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La Gazzetta dello Sport: Dart Boss, da rifiutato a campione (17.2.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 17/2/2006
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Dart Boss, da rifiutato a campione
Domani a S. Siro il cavallo che nessuno voleva e ha già vinto 440.000 euro

«Nei suoi primi mesi di vita era tutto tranne che un bel cavallo. Piccolino e anche un po’ sproporzionato, non lasciava di certo presagire un futuro roseo, anzi. Gli operatori che venivano ad osservare il nostro materiale, appena lo vedevano, quasi si giravano dall’altra parte. Nessuno, ovviamente, si è sognato di comprarlo e così è rimasto da noi, all’allevamento Boss, vicino a Palermo. E’ stata la nostra fortuna».
Franco Tranchina, 47 anni, parla con amore di Dart Boss, un cavallo dalla genealogia di basso profilo (Cirkus Kall e Vistosa Wise) che ha scalato le categorie fino ad arrivare, lo scorso anno, a vincere 2 GP (Ponte Vecchio e Due Mari) e piazzarsi secondo nel Lotteria dietro Digger Crown. «Col passare del tempo — continua Tranchina, trainer e driver di Dart Boss —, dal punto di vista fisico è migliorato molto, ma sinceramente non mi sarei mai immaginato che sarebbe diventato competitivo nei gran premi. Sembra nato solo per correre: sa fare praticamente tutto e in carriera ha rotto 3 o 4 volte in quasi 80 corse disputate».
Franco Tranchina ha domato Dart Boss, ma il figlio di Cirkus Kall ha esordito ad Aversa (2° posto) con Salvatore Dell’Annunziata. «All’inizio del 2003, il proprietario Angelo Fucarino decise di spostare alcuni suoi cavalli, tra cui Dart Boss, a Napoli. Fu un inizio di carriera positivo: alla 2° uscita vinse e poco dopo si piazzò terzo nella poule di Agnano. Poi tornò da me a Palermo e, partendo dai centrali, lo inseii gradualmente in prima categoria».
Il resto è storia recente: Dart Boss ora vince ben 440.000 euro e domani, nel milanese Locatelli, ha la possibilità di incrementare ulteriormente il suo bottino. «Non taglia per primo il traguardo — conclude Tranchina— dal 19 giugno dello scorso anno, ovvero dal Due Mari a Taranto, ma la cosa non mi preoccupa. Dart ha sempre corso contro i migliori e, tutto sommato, ha sempre fatto il suo dovere. A San Siro è giusto che sia il favorito perché, almeno teoricamente, è il migliore. Spero lo dimostri».
Matteo Pierelli

 
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