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La Gazzetta dello Sport: Il cavallo da 8 milioni è una lumaca (23.2.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 23/2/2006
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Il cavallo da 8 milioni è una lumaca

Mr Sekiguchi debutta e perde in una corsetta a Los Angeles: è il quarto purosangue più caro di sempre

Irritato. Ma solo per orgoglio, i soldi non sono mai stati un problema. Fusao Sekiguchi è un signore giapponese, viaggia sulla sessantina e tenta disperatamente di togliersi qualche anno con occhialini da sole scurissimi, look aggressivo e capelli raccolti in una lunga coda. Possiede un’importante società nel settore informatico e, una quindicina di anni fa, ha scoperto di amare i purosangue e le corse, iniziando a rovesciare milioni sui ring delle aste equine di tutto il mondo.
Il colpo più esplosivo è la causa dei suoi attuali tormenti. Lo aveva realizzato nel 2004 a Keeneland (Kentucky), sede dell’asta-yearlings (cavalli di 18 mesi) più famosa. Un puledro da otto milioni di dollari, il terzo prezzo di sempre nella graduatoria mondiale della categoria, diventato quarto 12 mesi più tardi, quando Sheikh Mohammed si regalò un giocattolo da 9,7 milioni, anch’esso figlio di Storm Cat lo stallone da 500.000 dollari a prestazione.
Chiamato con molta fantasia Mr Sekiguchi, l’animale ha debuttato qualche giorno fa sulla pista di Santa Anita, nei pressi di Los Angeles. Una corsetta come tante (per 3 anni mai vincitori) che avrebbe dovuto stravincere e che invece ha clamorosamente perso, venendo superato di mezza lunghezza dal compagno di allenamento Rising Rate, un poveretto costato «solo» 425.000 dollari lo scorso anno ad Ocala (asta per 2 anni in allenamento) e reduce da due corse disastrose.
Salvo metamorfosi future, il cavallo da 8 milioni è una lumaca e non realizzerà il progetto per cui è stato pagato una fortuna e affidato in allenamento al santone Bob Baffert: diventare campione, una missione complessivamente fallita anche dai primi due in graduatoria, mentre il terzo classificato (quello da 9,7 milioni) si trova in Dubai alla corte di Godolphin, ha 2 anni e potrà iniziare a correre fra qualche mese. Sheikh Mohammed aveva fatto faville anche nel 1983, sempre a Keeneland, con i 10,1 milioni di dollari spesi per un figlio di Nijinski, successivamente chiamato Snaafi Dancern. Fu il top price mondiale, ma si rivelò un bidone: zero corse disputate e percentuale di fertilità quasi nulla come riproduttore.
Al confronto Seattle Dancer è un fenomeno, con due vittorie di gruppo 2 in Irlanda e un secondo posto in gruppo 1 (GP de Paris), per un totale di 5 corse e 150mila dollari in cassaforte. Peccato che, nel 1985, i facoltosi Robert Sangster, John Magnier e Stavros Niarchos, riunitisi in pool per l’occasione (ovviamente a Keeneland), dovettero racimolare 13,1 milioni di dollari per avere quell’erede di Northern Dancer. Il saldo finale segna rosso fuoco e John Magnier ancora oggi parla malvolentieri di quell’affare ma si consola: è l’unico del terzetto ancora vivo.
Michele Ferrante

Tamin, 8 pecore
850€ per Masini

L’altra faccia della medaglia? I cavalli da due soldi diventati campioni. L’ultimo è Jag de Bellouet: il cannibale francese (quest’anno ha vinto Cornulier, Amérique e France) costò 6.700 euro a 18 mesi. Ma ancora più significativi sono i casi di Tamin Sandy e Masini. Il primo è un trottatore norvegese, diventato campione a San Siro nel Mangelli del 1993. Era costato soltanto otto pecore, che comunque valgono più dei 4000 zloty (850 euro) sborsati a un’asta polacca per il secondo, vincitore del GP Merano 2004.

 
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