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Lo Sportsman: Quando c’è Feeling... (20.2.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 20/2/2006
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NEL MARIO LOCATELLI DI SABATO A MILANO SUCCESSO DA LEADER DELL’ALLIEVO DI ERIK BONDO

Quando c’è Feeling...

ANDREA NEGRI
Locatelli 2006 griffato Bondo-Gubellini. Deep Feeling Lf ha vinto meritatamente, ma senza la classe di PG il risultato avrebbe potuto essere diverso. Sull’ultima curva infatti, dopo una prima parte di percorso ad alta velocità (27.5 il primo quarto, 42 i 600 metri, 1.12 il giro), Gubellini ha capito che l’unico avversario era Diorz, ben incollato alla sua schiena fin dai primi metri, e così ha fatto mucchio tirando indietro finchè è stare possibile, ovvero a fino 120 metri dal traguardo. Lì Superpipppo ha allungato: Deep Feeling ha risposto a dovere ad un paio di frustate ben assestate, Diorz si è liberato a fatica e ha recuperato qualcosa, ma il palo ormai era vicino, e così il figlio di Indro Park ha conquistato il secondo gran premio della sua carriera (dopo l’Adriano Andreani ad Aversa, a quattro anni), il primo da quando è nelle scuderie di Erik Bondo, a media di 1.13.4.
Raggiante il proprietario Enzo Pezzullo, un appassionato verò, quasi commosso per aver vinto una corsa importante a San Siro. «Mi viene in mente quando io e alcuni amici abbiamo comprato Deep Feeling da puledro, pagandolo solamente 5.000 euro fuori asta: era proprio bruttino, lo chiamavamo il dromedario. Mai avrei pensato di togliermi certe soddisfazioni con lui, invece il bello dell’ippica è proprio questo. Per me già era stato un sogno andare ripetutamente in Francia, ora sono davvero felice. Per il futuro vedremo il da farsi, certo che per un napoletano come me l’idea di fare il Lotteria sarebbe il massimo della vita, ma non disdegnerei anche qualche altra trasferta francese. Per ora mi limito a fare i complimenti a Bondo, che ha presentato come sempre Deep Feeling al top, e a Pietro Gubellini che ha guidato alla grandissima, perché in questa vittoria c’è molto del suo».
Una domanda è d’obbligo anche per Erik Bondo. Non si era mai visto partire Deep Feeling così forte, qual è il segreto? «Nessun segreto, lui se vuole scatta benissimo, e oggi era necessario andare in testa per vincere, altrimenti tutto si sarebbe complicato. Alla fine forse è un po’ calato, ma lo fa più che altro per carattere, e comunque aveva speso moltissimo già nei primi 600 metri».
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto per Diorz? La prestazione è stata validissima, soprattutto il fatto di essere scattato al meglio partendo all’uno, cosa per nulla facile per uno come lui che partitore provetto non è, ma la sensazione che sia arrivato al traguardo con tanto da spendere ed energie sicuramente maggiori rispetto al vincitore può lasciare l’amaro in bocca. Andrea Guzzinati pare sereno e soddisfatto. «Il cavallo ha corso molto bene, è partito che meglio non poteva ed ha fatto il possibile, solo che abbiamo corso 100 metri. Con una retta più lunga credo avremmo vinto, oppure se ci fossimo liberati prima, ma va benissimo anche così. D’altronde gli ultimi 400 metri un po’ lenti hanno ammassato il gruppo e liberarsi dalla corda non era possibile. Comunque l’importante e aver avuto la conferma che Diorz in prima categoria ci sta bene». Podio completato da Dart Boss, che ha perso ogni chance di vittoria fallendo la partenza, tanto da ritrovarsi blindato in quarta posizione alla corda, corda che non ha mai lasciato, e che ha sfruttato per infilare Santana Diamant e finire forte di dentro, a ridosso dei primi due. Così Tranchina (il quale si è fatto sostituire per un dolore al petto nelle due corse successive). «Ho fatto gli esami ed è tutto a posto, ora sto meglio. Per quanto riguarda Dart a volte mi fa di questi scherzi e parte male, ho visto subito che non potevo saltare i due alla corda e ho ripiegato quarto. Ad essere fatalista posso dire che va bene così, nel senso che ha preso il terzo senza correre e sarà fresco e per nulla stanco domenica a Torino, appuntamento che è il nostro vero obiettivo». Per il Boss una corsa non corsa, è arrivato al palo fresco come una rosa, con un terzino in saccoccia che, per come si era messa in partenza, pare già un mezzo miracolo.
A una testa da Dart Boss è finito Erie Grif, bello in sgambatura e valido sul percorso considerando che dopo 600 metri era ultimo al largo. Marcatore completato dal tedesco Santana Diamant, che non è riuscito, pur avendoci provato, a saltare Diorz, sistemandosi terzo, posizione che ha lasciato improvvidamente a 400 metri dal palo, col risultato di farsi infilare da Dart Boss e di trovarsi in scia a Jujitsu Hanover che stava calando. Santana è finito quinto tutto in mano, anche lui con molto da spendere e con la certezza che rimanendo di dentro sarebbe finito terzo.
Menzione speciale per Didimoz, che pur finendo non piazzato ha fornito un’altra prestazione eccellente: partito a tutta dal sette, pur prendendo mezza lunghezza di vantaggio non è riuscito a superare Deep Feeling Lf ne a trovare la corda, si è fatto aggirare da Jujitsu Hanover e sull’ultima curva, nonostante avesse speso il massimo, ha avuto la forza di scattare in terza ruota. Ammirevole veramente.
Jujitsu Hanover si è esaurita all’esterno correndo a freccia in giù rispetto all’ultima prestazione bolognese; Nem ha perso la partenza sbagliando poi dopo 100 metri; Constable ha provato un’impossibile quarta ruota sull’ultima curva; Exploit Caf non si è mai visto.

 
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