. In sella a Neo Universe, Mirco è stato il primo fantino straniero vincitore di Derby, davanti a 125.000 spettatori. «Quel boato non lo dimenticherò mai. Terrificante, era come se da un momento all’altro dovesse venir giù la tribuna». La voce di Demuro arriva proprio da Tokyo: «Resterò fino al 20 marzo. Prima di rientrare in Italia spero in una tappa in Dubai. Dopo il secondo posto di domenica a Nakayama, proprietario e allenatore di Daiwa Major sembrano intenzionati a schierarlo nel Dubai Duty Free del 25 marzo. Ora dipende dal cavallo, dal modo in cui smaltirà la fatica». Idolo in Giappone: «Da qualche anno esistono alcuni miei fan club. Soprattutto ragazzi: spesso ne incontro alcuni, con altri c’è una corrispondenza fitta e nello stesso tempo complicata per evidenti problemi di lingua». E poi i media. Telecamere, fotografi e giornalisti: «Aspettano ogni mattina davanti ai cancelli dell’ippodromo. Vogliono sapere come sono andati gli allenamenti, quali corse penso di vincere, come trascorro le mie giornate giapponesi. Su quest’ultimo fronte sono messo male, purtroppo non ho molto tempo libero. Si inizia presto al mattino, si va a letto presto la sera. E in mezzo quasi solo cavalli». Prima esperienza nel 1999: «Fino ad oggi ho vinto 160 corse, quota 200 è il primo grande obiettivo, magari con qualche Gran Premio compreso». Fantino senza frontiere: «Ho corso quasi in tutto il mondo. Ho vinto anche negli Stati Uniti, in Arabia Saudita e persino a Mauritius. E poi in Francia. Niente Dubai e Inghilterra, purtroppo». Il 25 marzo l’occasione per saldare il primo conto: «Andarci sarebbe già una conquista, l’ennesima occasione per confrontarmi con i migliori fantini del mondo. Se poi arrivasse anche il risultato...». A questo Demuro l’Italia sembra andare stretta. Nonostante lo stimolo del radicale cambiamento dei suoi rapporti professionali dopo il divorzio dal trainer Bruno Grizzetti e il trasferimento da Milano a Roma (ma con parte del lavoro ancora in Lombardia) in virtù del contratto con la Nuova Sbarra degli Scarpellini. Forse a 27 anni non è più tempo di rischiare tutto, ma se potesse tornare indietro, probabilmente Mirco Demuro farebbe una scelta alla Dettori, emigrando definitivamente in uno dei migliori «campionati» del mondo. Inghilterra, Francia, forse addirittura gli Stati Uniti che lo hanno sempre attirato e dove, al termine degli Anni 90, aveva trovato allenatori del calibro di Bifi Mott e Richard Mandella disposti a dargli una sella e una frusta per i loro cavalli. Ma non ebbe quel coraggio che potrebbe trovare fra qualche anno di fronte alla prospettiva di provarci con molte certezze di riserva. Michele Ferrante
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