SECONDO NOI
Regole calpestate e colpe della politica
di SANDRO CEPPARULO L‘ippica degli anni Duemila — parliamo di quella codificata, astraendoci per un attimo da quella clandestina e di strada con la quale è però in parte collegata — è tristemente ricca di blitz delle forze dell’ordine, di indagini, di filoni d’inchiesta, di fascicoli, di fermi e di arresti. Appare evidente che l’aumento di corse (tris in testa) con montepremi sempre più basso e dunque banalizzato, cavalli e driver, sia parallelo con fatti di natura criminosa come le corse truccate (spesso attraverso minacce), il doping e l’ingannevole comunicazione della titolarità di scuderia e di allenamento. Però ci si deve anche chiedere se l’indebolimento dell’unire — l’ente statale dell’ippica — attraverso ciclici commissariamenti non abbia di fatto sfarinato le regole rendendole eludibili. E questa è una imperdonabile colpa della politica.
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