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Agipro: Lo scontro tra normativa Europea e Italiana (23.2.06) |
Autore: unagt Pubblicato: 23/2/2006 Letto 702 volte Dimensioni 4.54 KB |
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Pubblicato il 23 febbraio 2006 ore 10:54
OSCURAMENTO SITI: LE TAPPE DELLO SCONTRO TRA NORMATIVA EUROPEA ED ITALIANA (a.c.) La Legge Finanziaria 2006 ed il Decreto Fiscale ad essa collegato, saranno ricordati nel settore dei giochi, come i primi veri passi verso la regolamentazione del cosiddetto settore telematico. Le novità sostanziali, accompagnate da non poche polemiche, riguardano innanzitutto l’oscuramento dei siti esteri, che attraverso internet, consentono la raccolta sulle scommesse a bookmaker e operatori del gaming (casinò e poker) privi di autorizzazione o concessione da parte dei Monopoli di Stato ad operare nel nostro paese. La spinosa questione interessa quindi buona parte dei bookmaker stranieri, che da diversi anni, accettano scommesse dall’Italia attraverso le loro piattaforme telematiche. Dal momento in cui è stato reso noto l’inserimento in Finanziaria della norma indirizzata all’ oscuramento dei siti esteri, sia le associazioni di operatori on-line (Europan Betting Association e Remote Gambling Association) sia i singoli bookmaker (su tutti Stanley e Unibet) hanno sottoposto alla Commissione Europea la questione, depositando esposti nei quali si fa riferimento ai principi comunitari di libertà di stabilimento e di libera circolazione dei servizi (anche, se non soprattutto, nel settore dei giochi). La norma è stata però approvata dal Parlamento e la Commissione Europea, per ora, non ha assunto iniziative ufficiali contro l’Italia. Nella sostanza per i bookmaker internazionali, che grazie ad internet avevano ormai acquisito interessanti fette di mercato e decine di migliaia di clienti anche in Italia, il provvedimento inserito nella Finanziaria 2006, avrebbe infranto almeno cinque principi di diritto comunitario: 1- Libertà di stabilimento e di libera circolazione dei servizi in ambito Ue (articoli 43 e 49 del Trattato e recenti decisioni della Corte di Giustizia); 2- Libertà di fornitura dei servizi di telecomunicazione (Direttiva 2002/20/Ec sull’Autorizzazione dei servizi e delle reti per le comunicazioni Elettroniche); 3-Tutela dei dati personali (Direttiva 2002/58/Ec su privacy e Comunicazioni elettroniche);
4-Aiuti di stato (articolo 87.1 del Trattato Ec); 5-Notifica degli standard tecnologici e delle norme relativi ai servizi nella società dell’Informazione (Direttiva 98/34/Ec).
Per evitare le presunte violazioni, e la possibile perdita del ricco giro di affari, il 31 ottobre 2005, i principali operatori continentali, che dalle loro basi in Scandinavia, Germania e RegnoUnito offrivano servizi in Italia, hanno “avvertito”, con una lettera, i Commissari Europei direttamente competenti delle possibili violazioni in corso in Italia: Charlie McCreevy (Irlanda, Mercato Interno), Viviane Reding (Lussemburgo, Media e Informazione), Franco Frattini (Italia, Giustizia), Neelie Kroes (Olanda, Concorrenza) e Günter Verheugen (Germania, Impresa e Industria). Una posizione netta è stata espressa anche dalla European Betting Association (EBA) e dalla Remote Gambling Association (RGA), ovvero le due maggiori associazioni, che a livello europeo, rappresentano le più grandi industrie del gioco (nel caso della RGA quelle che operano attraverso internet): il 2 novembre 2005, infatti, le due associazioni avevano nuovamente “avvertito” il Governo italiano e le autorità competenti del problema, segnalando, tra l’altro, il caso alla Commissione europea. Ma all’interno del contenzioso, tra le pieghe della Legge Finanziaria 2006 ed i suoi regolamenti attuativi, una strada che renda possibile una soluzione di compromessi si è già aperta: per continuare ad operare, ai bookmaker stranieri non resterebbe altro da fare che acquisire almeno un’agenzia su territorio italiano e creare un sito internet con il suffisso “.it”, senza la possibilità – per i clienti residenti in Italia - di collegamento (link) al sito estero, dislocato in Inghilterra o in qualche paradiso fiscale nel vecchio continente . Di questo avviso è anche lo stesso numero uno della RGA, Clive Hawkswood, che - in una recente intervista ad Agipronews - ha confermato che “Potrebbe essere auspicabile cercare di ottenere, acquistandola, una concessione italiana. In tal modo gli effetti negativi della legge sull'oscuramento verrebbero minimizzati". |
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